“L’equazione del cuore” di Maurizio De Giovanni

IL LIBRO DELLA DOMENICA. Un senso profondo di razionalità che improvvisamente prende vita e cerca di incunearsi nel marasma delle sensazioni contrastanti di un momento drammatico per cercare una soluzione o almeno rischiarare con una luce le tenebre

“L’equazione del cuore” di Maurizio De Giovanni. Un senso profondo di razionalità che improvvisamente prende vita e cerca di incunearsi nel marasma delle sensazioni contrastanti di un momento drammatico per cercare una soluzione o almeno rischiarare con una luce le tenebre. Petrini Francesco, detto Checco, che guarda il pescatore: un’immagine pervasa di allegria e di ironia, divertente come una pantomima, ma che racchiude in sé il valore enorme di un affetto che non si riesce ad esprimere. “Lei è mio nonno”, le parole scherzose del bambino che si rivolge a Massimo, quell’uomo burbero, che conosce poco, che qualche volta gli sorride, ma mai gli regala un bacio o una carezza ma che tuttavia rappresenta tutto ciò che egli vorrebbe essere.
Improvvisamente una notte avviene qualcosa di inaspettato: uno squillo del telefono, mentre Massimo
stava sognando trasforma in un attimo tutta la sua vita; in piedi, con la cornetta del telefono egli comincia a fissare il vuoto ascoltando quella terribile notizia. La sua passione, la matematica e gli anni trascorsi ad insegnare, la sua visione razionale della vita e la difficoltà di esprimere i propri sentimenti l’avevano allontanato dagli altri, persino dalla sua famiglia. La corsa verso la stazione per raggiungere la città in cui sua figlia Cristina si era stabilita, lo fa ripensare a sua moglie Maddalena che gli rimproverava di stare poco vicina a sua figlia. All’arrivo in città, la sgradevole impressione di essere osservato e del fatto che si aspettasse qualcosa da lui lo pone in una situazione di disagio, soprattutto quando viene a contatto con l’ipocrisia e il servilismo di alcune persone. Significativo è l’incontro con Alba, la baby sitter del piccolo Francesco, con i suoi occhi pieni di lacrime, che esprimevano tanto dolore e tenerezza, lo rendono consapevole di quanto egli sia diverso, poiché in cuor suo avrebbe voluto tornare nella sua isola, dove aveva trovato un suo equilibrio, mentre invece la vita gli presentava la necessità di operare una scelta e di assumersi una terribile responsabilità nei confronti del destino del piccolo.
La rabbia e la paura di qualcosa di terribile pongono Alba e Massimo l’uno di fronte all’altro, in un contrasto dialettico e di sentimenti, fino a che Alba lo aggredisce verbalmente, mostrando la ferita del suo cuore per il legame fortissimo che ha col bambino: è un momento di frattura, da cui tuttavia nasce un rapporto diverso tra loro due e Massimo le chiede di raccontargli qualcosa di suo nipote Denso di un sentimento forse mai espresso prima è il dialogo immaginario che Massimo comincia a tessere con il piccolo Francesco, fatto di ricordi piacevoli e assenze dolorose, in cui si rende conto di non essere
stato un nonno come gli altri e di non averlo mai preso in braccio. Si rende conto con amarezza di essersi creato un mondo a parte e di aver avuto, in tutti quegli anni, un rapporto superficiale anche con sua figlia, di non essersi reso conto in realtà di cosa lei provasse, quali fossero le sue difficoltà in una nuova realtà, in cui doveva abituarsi a vivere, mentre anche lei era rimasta legata a quell’isola e al ricordo di sua madre scomparsa.
L’aveva trascurata e sentiva che, in fondo, lei “non faceva parte della sua vita”, ma rimpiangeva
soprattutto non averle mai chiesto se fosse felice. Massimo era convinto che ci fosse qualcosa di strano in ciò che era successo, quasi un desiderio di morire, vi erano “troppe incognite in quella equazione”, dubbi e fantasmi che forse si dovevano lasciare dove stavano, ma egli voleva capire cosa fosse successo. Monica, la più cara amica di sua figlia, gli confessa il segreto di Cristina e la sua felicità in alcuni momenti, il suo impegno nell’associazione che si occupava di persone in difficoltà, anche se in essa si annidavano sospetti e reticenze. Anche Alba era riuscita a leggere “dietro le pieghe del volto” di Cristina e si era accorta che, nell’ultimo anno della sua vita, fosse apparso “un arcobaleno di sentimenti” e lei camminava sulle nuvole, mentre suo marito era triste e preoccupato, ma la verità è che “non si vede dove si guarda”. Luca dipendeva dal sentimento che provava per sua moglie, che inevitabilmente aveva spezzato qualcosa nel suo cuore e tutto era cambiato.
Struggenti sono le parole con cui, nella sua mente, Massimo si rivolge al piccolo Francesco che sta
riemergendo dal buio e lo squillo del telefono che porta con sé la voce spezzata di Alba dall’ospedale, piena di gioia o di dolore…

A cura di Ilde Rampino

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