Enzo De Luca a Cortona:
il Pd sconfitto per aver reciso
le sue radici tra la gente

Monito dell'esponente dei Dem irpini a Cortona con Franceschini, Gentiloni e Minniti. «Il 4 marzo qualcuno ha tradito e schiantato il nostro partito, sconvolgendo l'intero sistema politico italiano. Contro l'alleanza populista dobbiamo reagire prima che si tardi, ripartendo dai territori

A Cortona l’irpino Enzo De Luca indica nelle scelte operate e negli errori commessi dal Pd la ragione di una sconfitta troppo netta il 4 marzo scorso. Intervenendo nella tre giorni di Areadem a Cortona, De Luca non ha fatto mai il nome dell’ex segretario ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma con la sua analisi ha individuato con chiarezza le responsabilità della debacle elettorale nella mancanza di strategia, nella decisione di puntare su Paolo Gentiloni come leader al voto, ma soprattutto nelle candidature ‘fantasia’, puntando l’indice contro i vertici renziani. «C’è una chiara responsabilità di chi ha deciso di non rispettare le regole, di chi ha disconosciuto le rappresentanze territoriali e locali, destrutturando con il gruppo dirigente il legame tra il partito e la gente».

Enzo De Luca, esponente del Pd irpino e campano in un momento del suo intervento a Cortona, durante la tregiorni promossa dall’ex Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e dalla sua componente, Areadem

In perfetta coerenza con quello che è poi stato l’intervento conclusivo di Dario Franceschini, promotore dell’iniziativa al Centro Congressi Sant’Agostino di Cortona, De Luca ha parlato di mutazione genetica del Pd negli ultimi anni. «L’egoismo e l’individualismo hanno contaminato i Democratici, spalancando la porta alle derive di Matteo Salvini e al dilettantismo dei Cinque Stelle». Per l’esponente irpino e regionale del Partito il momento più drammatico nella storia decennale del Pd è figlio di un tradimento consumato da chi «ha abdicato al suo ruolo istituzionale e politico, non giustificabile dal vento favorevole alle forze sovranità», ha spiegato ad una platea attenta. «Un conto è scendere al 23 per cento, altro è precipitare al 18: si è consentito lo stravolgimento del quadro politico nel Paese, mettendo in crisi il sistema democratico».

Dario Franceschini, Stefano Fassino e Graziano Delrio durante il, confronto a Cortona, nell’aretino

Partendo da queste premesse, De Luca si è detto d’accordo con il segretario nazionale Martina, che in queste ore ha evocato con un appello la necessità di una reazione basata sulla mobilitazione, sottolineando la necessità non derogabile di celebrare rapidamente un congresso che consenta di invertire la rotta e riportare il partito tra la gente». In questo senso, per De Luca risulta opportuna l’iniziativa di Franceschini, che a Cortona ha rilanciato un confronto vero tra i Democratici, ma ha ammonito sulla sottovalutazione dei dati che attestano una ripresa delle attività e degli interessi criminali in campo ambientale e all’interno dei servizi pubblici, citando l’ultimo rapporto di Legambiente. Approfittando della confusione, i poteri illeciti rialzano la testa.

In conclusione, ha auspicato un ritorno del Pd al centro della politica nazionale e locale, a partire dalla chiarezza necessaria su congresso e leadership, su progetto e riorganizzazione territoriale.

Assumendo in capo al suo partito la responsabilità di dover sottoporre agli italiani «un progetto politico basato sul ripristino del senso dello Stato», ha indicato nel congresso la sede esclusiva dove far ripartire un partito che rifletta la propria tradizione riformista e riformatrice a partire da quella che ha definito l’esperienza positiva di Gentiloni alla guida del Governo.

L’intervento di De Luca lancia segnali anche sul piano locale, dove la spaccatura consumata nell’ultimo contestato congresso e la sconfitta elettorale al ballottaggio nel Capoluogo. L’appello ad un ripristino delle radici e il giudizio inequivocabile sulla linea tenuta dalla segreteria nazionale suonano come un monito a mettere da parte una stagione di conflitti e divisioni, per far posto ad un riassetto collegiale attraverso una assise partecipata da tutte le componenti.

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