“Strappami la vita”, di Angeles Mastretta

Catalina, che ha alle spalle una famiglia modesta e incontra Andrés, generale più anziano di lei che la fa “precipitare” nella vita, nel suo modo di affrontarla, con rabbia e prepotenza, mentre lei ascolta le sue istruzioni come se fosse un dio

Di Ilde Rampino

E’ la storia struggente e intensa di Catalina, che ha alle spalle una famiglia modesta e incontra Andrés, generale più anziano di lei che la fa “precipitare” nella vita, nel suo modo di affrontarla, con rabbia e prepotenza, mentre lei ascolta le sue istruzioni come se fosse un dio, ne sopporta i silenzi, le prevaricazioni, i tradimenti, incomincia ad amarlo perchè ne ha bisogno, cerca disperatamente di crearsi un ruolo nella coppia, vive in funzione del marito, ma se ne sente esclusa, emarginata dagli abusi di potere e dalla sua violenza. E quando Andrés viene arrestato, si abbandona alla preoccupazione per lui, per la sua sorte. Catalina è sempre lì, sempre presente accanto al suo uomo e quando conosce gli altri figli di Andrés, lei li accoglie, con natualezza, perchè il suo destino è di essere una madre, una compagna, null’altro.
La vicenda, ambientata nel periodo della rivoluzione messicana degli anni ’30 e ’40 del Novecento vede i protagonisti affrontare le difficoltà politiche, le rivolte sociali, le lotte di potere, ma Catalina sembra viverle da comprimaria. Tutto ciò che attiene all’universo maschile non la riguarda. Ma un giorno, quando la ricchezza entrerà nella sua vita ed ella diventerà la moglie del governatore, qualcosa cambia in lei e comincia a fare la sua parte, non certo da protagonista, perchè Andres non accetterebbe, ma da testimone consapevole. L’accoglienza delle donne povere, il tentativo di arginare e cercare di risolvere episodi di ingiustizia sociale la vedono in primo piano. Le menzogne continue di suo marito Andrès, le riempiono il cuore di tristezza e allora prende una decisione improvvisa che trasformerà la sua vita: comincia a viaggiare, partecipa alle riunioni politiche. Il marito le affida la “Casa Focolare”, dove si accolgono le donne in difficoltà e Catalina parte da lì, coinvolge le sue figlie e nasce in lei una consapevolezza nuova: avrebbe voluto creare qualcosa, avrebbe voluto essere solo se stessa, ma si sentiva legata indissolubilmente a lui nel bene e nel male. Ma ora, nel suo nuovo ruolo di donna è costretta a venire a contatto con l’ipocrisia della gente arricchita che la circonda: una frase di suo figlio che ha sentito dire dal padre che per lui “uccidere è un lavoro” fa scaturire in lei un senso di timore per il futuro dei suoi figli. Improvvisamente decide di staccarsi da loro e conoscere gli affari di Andrés per poterli proteggere. Comincia ad avere paura di lui e dei suoi affari illeciti e pericolosi, ma poi diviene preda di una passione folle per Carlos, un musicista che aveva “il potere della musica nelle mani” e le fa venire alla mente suo padre, di cui prova un senso profondo di nostalgia. Il suo sentimento d’amore, tuttavia, viene turbato da episodi di violenza efferata e continue minacce e, quando Carlos viene ucciso, lei compra una casa davanti al cimitero dove egli è sepolto e comincia a diventare diversa, più esigente ed indipendente. Il suo senso di dipendenza da Andrès scompare il giorno del suo funerale: Catalina si sente libera, quasi felice e riprende in mano la sua vita, perchè non è mai riuscita a viverla pienamente, poiché le sue vicende personali si sono sempre frammiste a successioni di potere, uccisioni e loschi affari.
Catalina rappresenta l’immagine di una donna, apparentemente debole, vittima delle circostanze, che tuttavia riesce a dare alla sua vita un’impronta di forza, lasciandosi tutto alle spalle e soprattutto dando col suo esempio, opinioni divergenti su ciò che la vita le offre, opponendosi ad essa, attraverso quello sguardo sul mondo che è particolarmente suo, anche se a volte si rivela sbagliato. E si muove tra i diversi personaggi, che diventano secondari per quel suo modo di affrontare la vita e la sua passione la rende viva e autentica: “Strappami la vita”, le parole e le note di una tango messicano riflettono la sua nuova esistenza e finalmente diventa protagonista, diversa da quando rimaneva isolata e “amava che la amassero”.

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