Comune di Avellino: i numeri per l’approvazione del dissesto non ci sono

Archiviato il Consuntivo, il consiglio comunale del capoluogo pensa alla prossima scadenza. Si attende il parere dei revisori dei conti. La linea dell'amministrazione più debole, dopo lo scivolone sulla delibera del bilancio.

Il palazzo degli uffici in piazza del Popolo, sede della amministrazione comunale di Avellino

Dissesto: i numeri per l’approvazione non ci sono. Archiviato il Consuntivo, il consiglio comunale di Avellino guarda alla prossima scadenza: la proposta di dichiarazione di dissesto, avanzata dalla giunta Cinque Stelle, con il parere contrario del dirigente alle Finanze. Un passaggio delicato, che condizionerà l’attività amministrativa dei prossimi anni e che avrà ricadute sulle tasche dei cittadini, che dovrebbe precedere la discussione sulla mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, Vincenzo Ciampi.

L’errore commesso nell’ultima seduta d’aula dall’esecutivo (leggi l’articolo) – le cui dinamiche non sono state ancora chiarite -, che ha presentato una delibera di bilancio imperfetta, che avrebbe reso nullo l’atto, con conseguente scioglimento del consiglio comunale, ha gettato discredito sulla giunta, che è apparsa incapace di gestire pratiche di rilievo. Un episodio che potrebbe avere un peso anche sulla questione del dissesto.

Le posizioni che si registrano tra le fila dell’opposizione sono articolate, anche se non sembrano esserci dubbi su quale debba essere l’epilogo della consiliatura.

La capogruppo del Pd, Enza Ambrosone, è decisa a sciogliere il nodo: «Non c’è alcun timore ad approfondire il tema della condizione finanziaria dell’ente, ma la scelta dell’amministrazione non è fondata sull’analisi dei numeri. Rappresenta esclusivamente un giudizio politico. Le parole dell’assessore Gianluca Forgione non lasciano spazi a dubbi. Nonostante il parere contrario del dirigente, hanno preferito andare avanti sulla strada del dissesto. Senza la valutazione dei revisori dei conti però non si può venire in aula».

I Democratici sono intenzionati a bocciare la delibera e subito dopo proveranno a chiudere aniticipatamente il mandato: «Non ci sottrarremo al confronto, ma quest’amministrazione non può essere tenuta in vita artificialmente. Sarebbe un danno alla città. Diciamo, quindi, no a qualunque tattica dilatoria».

Dello stesso parere anche Nello Pizza dei Popolari: «Bisogna evitare di fare un regalo a Ciampi e ai Cinque Stelle, già pronti a creare il caso politico, in vista della campagna elettorale. Siamo disponibili a fare chiarezza sino in fondo e poi si vota la sfiducia».

Per i demitiani, comunque, non ci sono le condizioni per avviare la procedura di dissesto: «La giunta avrebbe fatto bene a lavorare ad un piano di riequilibrio del disavanzo, ma preferiscono la propaganda».

Il capogruppo di Mai Più+, Luca Cipriano, evidenzia il clima di incertezza che si respira a Piazza del Popolo: «La situazione finanziaria dell’ente è sicuramente complessa, ma non siamo tifosi del dissesto, né crediamo che scelte così importanti per la città possano essere barattate con altre contropartite o assunte con superficialità. Il nostro giudizio critico sulla precedente gestione resta, però non avalleremo le decisioni di un’amministrazione che si è dimostrata inaffidabile, se non saranno supportate da cifre incontrovertibili».

Il presidente del Conservatorio “Cimarosa” resta quindi in attesa della valutazione dei revisori dei conti: «Dopo il parere negativo del dirigente alle Finanze, è ancora più indispensabile l’analisi dell’organo di garanzia».

Sul caso della delibera di bilancio sbagliata, Cipriano solleva più di una perplessità: «Non credo sia stato un incidente. Fermo restando che si tratta di un gravissimo errore, viene da pensare a male. I sospetti restano e in queste ore si acuiscono».

L’iter dei lavori del consiglio appare ormai definito: «Sono contento che anche il Pd sia d’accordo. La mozione di sfiducia dovrà essere discussa il più tardi possibile, probabilmente l’ultimo giorno utile, il 26 novembre, per consentire l’acquisizione di tutti i pareri relativi alla proposta di dissesto della giunta. Penso che i due argomenti possano essere trattati anche nella stessa seduta. Sono dell’idea che bisogna mandare a casa questa amministrazione, assolutamente incapace di governare».

Costantino Preziosi di La svolta inizia da te vuole subito sgombrare il campo da convincimenti errati: «Non è vero che quando si dichiara il dissesto il Comune non può ricevere finanziamenti europei. Il caso di Benevento smentisce una simile tesi».

Il consigliere, dunque, chiarisce la sua posizione: «La condizione economica dell’ente è drammatica e i palliativi non servono. Se la magistratura ha sollevato contestazioni, significa che ci sono cose che non quadrano. I revisori dovranno dirci quali sono le cause del disavanzo. Finora mi sembra che ci siano state troppe forzature e passi falsi. Non comprendo perché il dirigente Marotta abbia ritenuto di rivolgersi ad un consulente esterno, per supportare l’ipotesi del piano di riequilibrio. E’ comunque sua la responsabilità dell’errore contenuto nella delibera di bilancio».

Preziosi insiste su questo punto: «Non dico che sia stata escogitata volontariamente una trappola, ma occorreva maggiore attenzione. Se non mi fossi accorto del problema, il consiglio sarebbe stato sciolto. Altri avrebbero deciso al posto nostro. Sono e resto per la sfiducia, ma tutto deve avvenire alla luce del sole. Bisogna spiegare alla città le ragioni della chiusura anticipata. Eventuali scorciatoie non sono ammesse».

Alla luce delle dichiarazioni rilasciate dai capigruppo dell’opposizione, appare piuttosto improbabile che possa passare la linea del dissesto, portata avanti con insistenza da Ciampi e da Forgione.

Le date di convocazione delle sedute dedicate al dissesto e alla mozione di sfiducia saranno fissate dalla Conferenza dei capigruppo, prevista per venerdì.

 

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