Valle Ufita – Forza Italia un vero vivaio monitorato dai Popolari. Il bacino ufitano presenta uno scenario in evoluzione a causa degli ondeggiamenti del Cavaliere, considerato da molti cedevole nei confronti della Lega . Quindi in fase di riassetto organizzativo e in rielaborazione sarebbero alcuni settori del partito azzurro. I risultati finali però vedono ridursi al minimo i consensi dei fedelissimi, che pure mancano di riferimenti locali e nazionali in quota FI. Iscritti al partito in cerca di certezze, di vecchie (o nuove?) identità. Origini smarrite se non dissolte in altri partiti o movimenti.
Contestualmente, in molti dei paesi situati a ridosso della piana ufitana, va crescendo un ritrovato sentimento popolare. Un’identità, tutto sommato, molto cara se non addirittura innata in molti amministratori di governo locale e, per simpatia, nei cittadini. Così quanti proprio non riescono a spostarsi direttamente nel Partito Democratico, cedono all’avanzare del movimento popolare. Il mediano che riesce a captare attivisti e forzisti consapevoli della fine di un’era. Di quanti pure stanno osservando la Lega (primo soggetto nazionale) ma proprio non riescono a compiere quel salto in lungo nel partito di Matteo Salvini. Per principio o per differenze di vedute. Fatto sta che lo “sposalizio” o meglio la conversione alla Lega per molti non è avvenuta.
Il concetto legato all’attuale fase di metamorfosi della politica è ben espressa da Vito Di Leo, sindaco di Sturno (di tradizione forzista). Afferma infatti, “ho sempre aderito a partiti tradizionali che adesso – afferma – sono in crisi. Aumentano i consensi per quanti predicano la sicurezza o la particolare attenzione per le frange povere della società, che nel frattempo sono aumentate. Personalmente non ho particolari mire. Mi ritengo un moderato”. Di Leo guarda principalmente all’obiettivo finale che è quello della buona amministrazione comunale. Impresa difficile date le restrizioni di cassa di cui soffrono i Comuni tutti e che richiede, quindi, vere acrobazie tattico-strategiche e contabili per poter funzionare.
Aggiunge Di Leo, “noi tutti apparteniamo alla storia nobile del passato che è fatta anche dalla democrazia cristiana. Per il resto – aggiunge – non ho ambizioni e non ho di che sperare se non che la nazione si riprenda. Per il resto prendiamo quanto di positivo può provenire sia da destra che da sinistra. Per le elezioni provinciali – prosegue Di Leo – ci affidiamo su chi ha avuto storia ed esperienza e cerchiamo di dare una mano puntando più sulla persona che non sui partiti”.
Quel che si percepisce è il disagio di un partito (Forza Italia) che, al momento, si presenta sbiadito e incolore ancora sfiancato dall’avvento portentoso delle due leve al Governo. L’impressione è che molti (che non diventano leghisti, nè tesserati Pd) si sentano più vicini ai demitiani e quindi ne gustano il ritorno. D’altra parte i popolari in quest’area, da tempo, hanno solcato un tracciato silenzioso e sotterraneo. Che man mano è avanzato arricchendosi di consensi. L’area quindi può segnare un punto decisivo della trincea politica locale, in un momento storico di particolare delicatezza.
Intanto l’Ente Provincia d’intesa con l’Università Federico II di Napoli ha pubblicato i nominativi dei candidati selezionati per il corso di Formazione in “Pari Opportunità per le future classi dirigenti, governo locale e istituzioni europee”.
Il percorso di studi mira a formare adeguatamente le nuove leve della politica. Nella commissione esaminatrice dei candidati i prof. Marco Musella e Gianluca Loise dell’Università Federico II – Dipartimento di Scienze Politiche e il dottor Rosario Rossi. Un territorio, quello irpino, tutt’altro che stanziale sul fronte politico e che punta, a partire dal capoluogo di provincia, anche sulla formazione delle nuove leve. Perché è pur vero che qualcosa sta cambiando. Per riproporsi solido nella sapienza e nuovo nelle fattezze. Tutto il resto, è in divenire.
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