L’Ato rifiuti inizierà la sua attività a pieno regime tra poche settimane, dal mese di novembre. Lo spiega il Presidente, Valentino Tropeano, giunto ormai sul punto di veder insediato il timoniere dell’Ente d’Ambito di Avellino. Lo stato di avanzamento del ciclo integrato dei rifiuti della provincia di Avellino è nelle mani del nuovo direttore generale Anna Rosa Barbati, che dovrebbe ufficializzare il suo ingresso a capo dell’Ato rifiuti di Avellino entro la fine del mese. Prima del suo insediamento ufficiale l’ufficio politico guidato da valentino Tropeano si limita a cadenzare gli incontri con gli amministratori per fornire una cabina di ascolto sulle necessità di ogni singolo comune.

LO SCENARIO DALL’AUTUNNO. All’orizzonte di questo avvio di attività non c’è solo il ritorno effettivo dei poteri ordinari, con i sindaci nuovamente in possesso delle prerogative aziendali, sia pure in forma associata. Occorre affrontare rapidamente anche la questione dell’impiantistica, il vero terreno su cui la Regione Campania e le autonomie locali misureranno l’efficacia della riforma approvata dal Consiglio regionale nel 2016, con l’aggiornamento del Piano dei Rifiuti. I Comuni, quindi i cittadini, si ritrovano ad un bivio fondamentale. Da un lato realizzare la filiera del compostaggio, nell’ottica del riuso e del riciclo che punta all’economia circolare, trasformare il rifiuto in materia prima, alimentando occupazione e sviluppo sostenibile; dall’altro, tornare alla precedente impostazione, aprendo la strada alla installazione di nuovi termovalorizzatori.

IL BIODIGESTORE CONTESTATO. La questione più scottante è, pertanto, quella dell’impiantistica. In provincia di Avellino al momento la discussione riguarda il biodigestore di Chianche. Dopo la manifestazione di protesta promossa dal comitato #NessunotocchilIrpinia a cui hanno preso parte viticoltori, aziende agricole, amministratori, associazioni e cittadini la questione è stata (apparentemente) congelata, in attesa di un nuovo pronunciamento da parte delle Autonomie Locali. Con l’apertura manifestata dalla Presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio a riaprire il dibattito sulla localizzazione del biogestore, e le affermazioni del Presidente della Commissione regionale all’agricoltura Maurizio Petracca, si attende una nuova proposta da parte dei sindaci. “Ho espresso la mia disponibilità a dialogare con i sindaci: certo non spetta a me la decisione sulla localizzazione dell’impianto. Ad oggi il sindaco di Chianche conferma la sua posizione, mentre non sono arrivate altre proposte da valutare” spiega Tropeano. Sul fabbisogno relativo agli impianti, il presidente rimanda alla valutazione tecnico- scientifica del direttore generale. “Credo che siano necessari almeno due impianti, ma la relazione del direttore potrebbe stabilire che il fabbisogno sia di uno oppure di tre: vedremo”.

TORNANO I COMUNI, STOP ALLE COMPETENZE DELLE PROVINCE. Il piano industriale sul ciclo integrato dei rifiuti sarà varato nei prossimi mesi. Non appena sarà ufficializzato l’insediamento alla direzione generale dell’ingegnere Barbati, l’Ato sarà assorbito dalle amministrazioni comunali, convocate per sub ambiti, per fornire dettagli ed elementi utili alla stesura del nuovo piano industriale. Come già annunciato in passato, intenzione di Tropeano sarà quella di consentire ai sindaci di illustrare necessità e criticità di ogni territorio per adeguare la migliore offerta possibile.

DOSSIER RIFIUTI

«Biodigestore non compatibile con il Distretto del Greco» Petracca: l’alternativa c’è

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