
Il concordato dell’Alto Calore è stato accolto dai giudici del Tribunale di Avellino. La documentazione in formato esclusivamente digitale era stata trasmessa attraverso posta certificata agli uffici giudiziari competenti per la valutazione e l’eventuale approvazione, in accordo con i creditori. Il procedimento richiede un periodo compreso tra i 5 e i 6 mesi, ma il Tribunale ritiene ammissibile la richiesta dell’azienda. Nel frattempo, la Regione Campania ha affidato con riserva il servizio idrico integrato all’Azienda, in attesa che giunga alla conclusione il lavoro di verifica da parte dei giudici. Entro il 20 gennaio la società dovrà trasmettere alla Regione Campania il piano industriale definitivo per ottenere la concessione quinquennale. Ammonta a 170 milioni di euro il passivo dell’Alto Calore. Il piano proposto per risanare le perdite prevede lo scorporo del ramo di azienda sannita, il passaggio alla Regione Campania delle infrastrutture sorgentizie di Cassano Irpino e Montemarano Baiardo con il taglio degli oneri manutentivi ed energetici, il recupero delle morosità, la revisione tariffaria, la ripresa degli investimenti in conto capitale, recependo i finanziamenti pubblici dedicati. Si aggiunge la quota dei ristori, che ammonta a 40 milioni di euro in cinque anni, già deliberati dalla Regione Campania (con provvedimento pubblicato l’8 novembre). Il concordato dell’Alto Calore accolto dal Tribunale di Avellino stabilisce un nuovo assetto aziendale, a partire dalla composizione societaria, limitata ai Comuni della Provincia di Avellino, eccetto Calabritto e Senerchia (parte del distretto idrico salernitano) e dei cinque Comuni autorizzati alle gestioni autonome in economia.
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