Piano di Zona A6, Alaia: tutelare i minori con disabilità psichiche

«DAL 20 GENNAIO SONO SOSPESI I SERVIZI DI TUTORAGGIO EDUCATIVO». Appello del vicesindaco di Avella ai colleghi delegati: «Prendano atto, insieme a noi, di quella che è evidentemente una situazione ormai socialmente intollerabile»

«Il Direttore Generale del Piano di Zona A6, con una noncuranza sconcertante, senza avvisare i comuni, ha comunicato ai centri accreditati che dal 20 gennaio sono sospesi in tronco i servizi di tutoraggio educativo rivolti ai minori con disabilità psichiche. Tale decisione sarebbe motivata da una presunta carenza di risorse che, per quanto ci riguarda, mal si concilia con l’entità delle somme che i comuni assegnano al Consorzio. Il direttore Forte è chiamato a spiegare come vengono impiegati i centomila euro all’anno che il solo Comune di Avella trasferisce puntualmente ad un Piano di Zona che ha ormai dimostrato tutta la sua inefficienza e una sconcertante approssimazione nell’erogazione dei servizi socio assistenziali». Così in una nota il vicesindaco di Avella, Anna Alaia.

Anna Alaia

«SERVE UNA REVISIONE DELLA PROGRAMMAZIONE». «Da delegata al Piano di Zona A6 – prosegue Alaia – chiedo ufficialmente che il Direttore Forte spieghi come vengono impiegate le risorse di cui il Consorzio dispone in ragione della determinazione 50/2021, con la quale sono stati accertati i fondi del PDZ e le quote di compartecipazione dei comuni per il 2022. E deve spiegare come possano essere sottratte a una categoria così vulnerabile qual è quella dei bambini disabili, nonostante tra i servizi programmati ai sensi della legge 328/2000 e della legge regionale 11/2007 ci sia proprio il tutoraggio educativo per il supporto all’inclusione sociale dei minori e giovani in condizione di disagio sociale. Una circostanza, questa, che mi costringe a malincuore a prendere atto dell’approssimazione con cui il Piano di Zona porta avanti il suo lavoro. Fin qui ho taciuto, sperando che le mancanze constatate nell’ambito dei servizi socio-assistenziali che fanno capo al Piano di Zona fossero attribuibili all’inesperienza di un Consorzio da poco costituito. Ad oggi, invece, dopo tanto tempo, nulla è cambiato. Anzi, la situazione è peggiorata in maniera irreversibile. Tale condizione mi spinge ad esplicitare, anche pubblicamente, i dubbi sulla reale operatività di questo Ente; dubbi già espressi, peraltro, in seno all’Assemblea, alla presenza dello stesso Direttore Generale. «Per quanto mi riguarda – aggiunge il vicesindaco -, non posso rassegnarmi all’idea che l’intero settore delle politiche sociali vada letteralmente a rotoli, solo perché i Comuni sono costretti per legge a demandare la gestione a un Consorzio che, nel nostro caso, non adempie ai propri compiti, ivi compresi quelli di ordinaria amministrazione. Eppure – osserva Alaia – le somme che i comuni trasferiscono sono ingenti: con cadenza annuale, tutte le amministrazioni pagano le quote e in cambio ricevono disservizi che, almeno per quanto mi riguarda, non sono disposta a tollerare». «Non consentirò che le persone fragili residenti sul mio territorio continuino ad essere così terribilmente mortificate – perché di questo si tratta -, non potendo essere garantite nella certezza e nella continuità dei servizi e delle terapie di cui quotidianamente necessitano e che hanno il sacrosanto diritto di ricevere. Mi appello ai colleghi delegati affinché prendano atto, insieme a noi, di quella che – conclude Alaia – è evidentemente una situazione ormai socialmente intollerabile».


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Anna Alaia, Comune di Avella, Piano di Zona A6, Tutoraggio dei minori con disabilità psichiche

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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