Pianodardine liberata dalle ecoballe. Irpiniambiente presenta il nuovo Stir

Conferenza stampa anche «per fornire i dati relativi alla raccolta differenziata in provincia di Avellino e un press tour all’impianto gli interventi effettuati per l’adeguamento della struttura»

Uno scorcio dell’area di stoccaggio di Pianodardine ormai libera
Uno scorcio dell’area di stoccaggio con le ecoballe coperte a Pianodardine. Tutto questo ormai non c’è più. L’intera zona è stata liberata dai rifiuti accumulati durante varie emergenze

Pianodardine è stata liberata dalle ecoballe, dopo circa due anni di intervento avviato dalla Regione Campania fin dall’insediamento della amministrazione presieduta da Vincenzo De Luca. Presso l’impianto Stir di Pianodardine conferenza stampa indetta da Irpiniambiente «per fornire i dati relativi alla raccolta differenziata in provincia di Avellino, l’aggiornamento sulle operazioni di rimozione delle ecoballe all’interno ed all’esterno dell’impianto e illustrare attraverso un press tour all’impianto gli interventi effettuati per l’adeguamento della struttura ed osservare i processi produttivi ordinari e lo stato dei luoghi di lavorazione».


LA SITUAZIONE DELLE ECOBALLE IN CAMPANIA NEL 2016

La tabella della situazione Ecoballenel 2015 all’avvio del programma regionale

Si è concluso l’intervento realizzato rapidamente a Pianodardine, con una maggiore tempestività rispetto a quello che in questi anni è stato l’iter seguito in altre zone della Campania. Oltre 30mila tonnellate di rifiuti accumulate nelle emergenze sono stati sottratti ad una area industriale che ora può respirare, preparando il suo futuro. Anche di questo Gambacorta e Boccalone parleranno, con riferimento all’evoluzione subìta dallo Stir, oggi protagonista nel nuovo assetto del ciclo ambientale in provincia di Avellino.

Alla conferenza presenti il Presidente della Provincia di Avellino, Domenico Gambacorta e l’amministratore unico di Irpiniambiente, che gestisce l’impianto STIR, Nicola Boccalone, con il primo ormai giunto alla conclusione del suo mandato, con la soddisfazione di aver accompagnato da Palazzo Caracciolo la fine della lunga vicenda delle ecoballe ad Avellino.

Domenico Gambacorta., Presidente della Provincia di Avellino e Sindaco di Ariano Irpino

LA RIMOZIONE, UN CAMMINO INIZIATO NEL 2015. I primi indirizzi per l’aggiornamento del piano regionale per i rifiuti in Campania, licenziati dal Governatore Vincenzo De Luca nell’agosto 2015, comprendevano il ‘Piano d’azione per la gestione dei rifiuti in balle sul territorio campano’. La strategia proposta dall’amministrazione De Luca all’Europa, in risposta alla recente sentenza della Corte Europea (che sanziona il perdurare della condizione emergenziale in campo ambientale sul territorio campano) sovvertiva la precedente impostazione data dal predecessore Stefano Caldoro. Si riclassificava come oggetto diretto di intervento in materia di rifiuti anche lacrimazione della materia stoccata prima del 2005, riservandosi successivamente gli esiti delle controversie e dei contenziosi in atto. Non si trattava di un passaggio secondario, se si considera che le ecoballe accumulate nei 16 siti campani erano il frutto di diverse crisi dello smaltimento, che negli anni si sono succedute. Nello stesso tempo, si ribadiva che la gestione “risulta attribuita alla società della città metropolitana di Napoli e alle società provinciali di Salerno, Caserta, Avellino e Benevento”, prima di indicare la soluzione finale per la eliminazione del problema. Una svolta importante, che responsabilizzava le Province, fornendo loro strumenti per operare. Lo smaltimento delle ecoballe era destinato solo in minima parte attraverso gli impianti termici (termovalorizzatori nazionali o internazionali). La parte più consistente fu destinata agli impianti ‘Stir’ di Giugliano e Tufino. Nel primo caso si tratta di una soluzione descritta come obbligata, visto che proprio a Giugliano erano allora stoccate oltre 2 milioni e 300mila tonnellate di rifiuti. Inoltre, la capacità dell’impianto (400mila tonnellate/anno) consentiva tempi di trattamente relativamente rapidi. Lo studio della Regione indicava l’obiettivo del recupero da questi processi di una quantità pari al 40 per cento di materia plastica e metalli da riciclare. Per i residui, si faceva ricorso ad un indirizzo lasciato nel 2007 dall’allora assessore regionale Enzo De Luca (che nel 2008 riportò in un ordine del giorno approvato dall’aula del Senato all’unanimità). La parte residuale, composta prevalentemente da una frazione organica ampiamente stabilizzata e da frazioni miste residuali secche, difficilmente differenziabili, era destinata alla ricomposizione funzionale di cave dismesse sul territorio regionale.

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