Avellino e Solofra chiudono il Ciclo integrato dei Rifiuti irpino. Individuato dalla Regione il secondo impianto per il compostaggio

Mentre è in corso il procedimento di gara per il Biodigestore di Chianche, la Giunta della Campania ha scelto accanto all'ex Stir di Pianodardine (oggi TMB), l'impianto di compostaggio di un privato, la Ecoresolution srl

Mentre è in corso il procedimento di gara per il Biodigestore di Chianche, la Regione Campania ha individuato ad Avellino e Solofra gli impianti che chiudono il Ciclo integrato dei Rifiuti in Irpinia. Accanto all’ex Stir di Pianodardine (oggi TMB – Trattamento Meccanico Biologico), l’impianto di compostaggio scelto è quello solofrano di un privato, la Ecoresolution srl.

L’ex Stir di Avellino, oggi TMB – Trattamento Meccanico Biologico

IL PROVVEDIMENTO. La Giunta della Campania ha individuato, nell’ambito del sistema regionale, gli impianti industriali definiti “minimi” ed “intermedi” per la realizzazione del ciclo ambientale integrato, in attuazione delle disposizioni di cui alla Deliberazione della ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (la n. 363/2021), e del Metodo Tariffario Rifiuti per il secondo periodo regolatorio 2022-2025 (Mtr-2), secondo quanto proposto dagli uffici. Qui, la tabella ripropone lo schema con gli impianti individuati dalla Regione in Campania.


Ad Avellino e in Irpinia 5 nuovi impianti rifiuti promossi dall’Arera. La griglia regionale approvata dalla Campania

LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI PASSA AGLI ENTI D’AMBITO, ATTUANDO IL PIANO DELL’ARERA: STOP CAMION FUORI REGIONE. L’obiettivo è realizzare un ciclo integrato dei rifiuti totalmente entro i confini regionali, all’interno dei quali ogni ambito sia finalmente autosufficiente. Su questo l’ARERA, cioè l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, opera dal 2018 per aiutare le Regioni a diventare autonome, ma anche a regolare in maniera accettabile e sostenibile i costi della raccolta differenziata. La regolazione “cerca di incentivare il vero riciclo”, spiega l’agenzia, ottemperando alla direttiva europea: i rifiuti devono essere utilizzati dove vengono prodotti. Entro il 2025 si intende cancellare In Italia il traffico attuale alimentato da “200mila camion che dal Sud viaggiano verso l’estero per smaltire la frazione umida e organica”. Il sistema impiantistico per “minimi” ed “intermedi” consente di programmare da subito il percorso verso l’autosufficienza. In questo scenario, ARERA ha deliberato l’avvio del secondo periodo di regolazione tariffaria per il settore dei rifiuti, MTR-2, valido dal 2022 al 2025. Da oggi si regolano anche le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani. Si arriva, cioè, fino al “cancello” di impianti e di discariche, prevedendo una programmazione quadriennale, premiando il ricorso ad impianti di trattamento che valorizzino i rifiuti e penalizzando decisamente il conferimento in discarica. Senza impianti, quindi, non paga solo l’ente locale, ma il cittadino.

Ato Rifiuti. La sede dell’ente d’ambito di Avellino nel complesso della Regione Campania sulla Collina dei Liguorini

COMPOSTAGGIO E TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO, GLI IMPIANTI DI SOLOFRA E AVELLINO. I due impianti individuati per l’Ato Avellino sono uno pubblico e l’altro privato, ma entrambi sono sottoposti alla gestione dell’Eda irpino. Il primo è classificato ‘intermedio’ ed è l’ex Stir di Pianodardine, oggi Tmb. Affidato alla società Irpiniambiente (partecipata interamente dalla Provincia di Avellino), è accreditato di una capacità di 116mila tonnellate all’anno per un flusso di poco superiore alle 53mila, prodotti dai Comuni dell’Ato Avellino e avviato a trattamento biologico. Il secondo è nell’area industriale di Solofra, operativo in misura e con modalità diverse già da anni. È un impianto di compostaggio con trattamento aerobico, classificato ‘minimo’ nella chiusura del ciclo. Appartiene ad una azienda privata, la Ecoresolution srl. È accreditato dalla Regione di una capacità pari a 49.600 tonnellate annue con flussi appena superiori alle 2.700 tonnellate, a disposizione della Campania e dei suoi Comuni. È sottoposto al controllo dell’Ato Avellino.

DOPO QUELLI DI AVELLINO E SOLOFRA ALTRI IMPIANTI SONO IN ARRIVO. Presto accanto a Pianodardine e Solofra altri centri irpini ospiteranno impianti di compostaggio e trattamento dei rifiuti organici. C’è il biodigestore di Chianche, c’è Teora, ma a Montella un privato ha appena ottenuto di realizzare un progetto, che a breve arriverà sul tavolo del Comune. In omaggio alla sostenibilità e alla economia circolare, i rifiuti vengono sempre più inquadrati come materia industriale e non come residui da abbandonare o stoccare.


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