Epidemia di Covid-19, De Luca Picione: responsabilità sociale e cooperazione primo antidoto

CAMPAGNA VACCINALE SOLO ALL'INIZIO. L'analisi sull'impatto sociale della pandemia condotta dal Prof Raffaele De Luca Picione, responsabile del Corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche dell’UniFortunato

«L’epidemia di Covid-19 si supera con la responsabilità sociale e la cooperazione. Il vaccino è un passo importante ma non è un amuleto». Così il Prof Raffaele De Luca Picione, responsabile del Corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche dell’UniFortunato. Con la sua analisi ricorda che il cammino oltre la pandemia richiede l’attiva partecipazione collettiva, in attesa che i tempi della medicina consentano di superare definitivamente l’epidemia di Covid-19. Quando il Covid-19 non sarà più una epidemia resteranno le conseguenze sociali. «Il vaccino contribuirà alla risoluzione dei fondamentali problemi connessi alla salute, ma cosa accadrà a tutte le faglie che si sono aperte sul versante psicologico, sociale e politico?». Di seguito le sue considerazioni.


Epidemia di Covid-19, vaccino un passo importante ma non è un amuleto, la pandemia si supera con la responsabilità sociale e la cooperazione

di Raffaele De Luca Picione | Professore Associato di Psicologia Dinamica e responsabile del Corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche dell’Università Giustino Fortunato di Benevento

Raffaele De Luca Picione, Professore Associato di Psicologia Dinamica e responsabile del Corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche dell’Università Giustino Fortunato di Benevento

Da qualche giorno si registrano più contagi da coronavirus, a dimostrazione che non bisogna abbassare la guardia, nonostante la campagna vaccinale in corso, perché per superare questa crisi e ripristinare la normalità sono cruciali la responsabilità sociale e la cooperazione. “Il vaccino anti Covid è un passo importante ma non ci deresponsabilizza. Non è una sorta di amuleto che ci mette al riparo da ogni rischio. La pandemia la si supera su più piani, su quello della responsabilità sociale e della cooperazione. L’annuncio della scoperta del vaccino contro il Covid apre una nuova importante fase della pandemia. Si intravede cioè la possibilità di rispondere all’emergenza sanitaria non più esclusivamente in termini di distanziamento sociale e di limitazione delle attività sociali (che siano esse formative/scolastiche, lavorative, culturali, turistiche o ricreative). Sino ad oggi non abbiamo potuto fare altro che ridurre le attività in presenza, di contatto e di vicinanza fisica o proteggerci con le mascherine, vale la pena ricordare anche che il rovescio della medaglia di questa restrizione è l’espansione invece di canali e strumenti di comunicazione multimediali attraverso i quali le reti sociali e le attività lavorative/formative/associative/culturali si sono potute non solo mantenere in vita ma addirittura espandere”. Il vaccino è sicuramente un passo importante, decisivo e fondamentale per rispristinare uno sguardo di fiducia verso il futuro, il superamento della crisi e il ritrovamento della vicinanza fisica e della condivisione degli spazi. Credo, però, sia anche importante riflettere sul fatto che il vaccino non può essere considerato come una soluzione magica e tout court alla pandemia che ristabilirà la cosiddetta ‘normalità’. Il vaccino contribuirà alla risoluzione dei fondamentali problemi connessi alla salute, ma cosa accadrà a tutte le faglie che si sono aperte sul versante psicologico, sociale e politico? È molto recente su Lancet – rivista medica internazionale di primo ordine – un dibattito in cui si propone di rinominare la pandemia come “sindemia” per l’impatto e gli effetti in termini sistemici, sociali, culturali, politici, economici, ed etici che ad essa sono connessi. Ciò vuol dire che la pandemia è un fenomeno su scala mondiale non solo di ordine sanitario e bio-medico, ma essa è connessa con ogni sfera dell’attività umana, dalla salute fisica a quella psichica e sociale, per esempio essa ha un grosso impatto sulla salute mentale e contribuisce fortemente ad accrescere le disuguaglianze sociali. In una ricerca su scala nazionale da me condotta insieme ad altri colleghi della mia Università Giustino Fortunato (ricerca che è in corso di pubblicazione) abbiamo verificato le diverse percezioni e i diversi modi con cui le persone hanno dato significato alla crisi pandemica. Superare una crisi non significa tornare alla normalità pensando di cancellare un periodo infelice e angosciante. Superare una crisi significa soprattutto aver appreso nuovi modi di affrontare le sfide e di individuare creativamente nuovi sviluppi. In termini psicosociali tali riflessioni sono fondamentali ai fini di una elaborazione del trauma individuale e collettivo generato dalla pandemia e vanno ben oltre la riapertura del fronte di scontro tra coloro che ora sono entusiasti sostenitori del vaccino e ne salutano l’avvento con felicità e coloro che invece sono preoccupati, spaventati e perplessi. Il vaccino è un fondamentale passaggio in questa fase ma non è la “bacchetta magica” che ripristinerà il corso della passata normalità cancellando il 2020 e che autorizzerà le persone a dimenticare quanto è avvenuto o a reiterare comportamenti irresponsabili. Un trauma si supera “imparando dall’esperienza”.


L'Ateneo

L’Università Giustino Fortunato (www.unifortunato.eu), riconosciuta dal Miur e promossa dall’Anvur, è stata istituita con D.M. 13 aprile 2006 (G.U. del 6 maggio 2006, n.104) e oggi, con tre aree di attività – didattica, ricerca e terza missione – è tra le più qualificate e autorevoli università telematiche italiane. Con sette corsi di laurea e curricula specifici triennali e specialistiche – da Economia aziendale a Giurisprudenza, Psicologia, Scienze dell’educazione e Scienze e tecnologie del trasporto – l’UniFortunato guarda al futuro, coniugando i saperi tradizionali con le più avanzate tecnologie e-learning, che permettono di studiare in modo flessibile e personalizzato con il materiale didattico disponibile online h24/7, grazie anche alla professionalità del corpo docente e degli e-tutor. I percorsi formativi sono analoghi a quelli delle università tradizionali e i titoli di studio hanno il medesimo valore legale. Tre le sedi di esame: Benevento, Milano e Roma.


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