Slow Food Ufita Taurasi: occhio alle mense scolastiche

Angelo Lo Conte a capo dell'Associazione dal mese di marzo 2018, racconta le peculiarità della Condotta: i cibi antichi "sani, buoni e giusti". Un elenco di risorse uniche che parte dell'opinione pubblica ignora. L'obiettivo della Condotta è l'individuazione poi la valorizzazione e il posizionamento sui mercati che contano.

Angelo Lo Conte, Presidente di Slow Food Condotta Irpina Colline dell’Ufita e Taurasi, ci conduce per mano lungo un itinerario che attraversa le peculiarità di una fetta grossa della provincia. Dalla Baronia, all’Ufita. Dal Miscano alla media Valle del Calore. Esperto del settore olivicolo, Lo Conte è appassionato realmente del cibo buono, della qualità, del lavoro ben fatto. A capo dell’Associazione no profit di rilievo internazionale, ne incarna lo spirito e la mission.

Di cosa si occupa, concretamente, in seno alla Condotta?

“Seguiamo diverse progettualità. Abbiamo diversi Presidi, come quello del broccolo aprilatico che di recente ha beneficiato dell’ingresso di due nuovi produttori e due nuovi trasformatori. Poi il presidio della pecora laticauda. Si tratta di una razza che si trova nella zona della Valle del Miscano, nell’arianese, a Casalbore, a Savignano Irpino, Greci, Montaguto e Montecalvo. Si trova anche in due Comuni del beneventano, Buonalbergo e San Giorgio la Molara. È una razza in via di estinzione”.

Foto di gruppo per Slow Food Condotta Irpinia Colline dell’Ufita e Taurasi a Torino, al Salone del Gusto

Cosa intendete farne?

“L’abbiamo inserita nel progetto per farla reintrodurre negli allevamenti. La particolarità di pregio riguarda la carne perché contiene pochissimi grassi che, geneticamente, si accumulano nella coda. Da dicembre inizierà la commercializzazione a marchio del presidio”.

Quali sono gli altri Presidi?

“Abbiamo quello dell’antico aglio dell’Ufita con progetto di recupero dell’antica varietà. Per la prossima stagione sono stati messi a coltura circa 10mila metri che serviranno per la commercializzazione. Poi il Presidio nazionale dell’olio extravergine di oliva. In questo progetto abbiamo 4 etichette irpine certificate dal presidio Slow Food. E’ bene ricordare che ci muoviamo in un’area Dop e Docg”

Cos’altro fate?

“Abbiamo i Progetti di Comunità Terra Madre. Tra questi la comunità Greco Mush che ha rimesso in produzione questo vitigno a Taurasi. Nella valle del Miscano abbiamo il pomodorino in asciutto unitamente al pane di Montecalvo e all’origano selvatico. Poi la Comunità dei legumi della Baronia con nove varietà di fagioli autoctoni, due di cicerchie, due di ceci e uno di lupini”.

Qual è la finalità di questo tipo di progetti? Possono avere anche un riscontro occupazionale?

“Si tratta di recuperare la buona qualità, il prodotto buono. Per il caso della pecora laticauda si tratta di reintrodurre la razza che stava andando in via di estinzione. Successivamente, dopo l’individuazione di una prelibatezza e il ripristino tentiamo la commercializzazione con logo ed etichetta narrante. Mediamente ci giunge una richiesta molto alta dalla ristorazione di qualità. C’è poi molta attenzione all’estero dove abbiamo importatori giapponesi e olandesi che prediligono queste produzioni”.

Come siamo messi con l’etichettatura e il rischio falso?

“Già da anni abbiamo denunciato il fenomeno. Il progetto dei Presidi prevede un’etichetta narrante che si aggiunge a quella stabilita dai riferimenti legislativi in materia. L’etichetta Slow Food riporta notizie sul metodo di coltivazione, la biodiversità, la tradizione e le caratteristiche del prodotto”.

Cosa certificate? Cioè chi ambisce all’etichetta narrante della lumachina quali requisiti deve avere?

“Occorre la produzione garantisca il rispetto di alcuni principi: buono, pulito, giusto e sano”.

Per “giusto” cosa intende?

“Il prezzo. Deve essere stimato in base al lavoro esperito per la realizzazione finale. Nello stesso tempo deve essere competitivo, non di lusso ma rispettare anche le esigenze del consumatore”.

Rispetto al fenomeno della valorizzazione (e commercializzazione) della risorsa zootecnica e gastronomica dell’Irpinia, cos’è stato fatto e quanto rimane da fare?

“Negli ultimi anni c’è stato un cambiamento radicale. Molti giovani tornano all’agricoltura. C’è maggiore attenzione a quello che mangiamo e giusta valutazione dei prodotti nella definizione dei prezzi. Sia il comparto vitivinicolo che quello dell’olio extravergine di oliva, vengono valutati nella misura adeguata. Fino al 2013 avevamo prezzi stracciati. Oggi non è così. Questi sono risultati solidi e acquisiti nel tempo”

La situazione nelle mense scolastiche com’è? I bambini irpini mangiano sano? Non sarà che i genitori producono prodotti Docg e loro mangiano prodotti della grande distribuzione? Cosa finisce nei loro piatti?

“Un paese modello è Vallesaccarda. Lì il sindaco Franco Archidiacono si è impegnato ad inserire nel menù materie prime acquistate in loco. Noi come Condotta abbiamo un progetto che riguarda l’introduzione dell’orto nelle scuole. In generale per le mense, è un diritto lecito chiedere il luogo di provenienza dei prodotti usati”.

Quali sono i prossimi appuntamenti in agenda?

“Sabato 1 dicembre saremo presenti a Taurasi in occasione dell’inaugurazione del Museo Archeologico. Poi prima di Natale avremo una cena con le Comunità Terra Madre. Ancora l’appuntamento di carattere nazionale Sementia che ci sarà a Benevento dal 18 al 20 gennaio 2019 e la disfida del soffritto a febbraio a Flumeri”.

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