Una scuola porterà il nome del Vicequestore Ammaturo nella sua Contrada

A trentasei anni dalla morte, assassinato dalle Brigate Rosse con l'agente Pasquale Paola il 15 luglio 1982, avrà nella sua Contrada l'intitolazione di un istituto comprensivo

A trentasei anni dalla morte, assassinato dalle Brigate Rosse con l’agente Pasquale Paola il 15 luglio 1982, Antonio Ammaturo avrà nella sua Contrada un’intitolazione.

L’amministrazione comunale di Contrada ha stabilito di dedicare una scuola alla memoria del concittadino Vicequestore, per lungo tempo impegnato brillantemente ed efficacemente nel contrasto alla criminalità organizzata. Una decisione dall’alto significato per tutta la provincia di Avellino, dopo troppo tempo finalmente pronta ad onorare nel suo paese la figura esemplare, lo spirito di sacrificio, la dedizione allo Stato di cui fu servitore fino all’estremo sacrificio.

Antonio Ammaturo

Intitolando ad Antonio Ammaturo un istituto scolastico comprensivo di via Roma, il Sindaco Filomena Del Gaizo riporta all’attenzione dei giovani, delle nuove generazioni di studenti e delle rispettive famiglie, un esempio prezioso cui guardare nel percorso formativo e della crescita nei valori di una cittadinanza attiva basata sui principi della legalità.

La vicenda di Antonio Ammaturo in questi 36 anni è balzata più volte alle cronache giornalistiche, per il mistero che ancora avvolge le circostanze reali che portarono alla sua uccisione. Nato a Contrada nel 1925, Ammaturo è stato materialmente assassinato da un commando terrorista delle Brigate Rosse, ma non si sono mai accertati i veri mandanti.

Caduto in un agguato a pochi passi da casa sua, in piazza Nicola Amore, trucidato assieme all’agente che lo accompagnava Pasquale Paola, la morte del vicequestore è stata accostata alle vicende controverse legate al sequestro dell’assessore regionale Ciro Cirillo ad opera delle Br, che lo liberarono misteriosamente dopo una oscura trattativa di cui ancora oggi si sa poco. Le cronache di quegli anni, le inchieste che seguirono, non sono riuscite mai a fare piena luce sui contorni di un caso nel quale ipotesi investigative fanno rientrare il boss Raffaele Cutolo, una parte della politica dell’epoca e perfino i servizi segreti.

Ma il percorso di Antonio Ammaturo, più ancora che le circostanze non chiarite del suo assassinio, rappresentano un esempio importante per i giovani. I suoi successi investigativi a Bolzano, ad Avellino, a Benevento, a Potenza, poi a Frosinone, ma soprattutto a Napoli e in Calabria, dove si è distinto per arresti clamorosi, dal boss della criminalità napoletana Alfredo Maisto al figlio di Raffaele Cutolo, Roberto, alla cattura di numerosi latitanti, ne hanno consacrato il profilo di un poliziotto dalle straordinarie capacità, coraggio e dedizione al dovere.

In attesa che l’Ufficio Scolastico provinciale autorizzi l’intitolazione, si attende l’organizzazione di una cerimonia ufficiale a Contrada, dove le più alte istituzioni non solo locali e i familiari del vicequestore Ammaturo potranno pronunciare nella sua terra d’origine l’elogio ad una vita dedicata alla difesa della legalità.

Da otto anni Antonio Ammaturo è ricordato dalla Polizia con un premio annuale che viene assegnato agli agenti per meriti sul campo, acquisiti con spirito di sacrificio e abnegazione, qualità proprie dimostrate dal Vicequestore di Contrada.

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