Stazione Hirpinia, nasce il Comitato Sì TAC. Proposta di Bevere

MOBILITAZIONE PER DIFENDERE L'ALTA CAPACITÀ IN UFITA. L'architetto Gaetano Bevere, da anni parte della progettazione del raddoppio della tratta ferroviaria Napoli Bari, propone una "mobilitazione civile". A rischio la realizzazione dell'opera e, quindi la stazione Hirpinia.

Un Comitato Si TAC per confermare e sostenere a gran voce il raddoppio della tratta ferroviaria ad Alta Capacità Napoli – Bari e blindare la Stazione Hirpinia con il passaggio della linea attraverso la Valle dell’Ufita. L’iniziativa, nella mente di tutti i rappresentanti istituzionali del comprensorio, è nelle intenzioni di Gaetano Bevere, che l’ha realizzata in queste ore. L’architetto da anni in lotta e a lavoro per la progettazione del fondamentale asse ferroviario ad Alta Capacità per Napoli e Bari, parla chiaro.

Afferma, “abbiamo impiegato dodici anni solo per la progettazione. Vent’anni per la discussione generale. La messa in discussione dell’opera è un fatto assurdo che in realtà già era nell’aria da tempo – prosegue Bevere – non staremo a guardare. Faremo una mobilitazione civile e costituiremo sicuramente un Comitato Si TAC. Abbiamo superato anche le perplessità di quanti si sono visti espropriati i terreni nel beneventano. Entro un mese saranno aperte le buste per la gara d’appalto. Non si può mettere un freno a tutto questo. E’ impensabile”.

Il riferimento è alla Commissione Trasporti del Senato e alla decisione di voler per così dire “rivedere” il progetto e tagliare la stazione Hirpinia. “L’infrastruttura si fermerebbe a Frasso Telesino – dichiara Bevere – e le facili rassicurazioni di qualche esponente de Movimento 5 Stelle non servono a molto. E’ faccenda seria questa”.

La stazione Irpinia nel rendering di Rfi

Sindaci, imprenditori, vertici di enti pubblici e privati tutti uniti, oltre ogni colore politico, rispetto alla messa in discussione di un assunto che riporta l’Irpinia indietro nel tempo. Uno scacco che fa rabbrividire e rende vane tutte le spinte verso il superamento di lungaggini burocratiche per addivenire ad una soluzione condivisa a sostegno del territorio. Di un bacino che diversamente sarebbe destinato alla sicuro isolamento geografico, economico e politico sociale.

Irpinia Sannio pronte quindi a contrastare le nuove “tendenze” governative. Linee che se anche (come da più parti auspicato) non dovessero concretizzarsi, “intanto creano intoppi, slittamenti che in Italia significa, nel migliore dei casi, far slittare tutto nel tempo e accumulare ritardi, mesi e anni”.

Quel che ci si aspetta adesso è che alle dichiarazioni di molti esponenti governativi seguano fatti scritti a supporto della volontà di preservare lo status quo. E quindi lasciare tutto intatto e non ledere l’avanzamento dell’opera. La buona nuova dovrebbe risolversi entro Natale con l’apertura delle buste e l’assegnazione della gara. Diversamente, per il territorio sarà una condanna finale. E l’inizio di una lunga battaglia. L’ennesima.

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