Le Sardine ad Avellino riempiono Piazza Garibaldi: giovani e famiglie «insieme per l’Italia dei diritti». Con compostezza, allegria, hanno assiepato un luogo ritrovato del capoluogo per manifestare il loro pensiero. Chiedono diritti, dicono no al sovranismo, al populismo, ma non si schierano sotto alcuna bandiera politica. Non sono contro qualcuno, ma sono per il diritto di difendere una identità nazionale che si ispira agli stessi valori su cui si fonda la Repubblica Italiana. Diritti, libertà, uguaglianza, solidarietà, ma soprattutto umanità. Come poche ore fa a Napoli, come in contemporanea con Milano, ci sono madri, tanti ragazzi, persone che ogni giorno vivono del proprio lavoro, studiano, danno un contributo ad una società che vogliono migliorare, ma non sfasciare. Sono stanchi di essere citati nei talk show in tv o nei post sui social media come numeri sui quali costruire la propaganda politica. Vogliono contare oltre i confini digitali di uno schermo televisivo o di uno smartphone. E per una sera chiudono i telefonini per connettersi nell’incontro delle idee, nella freschezza di una serata da condividere tra piazza Libertà e piazza Kennedy.

Ad Avellino una folla si raduna per cantare, inneggiare ai classici della Liberazione, intonando anche Mameli, perché tra questi giovani il sentimento patriottico coincide con quello solidale che permea la Costituzione Italiana. Canti latino americani e italiani, ma anche chiarezza nel rifiutare il messaggio sovranista e populista. Quello che è accaduto prima dell’ultima guerra mondiale non si cancella facendo leva sulla disperazione di chi durante la crisi ha perso anche la speranza. I diritti non si liquidano al mercato della insoddisfazione, dicono. In piazza Garibaldi va in scena l’orgoglio dell’identità nazionale indissolubilmente legata alla tradizione repubblicana. «Non si può tornare indietro», è il messaggio chiave della manifestazione. «No al razzismo, no all’indifferenza quando dei mettono in discussione i fondamentali della nostra convivenza civile». Risuonano le voci dei promotori, per difendere la democrazia, la libertà, per dire no alle provocazioni. «Avellino non si Lega», si legge su un cartello, mentre tra i presenti si assume l’impegno a proseguire, offrendo la partecipazione a sostegno della rivendicazione dei diritti e della libertà. «In piazza ad Avellino c’é l’Italia che si unisce per costruirsi un futuro», spiegano. Il cammino è appena all’inizio.


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