Associazione a deliquere per estorsioni, 4 arresti dei Carabinieri all’alba ad Avellino e hinterland

GLI INDAGATI SONO ACCUSATI DI INTIMIDAZIONE E DI VIOLENTI PESTAGGI FINALIZZATI AL RECUPERO DI CREDITI E ALL’AFFISSIONE ILLEGALE DI MANIFESTI ELETTORALI. Eseguiti anche due ordini di dimora. Indagine della Procura di Avellino

Sono accusati di associazione a deliquere per estorsioni i quattro arrestati all’alba dai Carabinieri ad Avellino e hinterland. I militari del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 indagati, di cui 3 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 2 sottoposti all’obbligo di dimora, gravemente indiziati – allo stato delle indagini – dei reati di “associazione per delinquere” finalizzata alla commissione di “estorsioni”, “lesioni personali aggravate”, “violenza privata”, nonché di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, “furto aggravato” e altro, si legge in una nota della Procura. Sono state condotte in queste ore numerose perquisizioni con l’ausilio di unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Sarno nonché di un velivolo del 7° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pontecagnano.

Elicotteri dell’Arma dei Carabinieri a supporto dei militari impegnati sul territorio

Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino, che ha coordinato le attività condotte dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Baiano.

Il Tribunale di Avellino, dove ha sede la Procura della Repubblica del capoluogo irpino

L’INDAGINE SULLA ASSOCIAZIONE A DELIQUERE PER ESTORSIONI. Le attività investigative hanno tratto origine da una violenta aggressione consumata nel 2020 ai danni di un uomo di Monteforte Irpino e hanno consentito di disarticolare un sodalizio criminoso, operante nella provincia di Avellino, composto da soggetti, molti dei quali frequentatori di palestre di pugilato, i quali, organizzati piramidalmente, erano dediti a variegate attività criminali, incentrate principalmente sull’imposizione del proprio gruppo come servizio di “security” in occasione di serate ed eventi tenuti da esercenti commerciali, in particolare, discoteche, bar e pub. Il gruppo criminale era specializzato anche nella realizzazione di attività di intimidazione e di violenti pestaggi, soprattutto su commissione, finalizzate al recupero di crediti e all’affissione illegale di manifesti elettorali. L’imposizione delle attività delinquenziali da parte del gruppo veniva esercitata mediante il sistematico ricorso alla violenza, avvalendosi della prestanza fisica degli appartenenti al sodalizio, nonché mediante l’utilizzo di bastoni, mazze da baseball e altri strumenti atti a offendere. Molteplici i casi di lesioni anche gravi, come fratture al volto, al cranio e agli arti, causate alle vittime, allo scopo di vincere ogni forma di resistenza, di indurre al sollecito pagamento dei debiti o impedire di sporgere denuncia. Alcuni membri dell’organizzazione erano, inoltre, dediti, individualmente, ad ulteriori attività criminali, quali furti in abitazioni, presso cantieri edili e di veicoli. Uno dei promotori si occupava anche del reclutamento di manodopera da destinare, all’impiego “in nero” e sottopagato, a servizi di portierato o di controlli anti-COVID presso centri commerciali e ipermercati di tutta la provincia.

CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ PREDATORIA. «L’attività di indagine si inquadra nel programmato contrasto alla criminalità predatoria che affligge li capoluogo e al provincia irpina, sia ad opera di singoli che di sodalizi organizzati, affidato dalla Procura della Repubblica ad un gruppo di indagine specializzato», si conclude la nota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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