Attraverso un originale processo di assessment sono state individuate e premiate 8 Imprese Best Ambassador del vino italiano che si sono distinte per percorsi di sostenibilità, innovazione, internazionalizzazione; hanno contribuito attivamente a rafforzare la distintività sui mercati; rappresentano un volano per l’attrattività dei territori in cui operano
Indagine UniCredit/Nomisma: le imprese vitivinicole del Sud mostrano una maggior dinamicità nell’export dell’ultimo decennio, con una crescita media tra l’80% e il 100% rispetto ad una media nazionale (65%).
Per il Sud è stata individuata Feudi di San Gregorio: è oggi il marchio simbolo del rinascimento enologico del meridione d’Italia e di una cultura del bere volta a riscoprire l’identità dei sapori mediterranei. Valorizzare i vitigni del Sud Italia come l’Aglianico, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo, investire nella terra e nella tradizione secolare della viticoltura irpina, restituendo un futuro ad un patrimonio ambientale unico. Dai risultati dell’analisi di Nomisma Wine Monitor risulta una delle aziende che più si sono distinte per un percorso di premiumization e internazionalizzazione. Ottimo punteggio anche nell’ambito della sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale. L’UniCredit Wine Award ad Antonio Capaldo è stato consegnato da Remo Taricani, Deputy Head di UniCredit Italia. “Essere fra le aziende selezionate da UniCredit e Nomisma – ha spiegato Antonio Capaldo, Presidente di Feudi di San Gregorio – è una bellissima soddisfazione e un incitamento a proseguire nel nostro percorso, consci che, oggi, essere sostenibili non è una scelta né un merito ma una necessità per poter sopravvivere come impresa nei prossimi decenni”. Le altre aziende premiate sono: Vajra (Piemonte); Ricci Curbastro (Lombardia); Masi Agricola (Veneto); Umani Ronchi (Marche); Spinelli (Abruzzo); Planeta (Sicilia). Premio speciale a Cavit (Trentino-Alto Adige) per il progetto PICA dedicato all’innovazione digitale in campo. La Campania è la seconda regione italiana in termini di redditività, mentre la Puglia è al top per la produzione Bio.
L’INDAGINE UNICREDIT-NOMISMA. Arriva alla tappa finale il percorso di analisi sul posizionamento competitivo delle filiere agroalimentari avviato da Unicredit e Nomisma, che dopo aver presentato a Vinitaly 2021 e 2022 rispettivamente il super-indice Agri4Index dedicato al rating della filiera vitivinicola italiana rispetto ai competitor europei e lo scoring delle Regioni del Vino, in questa occasione ha identificato 8 imprese Best Ambassador del vino italiano. Attraverso la declinazione a livello aziendale dell’approccio metodologico utilizzato per le fasi precedenti (rating di filiera e scoring delle regioni del vino) e mediante un originale processo di assessment che ha preso in considerazione oltre 90 indicatori collegati, tra le altre cose, ad investimenti in sostenibilità ambientale e sociale, digitalizzazione, internazionalizzazione, premiumisation, brand reputation e valorizzazione territoriale, si è giunti all’identificazione di 8 Best Ambassador tra le imprese che hanno partecipato a tale valutazione e che hanno ricevuto l’Unicredit Wine Award.
L'ANALISI
- LE IMPRESE. Dall’indagine UniCredit-Nomisma presentata durante la giornata è emerso che le imprese rappresentano un asset strategico per il valore della filiera vitivinicola italiana e del Mezzogiorno. Negli anni si sono infatti evolute per rispondere alle continue sfide del mercato, generando valore non solo per se stesse ma anche per i territori in cui sono inserite. Il record “sfiorato” degli 8 miliardi di euro di export del 2022 è il risultato di un riposizionamento qualitativo del portfolio vini venduti oltre i confini nazionali che in dieci anni ha visto scendere i volumi di vino sfuso dal 31% del 2012 al 19% del 2022 e contestualmente crescere quelli di spumanti dal 9% al 24%. Nello stesso tempo, l’export del vino italiano è cresciuto – a valore -di quasi l’80% verso i mercati del Nord America e dell’Asia, riducendo così il peso di quelli europei, più “facili” da raggiungere ma spesso meno profittevoli.
- EXPORT. L’indagine di UniCredit e Nomisma evidenzia come sono proprio le imprese vitivinicole del Sud Italia quelle che hanno mostrato una maggior dinamicità nell’export dell’ultimo decennio. Sono in particolare quelle di Abruzzo, Campania e Puglia a crescere tra circa l’80% e il 100% rispetto ad una media nazionale del 65% (nello specifico: Abruzzo +98,5%, Campania +86,8% e Puglia +78,5%), tuttavia il Sud ha ancora un enorme potenziale da esplorare dal momento che il peso relativo del Mezzogiorno sul totale delle esportazioni nazionali è del 9% contro il 73% del Nord.
- LA CAMPANIA. L’analisi di UniCredit e Nomisma evidenzia inoltre come la Campania si colloca al top delle regioni italiane in termini di redditività media delle società di capitale, con una crescita del 15,6% tra il 2017 ed il 2021 (superiore alla media Paese del +11,2%), dietro solo alla Toscana (20,3%) e prima del Friuli Venezia Giulia (14,6%), del Piemonte (13,4%) e della Sicilia (12%).
- QUALITÀ DEI VINI. Sul fronte della qualità dei vini, invece, è la Puglia, in linea con la crescente domanda di vini biologici, a proseguire l’espansione della coltivazione biologica della vite. In Regione la superficie di vigne a coltivazione biologica è il 18% del totale di vigneto, collocandosi prima tra le regioni del Sud Continentale e al quarto posto in Italia (dopo la Toscana con il 42%, le Marche con il 36% e la Sicilia con il 31%). Tuttavia è la Campania tra le regioni meridionali a registrare tra il 2011 ed il 2021 un incremento della superficie regionale coltivata a vite bio, con un incremento del 259% (superiore alla media Italia del +138%), contro il +105% della Puglia (seconda regione del Sud dopo la Campania). Sempre sul fronte della qualità dei vini, emerge infine un miglioramento per regioni del Sud anche dal punto di vista dell’incidenza di vini generici sul totale della produzione, con la Campania che passa dal 39 al 17%, mentre la Puglia scende dal 71 al 64% e la Calabria passa dal 23 al 13%. Infine, se le imprese del Nord Est evidenziano un maggior attivismo sui social per accrescere awareness e brand reputation presso i consumatori con il 49% delle imprese (tra le top 500 per fatturato) che utilizzano almeno 4 social (facebook, instagram, twitter e linkedin), tuttavia anche su questo fronte si registra un certo dinamismo per le aziende delle regioni del Sud, con il 23% delle imprese che utilizzano i canali social, contro il 15% del Nord Ovest ed il 13% delle aziende del Centro Italia.
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