Democrazia Cristiana, da partito a idea nel libro di Rotondi

Nell’auditorium del Conservatorio ‘Domenico Cimarosa’, la manifestazione promossa da Cairo Editore con la fondazione ‘Fiorentino Sullo’ e il Comune di Avellino. Tra i relatori, con l'autore, la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati

Democrazia Cristiana, da partito a idea nel libro di Rotondi "La variante Dc", presentato ad Avellino

Gianfranco Rotondi, Gerardo Bianco e la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ad Avellino hanno ricordato la centralità della Democrazia Cristiana nella genesi repubblicana italiana e nel processo di formazione e integrazione dell’Europa unita.

La variante Dc, Gianfranco Rotondi fa la storia della Democrazia Cristiana da partito a idea. La copertina

L’occasione l’ha fornita la presentazione del libro scritto dall’ex ministro Rotondi, dal titolo “La variante Dc”. Una riflessione su ciò che questo partito ha rappresentato per l’Italia, ricostruita dalle macerie lasciate dal ventennio fascista e dall’ultimo conflitto che ha dilaniato l’Europa. Immagini terribili, di morte e disperazione, tragicamente evocate dai riflessi e dall’eco che arrivano dalla guerra in Ucraina. Il fragore dei bombardamenti dell’ex Armata Rossa, entrata in armi a poche centinaia di chilometri dai confini tedeschi, dall’Ue, ha reso tragicamente attuali ricordi di un tempo che si riteneva forse solo illusoriamente lontano. Il clima in cui si è consumato il dibattito ha rivelato e riproposto molto più delle parole la funzione propulsiva per la democrazia italiana che ha avuto e oggi ancora ha la Democrazia Cristiana per l’Italia, viva e radicata non solo con i suoi valori, ma anche con autorevoli testimoni della sua tradizione. Gianfranco Rotondi ha ricordato che anche in queste settimane l’Italia ha chiesto e ottenuto al democratico cristiano Sergio Mattarella di restare al vertice della massima istituzione dello Stato. Il confronto non ha riguardato, quindi, la “storia di un partito che non c’è più” ma, citando il sottotitolo del testo di Rotondi, è il “partito che non c’è ancora”. Nell’auditorium del Conservatorio musicale ‘Domenico Cimarosa’ di Avellino, la manifestazione promossa da Cairo Editore con la fondazione ‘Fiorentino Sullo’ e il Comune di Avellino, ha efficacemente riproposto il vuoto lasciato dalla Democrazia Cristiana nella società italiana prima ancora nella politica.

Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato

La Presidente del Senato ha adoperato una espressione fortemente evocativa per descrivere quel vuoto. “La Democrazia Cristiana era una istituzione nelle istituzioni”, ha affermato, alludendo alla capacità del partito di Alcide De Gasperi e Aldo Moro di canalizzare al servizio del Paese forze intellettuali fresche dalla società civile alla responsabilità del governo, nella continuità di un disegno europeo di rilancio democratico nel contesto atlantico. Si avverte la mancanza di un partito in grado di produrre una rappresentanza in grado di rinnovare la tradizione politica della Dc, ha spiegato Rotondi, con riferimento alla crisi identitaria e di prospettiva che l’ex ministro vede nel campo del centrodestra. Definendo “una cooperativa elettorale” le forze che oggi si propongono come artefici della coalizione, il rischio per Rotondi è che il centrodestra finisca su un binario morto. Per Gerardo Bianco, protagonista nella Dc ma ricordato tra i fondatori come segretario del Partito Popolare de L’Ulivo, lo spazio lasciato dalla Democrazia Cristiana è da molti inseguito, vanamente anelato, ma non interpretato. Non c’è la Dc perchè non c’è un progetto che rinnovi la politica rileggendo i suoi valori nel tempo di oggi e di domani. In questo contesto di crisi dei partiti, della rappresentanza e, quindi, delle istituzioni, i relatori si sono ritrovati sulla realtà di una Democrazia Cristiana che oggi certamente non è più partito, ma che si propone dopo trent’anni dal suo dissolvimento come una idea attuale, lo stimolo giusto per una politica che deve ritrovare la memoria, di fronte a bombe e guerra tornate a minacciare la pace e il futuro dell’Europa. Il confronto, aperto dal saluto del Sindaco di Avellino, Gianluca Festa, è stato moderato da Luciano Ghelfi del Tg2.

Alcide de Gasperi parla alla folla dal balcone della sede della Democrazia Cristiana a Roma, il 21 aprile 1948 dopo la storica vittoria elettorale di quell’anno, quello della Costituzione Repubblicana

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