Il Presidente della Provincia Domenico Biancardi è al lavoro per dare forma e contenuto al proprio mandato, ad una settimana esatta dalla conclusione della campagna elettorale. In vista del suo incontro con tutti i riferimenti istituzionali (dal Governatore della Campania Vincenzo De Luca, ai presidente dell’Ato dei Rifiuti, del Distretto Idrico, dell’Asi, fino al Provveditore agli Studi Rosa Grano, solo per citare quelli prossimi per le competenze del suo ente), nella sua agenda non può mancare il Consiglio Provinciale.

Se il suo mandato quadriennale sul piano amministrativo non richiede una maggioranza poliitica di supporto all’interno del Parlamentino – è dotato di pieni poteri presidenziali e non è sfiduciabile – sul piano politico i suoi impegni in campagna elettorale e il dovere imposto dalla lettera normativa e dalla funzione dell’ente, gli impongono la scelta di individuare una maggioranza.

Si tratta di un compito facile sulla carta, in realtà più arduo alla prova dei fatti. Biancardi ha chiarito subito dopo la sua elezione, ribadendolo anche nella intervista a nuovairpinia.it, di non essere intenzionato ad estendere a Popolari e Partito Democratico la responsabilità di una collaborazione. Intende dare vita ad una amministrazione politicamente bilanciata sull’asse tra il Centrodestra di Cosimo Sibilia e la Lista Civica del Territorio di Vincenzo Alaia. Un proposito che non tiene conto dei numeri usciti dalle urne, dove il Centrosinistra ha sopravanzato le tre liste di Biancardi, ma soprattutto rischia di creare imbarazzi alla stessa lista civica, all’interno della quale figurano consiglieri espressione di lungo corso del campo oggi escluso dalla collaborazione istituzionale.

Il Presidente della Provincia, Domenico Biancardi

In questo senso, Biancardi appare in questo momento ancora alla ricerca di un equilibrio definitivo, tanto più che lo stesso Sindaco di Avella guida la Comunità Montana Partenio Vallo Lauro Baianese anche con l’apporto del Pd.

Decisivo sará l’incontro con i neo eletti consiglieri provinciali, quando avvierà il suo giro di contatti separati e di gruppo. I suoi propositi espressi in campagna elettorale, rendere l’Amministrazione provinciale centrale nel rapporto con i Comuni, non potrà risolversi in un semplice periodico incontro assembleare con i Sindaci, al di là del primo previsto nei prossimi giorni per presentare il suo programma. Ci sarà bisogno di seguire i problemi, portando al tavolo del confronto soluzioni già costruite, salvo al contrario ridurre il consesso ad uno ‘sfogatoio’ da un lato, dall’altro ad una sede utile per sciorinare buone intenzioni, seguendo la moda del momento.

Treno Frecciarossa

Il neo presidente in agenda ha due assolute priorità (leggi i servizi: caso Stazione Hirpinia e questione rifiuti): la prima riguarda l’organizzazione dell’incontro con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a proposito del rischio di soppressione nella costruenda linea di Alta Capacità Bari-Napoli del tracciato e del terminal previsti in Ufita. Se temporeggerà si troverà scavalcato dai parlamentari pentastellati, che dal Ministero delle Infrastrutture hanno giá ottenuto il via libera ad un incontro con Danilo Toninelli a giorni. L’altra priorità riguarda il settore dei rifiuti, tornato in Campania al centro delle cronache, a causa dei ripetuti roghi che stanno riducendo la capacità operativa della filiera impiantistica regionale. Se è vero che il suo ente si appresta a cedere ai Comuni nella forma associata degli Ato le competenze, è altrettanto vero che la gestione dei servizi e dello Stir di Pianodardine sono in capo alla società Irpiniambiente, interamente partecipata da Palazzo Caracciolo. Ministero dell’Ambiente e Regione Campania pretendono il massimo impegno delle istituzioni locali sulla riorganizzazione dei servizi sul territorio in una fase in cui occorre moltiplicare gli sforzi per impedire un ritorno dei poteri criminali.

Per il neo Presidente, dunque, una settimana intensa, prologo di una fine d’anno impegnativa, preliminarmente vincolate alla definizione di un assetto stabile per il Consiglio provinciale.

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