Piazza Duomo è stata liberata dai suoi muri quasi trentotto anni dopo il terremoto del 23 novembre 1980. Soprattutto a trentasette anni dall’emergenza post-sisma, che cancellò molti tratti distintivi di quello che era il volto della città di Avellino, in questi giorni sono stati scoperti i luoghi rimasti inaccessibili per tutto questo tempo accanto a piazza Duomo. Dalla antica piazza Ospedale, al dedalo di quelli che furono i vicoli del centro storico sulla Collina della Terra, chi ha meno di quarant’anni deve raggiungere il cuore del centro storico per poter guardare oltre recinzioni e coperture rimossi, per scoprire il fascino di luoghi che sono sopravvissuti alla propria storia.

Nell’intervalo tra un cantiere e l’altro, tra un appalto e l’altro, ai giovani avellinesi si dà una opportunità. È consigliabile loro assolutamente visitare questo museo a cielo aperto del Capoluogo, magari dopo aver prima letto un importante articolo scritto dal professore Francesco Barra per la testata avellinese “Irpinia” (dal titolo: Sotto Piazza Duomo la storia di Avellino). Il professore Barra descrive le straordinarie ricchezze storiche custodite sotto piazza Duomo, il luogo dove la memoria bimillenaria della città di Avellino è ancora custodita tra Largo dei Sette Dolori e Largo Seminario (che in questo servizio e nella galleria che segue per comodità di chi legge sono denominati piazze).

Il seminario chiudeva la quinta di piazza Duomo impreziosendo la piazza medievale omonima

Questi luoghi, incorniciati sino al terremoto da una trama fitta di fabbricati, interrotta solo dalla piazza del Duomo lastricata in pietra bianca e nera, cinta dagli edifici del Vescovado, dalla facciata del Duomo e dal palazzo del seminario, qui riprodotto da una foto preziosa raccolta dal sito avellinesi.it (a cui appartengono altri scatti d’epoca inseriti nella galleria che segue), celavano radici storiche profonde. Le testimonianze giunte fino a noi, come racconta il professore Barra, sorgono sulle fondamenta del Palatium dei conti longobardi, la vera identità della città medievale ancora visibile in un sistema che collega la Collina della Terra con la Dogana, il Castello, la Casina del Principe, fino a paco Santo Spirito.

IL SIPARIO SI È ALZATO PER UN ATTIMO. Le traversie dei lavori di riqualificazione sulla Collina della Terra, con il nuovo contenzioso aperto tra il Comune di Avellino e l’impresa appaltatrice consente per qualche tempo di ammirare i resti per ora difficilmente distinguibili di ciò che questa città è stata. Con un po’ di fantasia, si possono evocare passaggi stretti ed edifici, chiese ormai cancellate dalla vicenda cittadina di molti secoli, riscoprendo da un altro punto di vista la straordinaria cripta del Duomo, intatto monumento romanico alla grandezza romana e longobarda di una città campana tra le più antiche dell’Italia Meridionale.

L’amministrazione comunale dovrà stabilire cosa fare dei lavori ancora in sospeso, con la sistemazione dell’area archeologica e il completamento del recupero di piazza Castello, parte integrante a valle dell’intervento relativo alla collina della Terra. C’è una richiesta di risarcimento danni da parte dell’impresa e la prospettiva difficile di ripartire con procedura in danno, in mancanza di un accordo. Nel frattempo, gli avellinesi possono ammirare le tracce celate per quasi quarant’anni di una città che non conoscono.

Foto storiche da: avellinesi.it

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