Moscati, nuove tecnologie Ma il nodo resta la carenza di organici

Mentre nella Valle dell’Irno e, in particolare a Solofra, si discute della modalità di assorbimento nei prossimi mesi dell’attuale presìdio Asl “Landolfi” da parte dell’Azienda ospedaliera di Avellino, al “San Giuseppe Moscati” sono in fase realizzativa o di progettazione esecutiva i lavori per l’ammodernamento tecnologico

Con la ormai imminente entrata in vigore del Piano Ospedaliero, saranno avviate a realizzazione le opere previste nel collegato decreto commissariale n. 62 del 30 novembre scorso. Il provvedimento dà attuazione ai 47 obiettivi prioritari contenuti nel “Programma degli interventi di edilizia sanitaria” redatto ai sensi dell’articolo 20 della legge 67/88.

Una piazza interna all’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino

Oltre alla messa a norma dei fabbricati che ospitano i presidi ospedalieri dell’Asl a Solofra, Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi, è stata finanziata e programmata la prima fase dei lavori di completamento ed ammodernamento tecnologico della Città Ospedaliera. Le opere inserite in questo stralcio, tutte progettate a livello esecutivo cantierabile, riguardano la fornitura e allestimento di attrezzature.

L’EVOLUZIONE. L’obiettivo è “implementare la qualificazione architettonica e tecnologica dell’edificio”, si legge nella scheda di riferimento. L’intervento va “nella direzione di una piena umanizzazione e della massima efficienza impiantistica e gestionale”, assicurata da una copertura complessiva di tre milioni di euro, di cui il 95 per cento a carico dello Stato e la parte restante dalla Regione Campania. Con la prima fase si concretizzerà il 12,5 per cento dell’intero progetto previsto. Le risorse assegnate, interamente disponibili da quest’anno, permetteranno il completamento e la consegna dell’opera-stralcio entro poco meno di due anni, con l’attivazione stimata in 120 giorni dal termine dei lavori. Con la sistemazione esterna di prossima cantierizzazione, collegata al parcheggio multipiano (frutto di una concessione) già inaugurato, prende forma compiuta la città ospedaliera, che nell’ultimo decennio è stata interessata da un difficile ridisegno della viabilità d’accesso, con la realizzazione dello svincolo da via don Giovanni Festa, ex Bonatti, e dalle arterie comunali e provinciali che compongono il sistema viario intorno alle contrade Amoretta, Scrofeta e alla zona cimiteriale.

Uno degli ingressi all’ospedale Moscati

Si attende già entro quest’anno, con una possibile programmazione dal 2019, l’individuazione dei finanziamenti necessari a ultimare l’intero programma, che punta a rafforzare la qualità dell’azienda di alta specialità nel contesto meridionale e nazionale.

Medici in corsia durante il giro di visite

IL NODO ORGANICI. Nel frattempo per la dirigenza del “San Giuseppe Moscati” la principale preoccupazione resta la carenza di personale. Se l’obiettivo nei prossimi ventiquattro mesi è raggiungere il riequilibrio tra ospedale e territorio, decongestionando il pronto soccorso ed evitando i ricoveri impropri, non dovuti e ripetuti, i vuoti consistenti nell’organico prodotti durante gli anni dell’austerità oggi complicano anche il normale turn over tra nuovi ingressi e pensionamenti. Meno di un terzo del nuovo personale programmato è stato assorbito, a causa dei tempi imposti dalle procedure necessarie. La speranza è che le nuove possibilità di assunzione annunciate dalla struttura commissariale nei giorni scorsi possano garantire l’attribuzione all’ospedale avellinese delle dotazioni finanziarie sufficienti a realizzare ulteriori innesti.

Il presidio ospedaliero di Solofra ‘Landolfi’

La aggregazione con il presidio ospedaliero di Solofra, decretata dal governatore della Campania nei mesi scorsi, risponderebbe ad una esigenza di rafforzamento del ‘Moscati’. Salvaguardando il pronto soccorso del ‘Landolfi’, strategico in un ampio bacino d’utenza che ricomprende una porzione significativa della provincia di Salerno intorno al campus universitario di Fisciano, quella sede potrebbe specializzarsi per un’offerta ospedaliera complementare e non sovrapponibile a quella del complesso avellinese, dove si potrebbe procedere al riassetto organizzativo definitivo.

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