Gestione idrica in Irpinia, Capuano (PD): superare le beghe di potere

«ALTO CALORE E ACQUA PUBBLICA SCHIACCIATI DAL 'WATER DIVIDE': COSÌ LE AREE INTERNE VENGONO PENALIZZATE». Il componente della segreteria provinciale con delega alle Aree Interne interviene nel dibattito sul futuro dell'Acs Spa e del Calore Irpino: strada obbligata equilibrare la tariffa e sbloccare investimenti fermi da trent'anni

Sulla difficile situazione attuale della gestione idrica in Irpinia interviene il componente della segreteria provinciale del Pd di Avellino, l’ingegnere Francesco Capuano. Partendo da alcune considerazioni fatte nei giorni scorsi da diversi esponenti politici di diversi partiti, esprime forte preoccupazione per la direzione che ha preso il dibattito.

La targa dell’Alto Calore Patrimonio, società consorella dell’Alto Calore Servizi, riassorbita nel 2014

In sostanza, Capuano sottolinea l’origine strutturale del disavanzo accumulato in questi anni dal gestore Alto Calore, al di là dello specifico merito della sua conduzione. Segnala che la gestione idrica in Irpinia e nelle Aree Interne è penalizzata dalla tariffa, al contrario di quanto avviene nelle Aree Costiere, ma anche da una mancanza di investimenti ormai trentennale, dopo gli ultimi fondi arrivati ai tempi del Consorzio Interprovinciale negli anni ’90. Capuano ricorda quando l’allora presidente Enzo De Luca impiegò 110 miliardi in Irpinia e Sannio in «un quadro ben diverso, con un esercizio finanziario dell’ente idrico allora in attivo, a differenza della attuale situazione debitoria della spa». In questo scenario, Capuano tratteggia la insufficienza delle rappresentanze istituzionali, incapaci di testimoniare con puntualità e memoria dei fatti la necessità di una svolta per il territorio. Di seguito il suo intervento.


Alto Calore e acqua pubblica schiacciati dal “water divide”: così le Aree Interne vengono penalizzate

di Francesco Capuano | Direzione e Segreteria Provinciale PD Avellino con delega alle AREE INTERNE

Francesco Capuano

L’ex segretario irpino del Partito Democratico Franco Vittoria sul Quotidiano del Sud di qualche giorno fa invoca una presa di coscienza comune di tutta la politica provinciale sulla drammatica situazione gestionale idrica in Irpinia e nel Calore Irpino. Il suo è un invito a lanciare il cuore oltre l’ostacolo (serio del momento). Occorrono passioni e prese di posizioni politiche forti, spiega. Peccato si parli di potere e non del disastro infrastrutturale delle reti comunali, dove nella migliore ipotesi, si perdono i due terzi della risorsa idrica addotta. Alla fine degli anni 90’ il Consorzio Alto Calore, con guida Enzo De Luca, ha ricevuto 110 miliardi di lire di finanziamenti (con fonti QCS), molti investiti anche sul Sannio con le opere dell’Ing Montano, mai riconosciuti come merito dalla politica irpina. Si tratta di investimenti realizzati in un quadro ben diverso, con un esercizio finanziario dell’ente idrico allora in attivo, a differenza della attuale situazione debitoria della spa ben nota a tutti. Oggi si trascurano i fatti e ci si avventa sulla società erede Acs come su un paziente in terapia intensiva, incapace di reagire. Chi accusa il Pd di non essere sul tema (della gestione, in parte è vero il ritardo…) oppone come condanna solo logiche di potere interne, senza spendere o proporre un’idea nuova. Tutti i falchi della politica provinciale sono impegnati a condannare l’Acs, in questo modo condannando di fatto l’Irpinia. Tutti sempre pronti a deplorare gli altri, ma per davvero, cosa hanno proposto in questi anni per tutelare il patrimonio ambientale dell’Irpinia e il verde della propria terra, come servizi ecosistemici tesi a tutta la regione?

IL WATER DIVIDE. In questo quadro, emerge forte l’esigenza di adeguare la tariffa regionale dell’acqua, armonizzandola sulla fascia costiera di Napoli e Salerno, così superando il “ water divide” . Più che parlare di acqua pubblica (molti sono per il privato, emerge chiaramente) su Acs si continua a fare i moralisti della prima ora. Tentano di avere un ruolo e ad arte su infilano nelle discussioni facendo venir fuori solo il peggio. Per uscire dalle secche non c’è che una via, la tariffa unica. Più volte anche l’ing Montano ha prodotto documenti in materia. Putroppo non c’è volontà politica, né parità regionale sull’argomento. Fin quando la discussione rimane sulla mera gestione rischiamo di perdere il treno. Ecco il ruolo della politica. Far riconoscere all’area metropolitana di Napoli il valore ecosistemico e ambientale delle aree interne e dell’Irpinia sul piano regionale (e non solo ). È una battaglia ideologica, politica e valoriale, che non vede protagonisti nella politica regionale, eppur se ne parla in campo nazionale sui tanti autorevoli tavoli ambientali istituiti. Si deve partire da qui, riconoscendo alle aree interne un valore, dando peso alle peculiarità straordinarie che hanno. Questi territori oggi in grande difficoltà, istituzioni comprese, hanno scritto la storia della Campania e dell’Italia. Qualcuno intende forse dimenticarlo.


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