Presentata alla Camera una interrogazione parlamentare del Pd al Ministero dello Sviluppo Economico sul futuro dello stabilimento Fca di Pratola Serra. In particolare, l’obiettivo è acquisire informazioni sulle eventuali ricadute occupazionali che potrebbero determinare le strategie della multinazionale torinese nei prossimi mesi e anni.

A depositare l’interrogazione per conto del Partito Democratico provinciale è la deputata Chiara Gribaudo, responsabile lavoro e professioni nella segreteria nazionale del partito e rappresentante del PD in seno alla XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati. «L’interrogazione è il primo passo di un’iniziativa parlamentare più articolata, che intende porre all’attenzione delle commissioni parlamentari competenti e del Governo la conferma della centralità dello stabilimento motoristico di Pratola Serra nel futuro di FCA, nel processo che porterà al passaggio dai motori diesel all’ibrido prima e all’elettrico poi», si legge in una nota diffusa dal segretario provinciale Giuseppe Di Guglielmo, intervenuto a nome del partito di via Tagliamento.

Chiara Gribaudo, deputata del Pd e componente della segreteria di Maurizio Martina

«Ringrazio l’on. Gribaudo per aver ascoltato le istanze del nostro territorio ed aver riportato all’attenzione nazionale una questione sempre delicata ed in continua evoluzione», aggiunge Di Guglielmo, che annuncia una prossima iniziativa a livello locale. “Come Federazione provinciale di Avellino vi è l’intenzione di calendarizzare un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e le Rsu provinciali per illustrare finalità dell’iniziativa parlamentare e divulgare le iniziative territoriali che il partito provinciale metterà in campo nel mese di settembre, per garantire concretezza al percorso parlamentare immaginato dal PD», conclude Di Guglielmo.

L’iniziativa dei Democratici irpini non sorprende in questa particolare fase della Fiat Chrysler Automobiles, dopo la recente scomparsa del suo timoniere, Sergio Marchionne.

Il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, Vicepresidente del Consiglio

Sindacati, forze politiche e analisti hanno colto le dichiarazioni di circostanza seguite all’incontro tra l’Azienda e il Governo lo scorso 12 settembre, valutandole come il segno di un forte disagio dell’Esecutivo. Presenti i massimi vertici della Fca, il Presidente John Elkann e l’amministratore delegato Mike Manley, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio non hanno speso molte parole sui piani della multinazionale, nonostante i 9 miliardi di investimenti nell’ibrido elettrico anticipati in queste settimane dal gruppo torinese, confermando implicitamente alcuni timori che da settimane accompagnano il mondo sindacale ed economico sulle future scelte del gruppo ex Fiat.

La stessa Fiom ha espresso forte preoccupazione per i diversi stabilimenti italiani della Fca, ma in particolare proprio per Pratola Serra, dove al momento non si parla di riconversione tecnologica della fabbrica in linea con le nuove finalità produttive altamente innovative, non compatibili con le linee attuali. Nè al momento il famoso Polo del lusso Fca è andato oltre gli annunci. A Pratola, hanno ricordato i rappresentanti della Fiom Cgil, lavorano 1800 dipendenti, che ormai sistematicamente devono fare i conti con una cassa integrazione chiesta a piene mani senza ragioni chiare.

Per oggi 21 settembre presso la sede della Cgil dalle ore11,30 la Fiom ha convocato, non a caso, una conferenza stampa, nel corso della quale il segretario Sergio Scarpa chiederà la mobilitazione delle istituzioni locali, regionali e nazionali.

Il problema, particolarmente evidente e sentito a Pratola Serra, in realtà coinvolge tutti i poli produttivi nazionali, con l’unica eccezione di Sevel di Val Di Sangro, cioè la Magneti Marelli già posta in vendita, Pomigliano d’Arco e l’area industriale Mirafiori-Grugliasco.

Gli stessi rappresentanti del Governo nazionale appaiono in questa fase perplessi dalla linea della casa automobilistica. In Italia, senza calcolare Ferrari e Cnh, sono circa 66mila gli addetti assunti.

I cancelli della FCA di Pratola Serra, nell’area industriale di Pianodardine

Di seguito il testo dell’interrogazione:

Interrogazione a risposta scritta 4-01015 presentata da GRIBAUDO Chiara (testo di Martedì 11 settembre 2018, seduta n. 42 – Camera dei Deputati)

GRIBAUDO. — Al Ministro dello sviluppo economico — Per sapere – premesso che:

lo stabilimento FCA di Pratole Serra, in provincia di Avellino, occupa direttamente circa 1800 dipendenti e indirettamente circa 200 nell’indotto sul territorio; la fabbrica produce al 99 per cento motori diesel per i modelli automobilistici a marchio FIAT;

il piano industriale presentato da FCA il 1° giugno 2018 prevede il superamento della produzione di motori diesel entro il 2022, per effettuare il passaggio alle tecnologie ibrida ed elettrica;

negli ultimi dieci anni la produzione presso lo stabilimento irpino è rallentata, comportando perdite di posti di lavoro nella misura di circa duecento unità a seguito della disdetta dei contratti e conseguenti licenziamenti dei lavoratori delle aziende interinali e dell’indotto; da diversi anni si sta facendo ricorso agli ammortizzatori sociali;

si avvicina a scadenza il CCSL – contratto collettivo specifico di lavoro –, in vigore negli stabilimenti del gruppo FCA, che in Italia riguarda circa 80.000 lavoratori;

recentemente, è avvenuto l’avvicendamento alla guida di FCA fra Sergio Marchionne e Mike Manley, il quale non ha ancora rilasciato dichiarazioni a proposito degli investimenti previsti in Italia dal precedente piano industriale in Italia –:

se il Governo sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa;

quali iniziative intenda adottare per assicurare un futuro produttivo allo stabilimento di Pratola Serra e per la tutela dei livelli occupazionali, promuovendo l’avvio di progetti di riconversione degli impianti di produzione e un adeguato piano di formazione per i dipendenti, al fine di valorizzarne l’alta professionalità conseguita e confermare la loro centralità nei processi produttivi che riguarderanno l’ibrido e l’elettrico.

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