Ariano ricorda il sisma del 1962 con la prevenzione. Il programma

“RISCHIO SISMICO E COMUNITA’ RESILIENTI”. In occasione della Settimana nazionale della Protezione Civile, esposizioni e dimostrazioni pratiche della capacità operativa, promosse dalla Prefettura di Avellino oggi e domani 14-15 ottobre presso il Centro Fieristico

Ariano ricorda il sisma del 1962 in Valle Ufita, Irpinia e Sannio. Oggi, venerdì 14 ottobre presso il Centro Fieristico della Comunità Montana Ufita si svolge, nell’ambito della “Settimana Nazionale della protezione civile”, la manifestazione dal titolo “Rischio sismico e comunità resilienti”.

Ariano ricorda il sisma del 1962

Ad Ariano la Prefettura ricorda il sisma del 1962 mirando ad informare e sensibilizzare i cittadini, ed in particolare i giovani, oltre che i Sindaci, quali autorità locali di Protezione Civile prossime al territorio. Organizzato dalla Prefettura di Avellino, d’intesa e con la preziosa collaborazione della Protezione Civile della Regione Campania, prevede momenti dimostrativi della capacità operativa dell’intero sistema di protezione civile, con particolare richiamo al rischio sismico, anche in considerazione della ricorrenza del 60esimo anniversario del terremoto che investì l’Irpinia e il Sannio il 21 agosto del 1962.

IL PROGRAMMA. Presso la struttura di Ariano Irpino sono presenti stand e spazi espositivi, ma anche quelle attrezzature che vengono impiegate in occasione degli eventi emergenziali, in modo da consentire alle Forze dell’Ordine, ai Vigili del Fuoco, alla Protezione Civile regionale ed a tutte le componenti del sistema di dimostrare realisticamente le azioni che vengono messe in campo in caso di necessità. Le numerose scolaresche presenti possono assistere a simulazioni operative, con l’allestimento di un campo base e l’ausilio di strumentazioni e di unità cinofile, oltre all’intervento di mezzi aerei messi a disposizione per il momento esercitativo.

PARTECIPANO. L’evento vede la partecipazione – oltre che della Protezione Civile regionale e delle Organizzazioni di volontariato – delle Forze di Polizia, Esercito, Vigili del Fuoco, A.S.L. e CO 118, Soccorso Alpino e Speleologico, Sezione Irpinia dell’INGV di Grottaminarda.

“RISCHIO SISMICO E COMUNITA’ RESILIENTI”. L’ASL DI AVELLINO PARTECIPA CON STAND SULLE EMERGENZE SANITARIE. L’ASL di Avellino, guidata dal Direttore Generale Mario Nicola Vittorio Ferrante, partecipa alla manifestazione promossa dalla Prefettura di Avellino e dalla Protezione Civile con eventi formativi, esposizioni e dimostrazioni pratiche di soccorso integrato in uno scenario di simulazione di maxi emergenza. Nel padiglione Fiera saranno presenti 4 stand dedicati all’“emergenze sanitarie”, di cui uno dell’ASL Avellino – CO 118 per la dimostrazione delle corrette manovre di soccorso in caso di arresto cardio-circolatorio; sarà inoltre possibile raccogliere le prenotazioni per accedere ai Corsi BLSD con rilascio di attestato finale.
Gli altri 3 stand saranno dedicati a Croce Rossa Italiana, Misericordie e ANPAS che esporranno le loro attività. Alla manifestazione prenderà parte anche il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL impegnato in eventi formativi sul tema della gestione sanitaria delle aree di accoglienza. “Questa manifestazione conferma la grande sinergia e lo spirito di collaborazione che ci unisce alla Protezione Civile a salvaguardia del benessere e della salute delle persone. – afferma il Direttore Generale Mario Nicola Vittorio Ferrante – L’obiettivo è aumentare la consapevolezza dei cittadini rispetto alle situazioni di rischio, quali terremoti ma anche guerre ed emergenze sanitarie, in modo da favorire l’adozione di corretti comportamenti per la riduzione del pericolo e la salvaguardia dei cittadini e dell’ambiente”.


60 ANNI FA

IL SISMA DEL 21 AGOSTO 1962 CAUSÒ 20 MORTI E 16MILA SFOLLATI. (Fonte: INGV). Esattamente cinquant’anni fa, il 21 agosto del 1962, un ampio settore dell’Appennino campano, comprendente il Sannio e l’Irpinia, fu colpito da due violente scosse di terremoto, separate da un intervallo di circa dieci minuti. Le scosse causarono un grave disastro e misero in ginocchio decine di comuni nelle province di Benevento ed Avellino. Una ventina furono i morti accertati ed oltre 16.000 i senzatetto. La magnitudo fu stimata in 6.1.  Una prima scossa fu sentita il 21 agosto alle ore 16.56 locali: fu abbastanza forte da spaventare la popolazione, come documentato ad Ariano Irpino, ma non causò danni. Questo primo terremoto fece in modo che molte persone rimasero fuori dalle case e in stato di allarme fino a quando, circa due ore più tardi, ci furono due violente scosse a dieci minuti di distanza tra di loro: la prima alle 19.09 e la seconda alle 19.19. Delle due scosse si ritiene che la seconda fu quella che causò più danni: le province più danneggiate furono quelle di Avellino e Benevento; danni meno gravi  furono rilevati anche nelle province di Napoli, Foggia, Caserta e Salerno. Dai dati rilevati dal Genio Civile e dal Ministero dei Lavori Pubblici sono stati 68 i comuni danneggiati nelle Province di Benevento e Avellino; quelli danneggiati più gravemente furono Casalbore e Melito Irpino nell’avellinese e Molinara, Reino, S.Arcangelo in Trimonte nel beneventano. In genere i crolli totali furono pochi ma i danni ai fabbricati furono in molti casi così rilevanti da renderne necessario lo sgombero immediato e il puntellamento o la demolizione. In questi cinque comuni gli edifici danneggiati risultarono generalmente più del 90%, dei quali oltre il 50% in modo grave, con molte case compromesse in modo irreparabile da crolli parziali o gravi lesioni strutturali. Nell’area epicentrale gli effetti del terremoto sono stati classificati con il IX grado della Scala Mercalli (MCS). nei 39 comuni più colpiti delle province di Avellino e Benevento vivevano in totale circa 150.000 persone delle quali il 9% rimase senzatetto e dovette essere alloggiato in baracche provvisorie. Il Consiglio dei Ministri, riunitosi due giorni dopo, stanziò 2 miliardi di lire per le opere di primo intervento e 400 milioni per l’assistenza: nei dieci giorni successivi furono montate oltre 20.000 tende per ricoverare i senzatetto e distribuite notevoli quantità di materiale sanitario, di generi alimentari e di vestiario. In seguito furono costruite dal Genio civile e dal Genio militare più di 2000 baracche per alloggiare le migliaia di persone senza alloggio.Il terremoto riattivò antiche frane o accentuò i dissesti geologici preesistenti dei rilievi collinari su cui erano ubicati alcuni dei paesi più colpiti come Apice, Melito Irpino, Pietrelcina e S.Arcangelo Trimonte. In particolare per i comuni di Melito Irpino e Apice (nella foto in alto), più che l’entità dei danni dovuti al terremoto, furono i movimenti franosi la ragione per cui i tecnici del Ministero dei Lavori Pubblici decisero lo sgombero totale. I paesi abbandonati furono ricostruiti in siti diversi, a poca distanza dagli antichi insediamenti.


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