Cesare Uva, Avellino celebra il bicentenario della nascita

Al Circolo della Stampa una mostra di quadri autografi del maestro avellinese e un allestimento speciale con 12 foto ad alta risoluzione dal titolo: “Cesare Uva a 200 anni dalla nascita”

Cesare Uva, Avellino celebra il bicentenario della nascita con una mostra sui paesaggi marini

Primo evento culturale ad Avellino realizzato in occasione dell’inizio delle celebrazioni per il Bicentenario della nascita del pittore Cesare Uva (1824-1886). Si è aperta una mostra di quadri che propone opere autografe del maestro avellinese. Come evento collaterale, la mostra fotografica “Cesare Uva a 200 anni dalla nascita” con 12 foto ad alta risoluzione. Condotto da Sabino Morano (scrittore e saggista), al vernissage sono intervenuti: Angelo Cutolo (coordinatore di In Arte Libertas), Antonio Carpentieri (Pax Christi), Giovanna Nicodemi (conservatrice di beni culturali), Gerardo Troncone (ingegnere e coordinatore del Gruppo Archeologico Irpino). Stefano Orga, critico d’arte, ideatore e curatore dell’allestimento, ha presentato La mostra dei disegni di Luigi Vanvitelli. Il vernissage è culminato nel taglio del nastro, affidato a Michela Femina, coordinatrice del Centro di ricerca “Basilio Orga”. Ha completato il programma un angolo canoro musicale, con Giuseppe D’Amore (voce e tamburello) & Valentino Di Pietro (flauto dolce) che hanno interpretato: Giovanni Paisiello (1740-1816) La notte; Anonimo (del XIX secolo) La fata di Amalfi e Anonimo (1838) Te voglio bene assaje.

Cesare Uva, Avellino celebra il bicentenario della nascita con una mostra sui paesaggi marini

PAESAGGI MARINI, LA MOSTRA DEDICATA A CESARE UVA. La mostra L’arte di Cesare Uva nei paesaggi marini offre una selezione di opere caratterizzate dal particolare interesse qualitativo e, soprattutto, storico-critico. La mostra è ideata e curata da Stefano Orga, studioso e critico d’arte esperto di pittura napoletana del Settecento e dell’Ottocento, oltre che di pittura italiana del primo Novecento. L’evento ostensivo ha la direzione artistica di Michela Femina, coordinatrice del Centro di ricerca “Basilio Orga”. I lavori pittorici proposti in ostensione godono di una straordinaria freschezza che enfatizza il lavoro di Cesare Uva (1824-1886). L’evento culturale sarà promosso dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” con la collaborazione del Circolo culturale “Francesco Solimena”, de In Arte Libertas e dell’Associazione Culturale ACO. «Uno speciale ringraziamento va formulato alle famiglie che gentilmente ci hanno pestato le opere di Cesare Uva per questo straordinario evento ostensivo e all’ “Antiquario Re di Bronzo” di Avellino per la collaborazione», scrivono gli organizzatori.


Profilo del pittore

Cesare Uva

Nacque ad Avellino l’undici novembre 1824 da Lucia D’Argenio (1800-1877) e Mariano (1794-1860), un pittore decoratore, che lo spronò ad interessarsi all’arte pittorica. La famiglia era di condizioni economiche modeste. Esordì a livello locale presso la Mostra d’arte Irpina del 1848, che si tenne ad Avellino, ove propose il dipinto Albero invecchiato (1848). Ad Avellino il nostro pittore entrò in contatto con Enrico Capozzi (1820-1890), suo lontano parente paterno, che successivamente divenne un suo mecenate. All’età di circa ventisei anni si trasferì a Napoli ove poté frequentare il Regio Istituto di Belle Arti di Napoli, qui seguì le lezioni, prima di Costanzo Angelini (1760-1853), dal 1853 quelle di Giuseppe Mancinelli (1813-1875), ed in fine studiò con Gabriele Smargiassi (1798-1882), che lo influenzò notevolmente verso la Pittura romantica, tanto che Cesare Uva fondò la Scuola romantica avellinese nella sua bottega, impartendo lezioni di disegno e di pittura. Fu invitato alla “Biennale Borbonica di Belle Arti” del 1855, presso il Museo, ove presentò il dipinto ad olio Veduta di Avellino con ponte. Dopo gli studi partenopei ad Avellino aggiornò la bottega paterna verso le istanze della Pittura romantica, tanto da fondare la Scuola Romantica Avellinese. Dal 1858 le sue opere furono molto apprezzate dall’aristocrazia napoletana, in quanto i suoi lavori furono molto graditi da Ferdinando II di Borbone (1810-1859). La sua famiglia nei primi mesi del 1859 si trasferì definitivamente a Napoli. Qui si sposò con Antonietta Andreani. Partecipò anche alle esposizioni d’arte della “Promotrice di Belle Arti Salvator Rosa” di Napoli dal 1862 al 1877. Nel 1877 restaurò il Teatro comunale di Avellino. Nel 1879 aprì una bottega d’arte con il pittore avellinese Giovanni Battista (1858-1925) in Via Riviera di Chiaia al n° 266. Negli anni ottanta del Diciannovesimo secolo ottenne la Croce di cavaliere della Santa Sede da Papa Leone XIII (1810-1903), per meriti artistici, grazie alla segnalazione dell’Abate di Montevergine Dom Guglielmo De Cesare (1812-1884). All’“Esposizione Nazionale di Belle Arti” di Roma del 1883 inviò le tempere Foresta in primavera e Ritorno dalla festa al tramonto. Si spense a Napoli, sua città adottiva il 16 febbraio 1886.


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