Festa: “Un nuovo progetto per Avellino, senza ammucchiate e candidature calate dall’alto”

Il capogruppo di Davvero ribadisce che la mozione di sfiducia verrà formalizzata dopo la gestione delle emergenze. Le responsabilità dei Cinque Stelle. Nel mirino anche i Popolari: centrosinistra archiviato. Nessuna candidatura alle provinciali.

«Un nuovo progetto per il futuro di Avellino, senza ammucchiate e candidature calate dall’alto». E’ la proposta lanciata dal capogruppo di Davvero, Gianluca Festa

Il Pd ha votato contro gli indirizzi di Ciampi. L’amministrazione è stata bocciata e non ha i numeri per governare, ma il sindaco resta al suo posto. 

«Le linee programmatiche, in realtà, non erano nemmeno all’ordine del giorno. Questo nuovo ciclo amministrativo non è mai iniziato. D’altra parte, l’unico obiettivo dei vertici romani del Movimento Cinque Stelle era mandare a casa il sindaco Ciampi, per interessi elettorali, pensando di poter conquistare una vittoria più ampia. Il diritto degli avellinesi ad avere un governo della città è stato completamente calpestato. Il sindaco si è lasciato condizionare, senza difendere il ruolo istituzionale. Neanche uno scatto di orgoglio, un gesto di dignità».

Perché avete deciso di rinviare la sfiducia a dopo le elezioni provinciali?

«E’ necessario mettere a posto le questioni più urgenti, per offrire un minimo di agibilità amministrativa a chi verrà dopo. Altrimenti il nuovo sindaco si troverà di fronte ad un disastro, con il rischio che la città resti completamente paralizzata».

Gli alleati di centrosinistra e le altre componenti dell’opposizione però non hanno condiviso la vostra scelta. Come risponde?

«Ormai non esiste più un centrosinistra. Il Pd fa bene ad andare avanti per la propria strada, senza condizionamenti, valutando le iniziative amministrative, esclusivamente attraverso un confronto interno, avendo come unico orizzonte gli interessi della comunità. Qualcuno ci ha suggerito di tenere sulla graticola Ciampi, per dimostrare l’inconsistenza di questo esecutivo ed i limiti politici dei grillini. Ma in questo modo creeremmo un danno alla città. Le priorità dei prossimi giorni, dunque, sono: il Consuntivo (leggi l’articolo), l’azienda consortile (nella quale il capoluogo è incredibilmente minoranza in assemblea) e la rimodulazione dei fondi europei».

Non c’è il rischio che a novembre non se ne faccia più nulla?

«Il Pd ha deciso e non si tirerà indietro. Se saranno altri ad aver cambiato idea, ne daranno conto all’opinione pubblica».

Parliamo delle provinciali. Parteciperete al voto, ma non sarete candidati. E’ così?

«Sì, è proprio così. Nessuno dei consiglieri democratici del capoluogo sarà candidato. Siamo pronti a dimetterci ad inizio di mandato, per dare ad Avellino una nuova opportunità, rinunciando ad eventuali prospettive di un seggio a Palazzo Caracciolo. Dimostreremo concretamente che non siamo attaccati alle poltrone».

Il confronto interno di questi giorni è servito a riaprire il dialogo tra le diverse anime del Pd? Non tutte le aree politiche però sono state coinvolte.  

«Tutte le componenti rappresentate in consiglio comunale hanno partecipato agli incontri con i vertici istituzionali del Pd e con la segreteria provinciale. E’ da anni che non si registrava un confronto così ampio e condiviso».

Non ci sarebbe perciò più ragione per avere due distinti gruppi consiliari. Non crede?

«A separarci non sono stati motivi di ordine politico, ma di natura pratica. In questo modo era possibile beneficiare di una presenza in più nella conferenza dei capigruppo e nell’organizzazione dei lavori consiliari».

Quali saranno le novità del prossimo progetto politico per la città?

«Dovrà essere una proposta credibile e convincente. Ripartiamo dalle primarie. Basta con i candidati sindaci calati dall’alto. Vanno poi evitate le ammucchiate. No alle corazzate viste in questa tornata».

Sarete in grado di dire no ai cosiddetti portatori di voti? Ci sarà il coraggio di dare un taglio alle candidature scomode ed ambigue?

«Sicuramente andranno rivisti i criteri di costruzione delle alleanze. Il rinnovamento della classe dirigente deve essere un punto qualificante. Le decisioni andranno assunte con la consultazione degli iscritti. I nomi dei candidati si vedranno dopo».

 

 

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