Fca, la Fiom chiede un tavolo al Mise sull’automotive

Continuano le ore di Cassaintegrazione nei diversi stabilimenti italiani della Fiat Chrysler. Dopo l'annuncio a Cassino la Fiom valuta la possibilità di chiedere al Governo l'apertura di un tavolo dedicato all'automotive per mettere al centro del confronto il futuro industriale dell'Italia in questo settore

Fca, la Fiom è pronta a chiedere un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico sull’automotive. Resta alta la tensione a livello sindacale intorno agli stabilimenti italiani della Fca. L’ennesimo ricorso alla Cassaintegrazione per uno stabilimento nazionale della Casa automobilistica, stavolta la richiesta riguarda Cassino, preoccupa in particolare la Fiom Cgil, che sta valutando la richiesta di un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico sull’automotive. Da Melfi a Pomigliano, da Grugliasco a Cassino, sostengono le organizzazioni locali e nazionali, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali appare in crescita.

Pietro Gorlier, designato nuovo-capo dell’area-EMEA FCA

Tutto questo avviene mentre è atteso ad ore l’annuncio di Pietro Gorlier al posto del dimissionario Alfredo Altavilla alla guida della zona Emea di Fca. La scelta del manager torinese, attualmente Ceo di Magneti Marelli e Mopar, vista dagli osservatori come il segnale di una volontà del Gruppo di consolidare la italianità del marchio.

Nei giorni scorsi anche per Pratola Serra c’è stata la mobilitazione della Fiom regionale e locale, mentre dal Pd irpino è partita una interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, per chiedere un interessamento diretto del Governo sulle sorti della Fca avellinese nel quadro più generale del contesto nazionale.


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Di altro avviso sono le altre organizzazioni sindacali, dalla Cisl, alla Uil alla Ugl, che attendono la convocazione del tavolo sul nuovo Piano aziendale, con il cambio della guardia al timone del Gruppo.

Nel frattempo, pur in una fase di flessione sulle vendite e nuove immatricolazioni, un’indagine pubblicata dalla testata specializzata Automoto rivela che Fca resta il primo marchio circolante in Italia.

«La fotografia del parco circolante in Italia oggi è diversa da quella di 15 anni fa, ma un denominatore comune c’è: pur scendendo dal 46% al 36%, a farla da padrona è FCA. Lo rivela una ricerca di Dat-Italia, che ha analizzato l’evoluzione delle vetture nel nostro paese dal 2002 ad oggi», si legge.

«FCA è scesa dalle 15.603.438 vetture del 2002, quando era ancora Fiat, alle 14.068.729 del 2017. Seconda posizione per il Gruppo Volkswagen, la cui quota del parco circolante è leggermente salita, passando dall’11,7% del 2002 all’11,9% odierno».

«A crescere notevolmente negli ultimi 15 anni sono state le vendite delle case coreane. Hyundai è passata dallo 0,8% della quota di mercato nel 2002 all’1,8 attuale, triplicando le unità consegnate. Kia ha decuplicato le vendite, salendo dalle 49.167 auto vendute nel 2002 (0,1%) alle 421.350 attuali (1,1%)», mentre «Ford, Opel e Peugeot, invece, hanno mantenuto una quota in linea con quella di 15 anni fa, così come Renault, spinta dai risultati delle vetture economiche del brand Dacia. Leggera flessione, invece, per Volvo, passata dallo 0,9% del 2002 allo 0,7 odierno».

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