Gestione dei rifiuti in Irpinia, De Luca (ORGR): l’ATO recuperi Avellino

«SÌ ALLA GESTIONE MISTA PUBBLICO PRIVATO». Il Presidente dell'Osservatorio Regionale lancia un monito alle rappresentanze istituzionali dell'Ente d'Ambito perché apra un canale di dialogo con il Comune capoluogo: serve una soluzione condivisa.

Serve una intesa tra Comune Capoluogo e Ato dei Rifiuti per arrivare ad una soluzione unitaria sulla gestione dei rifiuti in Irpinia. È quanto afferma Enzo De Luca, Presidente dell’Osservatorio Regionale, che lancia un monito alle rappresentanze istituzionali, ma in particolare all’Ente d’Ambito, cui spetta il dovere stabilito per legge di arrivare all’affidamento del servizio integrato entro il 30 marzo 2023, in base agli ultimi provvedimenti nazionali. Il monito dell’ORGR serve a ricordare che il tempo sta scadendo. «La scadenza del 30 marzo prossimo, termine ultimo per affidare il servizio integrato, implica il rischio di un commissariamento delle istituzioni locali preposte con l’attuazione di poteri sostitutivi», si legge. Di seguito il testo.


Tra Comune di Avellino e Ato Rifiuti prevalga il senso di responsabilità

Dichiarazione stampa di Enzo De Luca | Presidente dell’Osservatorio Regionale sulla gestione dei rifiuti in Campania

Enzo De Luca

L’Ato Rifiuti e il Comune di Avellino sono chiamati ad assumere con responsabilità e tempestività decisioni che mettano al sicuro la continuità e la stabilità della gestione unitaria del ciclo integrato ambientale. I percorsi distinti e, fin qui, alternativi, avviati dall’Ente d’ambito Rifiuti e dal Comune di Avellino – che si dice pronto a costituirsi in SAD (Sub Ambito all’interno del Distretto) – mettono a rischio gli equilibri delicati di una gestione ambientale, che la Legge Regionale 14/2016 stabilisce debba essere improntata alla efficienza, alla sostenibilità e alla solidarietà. Nell’interesse esclusivo dell’utenza e dei cittadini, occorre tenere unito il territorio provinciale in questa sfida per la legalità, la trasparenza e la competitività, in pieno accordo con le direttive e gli indirizzi formulati da Unione Europea, Governo Italiano e Regione Campania. Economia di scala e concorrenza costituiscono la base su cui fondare il nuovo ciclo integrato ambientale. La divisione tra il Capoluogo e l’Irpinia può vanificare alcuni dei pilastri della riforma. A tal proposito, sono condivisibili le preoccupazioni espresse pubblicamente in queste ore dal Presidente della Provincia. La scadenza del 30 marzo prossimo, termine ultimo per affidare il servizio integrato, implica il rischio di un commissariamento delle istituzioni locali preposte con l’attuazione di poteri sostitutivi. Senza una correzione di rotta, in sostanza, si vanificherebbero gli sforzi prodotti nell’ultimo decennio per ripristinare in Campania i poteri ordinari, sottratti ai 550 Comuni a partire dal 2009. Per scongiurare questo scenario, si sollecita l’apertura di un confronto di merito tra gli attori istituzionali coinvolti, per arrivare ad una sintesi tra le posizioni già delineate, ricercando e trovando le ragioni di una convergenza possibile. Per esempio, affidare la gestione dell’intero ciclo integrato – nell’ambito ottimale della provincia di Avellino compreso il Capoluogo – ad una società a maggioranza pubblica. Nel salvaguardare il patrimonio industriale e di know how realizzato in questi anni dalla partecipata della Provincia di Avellino ‘Irpiniambiente’ spa, è ancora possibile attuare gli indirizzi per una apertura regolamentata al mercato. In sede di confronto le parti possono trovare quelle intese di dettaglio adeguate a garantire l’interesse dei cittadini di oggi e di domani, delle imprese e dei territori, tutelando con sostenibili piani d’ambito provinciali l’ambiente, nel solco della legge regionale 26 maggio n.14.


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