Luca Cafasso: rinnovare il Pd per cambiare il Mezzogiorno

Il segretario del Circolo e consigliere comunale con delega all'ambiente e territorio a Pratola Serra interviene nel dibattito politico in provincia di Avellino: «Occorre riorganizzare sui contenuti il campo riformista per battere le destre»

Il segretario del Circolo PD di Pratola Serra, Comune dove ricopre anche la funzione di consigliere comunale con delega ad Ambiente e Territorio, Luca Cafasso, interviene nel dibattito politico in provincia di Avellino. «Occorre riorganizzare sui contenuti il campo riformista per battere le destre», spiega nell’intervista, sottolineando come gli amministratori locali abbiano bisogno di un ritorno della politica per affrontare le grandi sfide sul tappeto e dare risposte concrete ai cittadini.

Luca Cafasso, Segretario del Circolo Pd di Pratola Serra

Luca Cafasso, in queste settimane il tema dell’Autonomia Differenziata domina il dibattito politico, alimentando un conflitto tra Nord e Sud che non si vedeva da tempo. Da dirigente politico locale ritiene la riforma una minaccia per il Sud?
L’autonomia differenziata parte dalla riforma del titolo V della costituzione, anche se le modalità di funzionamento sono arrivate nel 2009 con la legge 42. Il primo e sostanziale problema parte dai LEP, livelli essenziali di prestazione, perché definirli non è cosa semplice: se si parte dalla spesa storica si arriva sempre allo stato attuale; se invece si punta su una spesa media senza aggiungere ulteriori risorse, si innesca un meccanismo di devoluzione delle regioni più ricche.

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Non dobbiamo dimenticare che sono 23 le materie da conferire all’autonomia, quindi ci sarà una ragione sul fatto che da oltre 20 anni non si riesce ad arrivare alla soluzione. La mia principale preoccupazione è l’impronta ideologica di una certa destra che ha sempre visto il Sud come un peso. Si rischia un paese con la giubba arlecchino, con istruzione e sanità sempre più penalizzate al sud.

Nel frattempo, anche l’attuale assetto economico del Mezzogiorno non dà risposte. Nel Sud non si fanno figli e c’è una costante fuga dei giovani.
Il cosiddetto inverno demografico che interessa tutto l’occidente si è innescato per vari fattori che andrebbero studiati e approfonditi in maniera seria, ma che vede anche dei processi irreversibili che sono parte integrante della società moderna. Mi collego a questo perché noi al sud e soprattutto nelle aree interne stiamo vivendo un fenomeno conseguenziale e altrettanto pericoloso per il futuro e lo sviluppo dei nostri territori, ed è lo spopolamento. Non solo i numeri parlano chiaro, oramai il fenomeno è diventato evidente e tangibile.

Come se ne esce?
La soluzione nell’immediato è quella di sfruttare al massimo lo strumento del ‘Next Generation Eu’, che si basa su 6 aree tematiche: digitalizzazione, Innovazione, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

Nel suo Comune, Pratola Serra, cosa si sta facendo?
In questa fase come amministrazione siamo molto attenti a questi argomenti con un dialogo costante perché i comuni hanno l’onere, con tutte le difficoltà, di intercettare le risorse, collegarle ad una visione di crescita armoniosa e non improvvisata, per poi arrivare alla fase di progettazione.

Sul piano politico, intanto, il Partito democratico è impegnato in un congresso per la sopravvivenza, come è stato detto. Da militante e segretario di Circolo scommette ancora sul futuro del PD?
Il PD si è confermato il secondo partito alle ultime regionali e un ulteriore dato è venuto fuori dai 5 Stelle e dal Terzo Polo, che attestano una perdita sostanziale di consensi. Quindi se qualcuno pensava di sostituirsi o addirittura sperava nell’implosione, si è sbagliato di grosso.

Quindi… tutto risolto?
No. Il PD va rifondato tutto, perché deve fare i conti con gli errori del passato per cercare di ripartire. Dal 26 febbraio in poi la posta in gioco è altissima perché il PD rimane l’unico partito vero, antagonista alla destra, che può dare risposte a quella gran parte di persone deluse dalla politica.

Cosa farebbe per risollevare il Pd?
Prima di tutto bisogna mettere d’accordo tutti quelli che si riconoscono nel campo progressista e riformista su temi reali e sempre trascurati, prendendo posizioni chiare su: salario minimo, progressività fiscale, rimodulazione della tassazione delle rendite finanziarie, contratto di lavoro stabile e sicuro, diritti civili, riforma seria della giustizia. Secondo me questi sono i temi che faranno la differenza e che potranno far ripartire il PD dalle sue radici.

E ad Avellino?
A livello provinciale non c’è molto da discutere. L’attuale segreteria, composta da persone per bene e competenti partendo dal segretario Pizza, è nata da un accordo fatto a Roma l’anno scorso. Dopo il 26 febbraio con la nuova segretaria nazionale si dovrà dare la possibilità ai tesserati di eleggere i componenti della segreteria provinciale, perché non dobbiamo dimenticare che sono 10 anni che il partito non elegge un segretario legittimato dalla base. La discontinuità con il passato deve partire dalla capacità di rinnovarsi permettendo agli iscritti di decidere e di avanzare le istanze del proprio territorio grazie a riferimenti eletti e quindi riconoscibili.

In che modo?
Faccio un esempio concreto: noi abbiamo la FCA (Stellantis) di Pratola Serra che ad oggi, tranne sorprese, non ha un piano di riconversione dopo la conferma dello stop delle immatricolazioni dei motori termici dal 2035. Ora noi ce la metteremo tutta per cercare una strada percorribile affinché si arrivi ad un tavolo con gli attori principali, però è evidente che da soli non ce la potremo mai fare.Non è neanche pensabile una chiusura o ridimensionamento massiccio dello stabilimento che metterebbe alla porta 1700 lavoratori non calcolando l’indotto; è in gioco il tessuto sociale ed economico di un intero territorio già alle prese con le problematiche che abbiamo ora evidenziato.


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