Cosimo Sibilia: “Partito unico del centrodestra? Ipotesi archiviata”

Il deputato di Forza Italia chiede al Pd di venire allo scoperto sui nodi politici ed amministrativi del Comune di Avellino e della Provincia. Al sindaco del capoluogo, Ciampi, un invito a presentare una proposta di gestione dell'Alto Calore. Rammarico per la mancata iscrizione in B dei biancoverdi.

Il coordinatore e deputato di Forza Italia, Cosimo Sibilia, analizza a tutto campo per Nuova Irpinia la situazione politica del Paese e le emergenze amministrative irpine. Per la prima volta il presidente della Lega nazionale dilettanti si è espresso pubblicamente anche sulle recenti vicende e sul futuro dell’Avellino calcio.

Onorevole Sibilia, in questi giorni sta circolando l’ipotesi di un nuovo contenitore politico di centrodestra. Cosa ne pensa?

«Se ne è parlato più volte anche in passato. Ormai però mi sembra un’opzione già archiviata. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, a tal proposito, si è espresso in maniera contraria. Diversa, invece, la posizione del governatore della Liguria, Giovanni Toti, che sarebbe favorevole. A pesare sulla sua scelta è sicuramente il rapporto istituzionale con la Lega in Regione. Personalmente, starei attento prima di imbarcarci in nuove avventure. L’esperienza del Pdl, tranne la fase iniziale, ci ha riservato fibrillazioni ed amarezze. Non bisogna ripetere gli errori».

A distanziarvi dalla Lega c’è la partecipazione al governo con il M5S.

«Per Forza Italia è un momento di riflessione. Non siamo nella maggioranza di governo, mentre la Lega ha compiuto scelte differenti. Ma i nodi presto verranno al pettine. Capiremo se questo governo avrà vita lunga o meno. Noi, comunque, siamo stati coerenti con le indicazioni venute dall’elettorato. Non abbiamo preconcetti rispetto ad altre esperienze politiche, ma non possiamo stare con chi ha aggredito il moderatismo».

Veniamo alla politica locale. Si avvicina la scadenza delle elezioni provinciali. Quali sono le prospettive?

«Purtroppo dobbiamo registrare i soliti problemi. Al momento non ci sono le condizioni per un ragionamento allargato ad altre forze politiche. Nel 2014 abbiamo candidato l’attuale presidente della Provincia, che si è contrapposto al sindaco di Avellino dell’epoca, il democratico Paolo Foti, ma dopo ci siamo ritrovati in giunta esponenti del Pd. Quello è stato, come ho sempre sostenuto, un segnale contraddittorio e controproducente. Non mi sembra però che vi sia una disponibilità al dialogo».

Emergono anche i limiti strutturali di un ente di secondo livello.

«Non c’è dubbio. La legge Delrio, come era immaginabile, si è rivelata inappropriata. Il sistema elettorale, che non coinvolge i cittadini, è sbagliato. Non si possono decidere le sorti di un territorio tra pochi addetti ai lavori. Non si sono registrati i risparmi auspicati ed è mancata la presenza di un ente di riferimento per i Comuni, che disponesse di strumenti efficaci d’intervento. E’ necessario rivedere le scelte compiute in passato».

Come valuta, invece, la situazione politica ed amministrativa al Comune di Avellino?

«E’ quasi inutile commentare. Il Movimento Cinque Stelle ha vinto il ballottaggio, in presenza di un’affluenza alle urne limitata, ma il sindaco non ha una maggioranza che lo sostiene. E’ un problema serio per il futuro dell’amministrazione e della città, anche in considerazione delle prove tutt’altro che lusinghiere che l’esecutivo e chi lo guida stanno dando di loro. A questo punto mi chiedo: il centrosinistra ed il Pd cosa intendono fare?».

Il centrodestra, però, al ballottaggio ha offerto il proprio sostegno esterno a Ciampi.

«Non è così. Forza Italia non ha sostenuto il M5S. Di fronte a due opzioni politicamente non condivisibili, abbiamo lasciato libertà di scelta ai nostri elettori. Anche se il candidato sindaco del centrodestra, Sabino Morano, ha dato indicazioni diverse. L’elettorato si è poi comportato come ha ritenuto».

Anche negli enti di servizio restano le difficoltà gestionali e politiche.

«Serve una strategia di riorganizzazione dei servizi pubblici locali. L’Alto Calore è sommerso dai debiti e svolge un servizio inadeguato. Lo stesso vale anche per il consorzio Asi. Senza un ragionamento politico serio, restano soltanto buoni propositi puntualmente disattesi».

Come se ne esce?

«Il sindaco di Avellino, come principale socio dell’Acs, avanzi una proposta, indicando le priorità di intervento, e chieda la fiducia. Siamo pronti a discutere nel merito. Se non ci sono i numeri però tutti a casa. Il Pd ha gravi colpe per quanto sta succedendo, ma tutti sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità. Altrimenti resta l’ingovernabilità».

Ancora una domanda, di tenore sportivo. Che idea si è fatto del “caso” Avellino?

«E’ la prima volta che mi esprimo in merito. E’ stato un trauma enorme che non ci sia stata l’ammissione al campionato di serie B. Da irpino ho sofferto per quanto successo. Adesso però dobbiamo guardare in avanti. Non si può disperdere un patrimonio sportivo e la storia di una compagine che rappresenta una città ed un’intera provincia. Si riparte, dunque, sulla scorta di un progetto presentato al sindaco di Avellino, in base al regolamento della Figc, e da lui valutato in linea con i parametri dati, per l’affidamento del titolo. Insomma, si ricomincia dalla D».

 

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