Distretto idrico Calore Irpino cancellato: Irpinia e Sannio si dividono

Il consiglio ha dato il via libera alla suddivisione dell'ambito ottimale che univa le Aree Interne della Campania. Ora l'ultima parola passa alla Regione Campania

Il Distretto idrico Calore Irpino è stato cancellato dal voto del suo Consiglio. I sindaci hanno votato la risoluzione che propone la suddivisione in due ambiti sostanzialmente coincidenti con il perimetro dei due territori provinciali di Avellino e Benevento. Si tratta di una scelta politica, che contraddice i criteri idrografici su cui si fondava l’unità di Irpinia e Sannio. La scelta parcellizza sul piano amministrativo con confini convenzionali bacini idrici caratterizzati da una naturale continuità tra sorgenti e reti di distribuzione. In sostanza, la gestione delle fonti, quindi del deflusso minimo vitale, d’ora in poi sarà direttamente sotto il controllo dell’autorità regionale, esattamente come si tentò senza successo tra il 2012 e 13, quando lo stesso tentativo sia pure in maniera diversa fu impedito dalla reazione delle autonomie locali. Stavolta sono proprio i Comuni a disarticolare la gestione unitaria da parte delle Aree Interne sulla risorsa più naturale più preziosa: l’acqua.

Il Vicepresidente della Giunta Regionale della Campania interviene alla riunione dell’Eic ad Avellino

Le motivazioni della scissione distrettuale all’interno dell’Ente Idrico Campano sono di natura gestionale. I Sindaci chiedono alla Regione Campania di sbloccare finanziamenti per far ripartire gli investimenti, assumendo la responsabilità della capostazione idrica, quindi, di fatto delle sorgenti, assumendosi gli oneri, ma anche il piano controllo al tavolo nazionale, dove vengono stabiliti gli accordi sui trasferimenti idrici interregionali. In questo quadro – ma il Governatore Vincenzo De Luca se ne stava occupando a prescindere – i sindaci irpini attendono ristori idrici dalla Puglia in termini di riduzione della portata diretta oltre Caposele per le reti dell’AQP.

LA DECISIONE FINALE SPETTA ALLA REGIONE CAMPANIA. Dopo aver già autorizzato nei mesi scorsi in linea di principio la possibilità di suddividere gli ambiti ottimali, il Presidente della Regione ora deve ratificare la scelta dei sindaci irpini e sanniti, dando impulso al nuovo ordine. Cambieranno i meccanismi gestionali per i gestori uscenti, sia per gli appalti del PNRR e degli altri fondi pubblici europei e statali, sia per l’affidamento del servizio idrico. Tutto da definire in questo nuovo scenario il destino dell’Alto Calore Servizi, al momento soprattutto legato all’esito di un possibile eventuale concordato (per ora solo proposto dall’azienda per fronteggiare la forte consistente debitoria).

AD AVELLINO SI DISCUTE DI UN CONSORZIO IDRICO PER RIFARE LE RETI. Alla vigilia del Consiglio di Distretto Calore Irpino, la Cisl IrpiniaSannio ha espresso la propria contrarietà al progetto di scissione distrettuale, preferendo la proposta avanzata dalla Provincia di Avellino di istituire un consorzio intercomunale (ai sensi dell’articolo 30 del Testo Unico Enti Locali) che potrebbe candidare i progetti per la depurazione, le fognature e le reti, da affidare sul piano realizzativo poi all’Alto Calore come braccio operativo. Sul tema sarà convocata una assemblea ad hoc, ma nel frattempo se ne parlerà in consiglio provinciale domani.


LEGGI ANCHE:

Distretto Calore Irpino, Cisl: “No alla scissione, sì al Consorzio idrico”. Appello ai Comuni: fermatevi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI