San Gennaro di Luca Giordano, Mastroberardino: restauro completato

L’intervento riporta all’antico splendore una delle immagini più note del santo patrono partenopeo. Mercoledì 21 settembre a Napoli la presentazione

Il San Gennaro di Luca Giordano dei Girolamini è stato restaurato grazie al mecenatismo di un solo donatore, la Mastroberardino Società Agricola srl. Lo ha annunciato in queste ore Piero Mastroberardino. L’intervento riporta all’antico splendore una delle immagini più note del santo patrono partenopeo.

San Gennaro di Luca Giordano, Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini

Mercoledì 21 settembre a Napoli nella Cappella di Sant’Agnese della Chiesa dei Girolamini, la presentazione con l’accesso dal civico n. 142 di via Duomo consentito dalle 16.30, fino ad esaurimento dei posti a sedere. La famiglia Mastroberardino, «da sempre sensibile e impegnata per la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale del nostro territorio», come ricorda una nota, ha aderito «nella qualità di mecenate alla pubblica richiesta di contributo avanzata dall’istituto dei Girolamini per il restauro del San Gennaro di Luca Giordano, collocato nella magnifica cappella di Sant’Agnese della chiesa dei Girolamini». L’intervento è stato realizzato ai sensi dell’art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”. Di seguito la nota con cui Piero Mastroberardino ha annunciato la conclusione dei lavori di restauro.


Completato il restauro con Art Bonus del San Gennaro di Luca Giordano dei Girolamini, mercoledì 21 settembre la presentazione

Nota di Piero Mastroberardino | Mastroberardino Società Agricola srl

Piero Mastroberardino, titolare della omonima Azienda vinicola e Presidente dell’Istituto Grandi Marchi, intervistato dal Tg1

Un microcosmo chiamato Girolamini. Curiamone insieme il patrimonio: il San Gennaro di Luca Giordano”. Questo il titolo dell’iniziativa di raccolta fondi attraverso la misura Art bonus avviata dalla direttrice della Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini, la dott.ssa Antonella Cucciniello, circa un anno fa e volta al recupero delle preziose opere dell’immenso patrimonio storico, artistico e bibliografico della Biblioteca. A distanza di un anno da quella “Chiamata alle Arti”, alla quale la mia famiglia aderì con entusiasmo facendosi carico per intero dellintero fabbisogno finanziario necessario al progetto di restauro del dipinto raffigurante San Gennaro di Luca Giordano, collocato nella magnifica cappella di Sant’Agnese della chiesa dei Girolamini a Napoli, sono felice di comunicare che l’opera di restauro è conclusaIl 21 settembre alle ore 17,00, nella Chiesa della Natività di Maria, detta di San Filippo Neri, in occasione della settimana dedicata al Santo Patrono di Napoli, la Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini si unirà ai festeggiamenti della città con la presentazione del restauro del San Gennaro di Luca Giordano. Citato da tutte le antiche guide della città di Napoli, a partire dal Sarnelli nel 1688, dal Celano nel 1692, al Parrino nel 1751 e al Sigismondo nel 1788, il San Gennaro è opera del Giordano databile al 1678 concepita, in una fase di acceso cromatismo, per la cappella di Sant’Agnese dove sarà ricollocata. Sono ben lieto ed onorato di prendere parte alla presentazione alla quale interverranno la dott.ssa Antonella Cucciniello, direttrice della Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini, Mons. Gennaro Matino, Pro-Vicario Generale della Curia Arcivescovile di Napoli, e la restauratrice, dott.ssa Giuseppina Masucci.


L'opera

  • IL DIPINTO. Il dipinto è collocato sulla parete destra della quarta cappella a sinistra, dedicata a Sant’Agnese, nella chiesa dei Girolamini. La cappella, che conserva la disposizione dei dipinti già descritta dal Celano nel 1692, presenta sull’altare l’opera di Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio, raffigurante Sant’Agnese. Le due tele laterali, insieme ai quadri più piccoli del secondo registro, sono opera di Luca Giordano databili al 1678, in una fase in cui l’artista evidenzia una predilezione per l’impreziosimento cromatico e la maestosità delle figure: sulla parete sinistra San Nicola di Bari, le cui spoglie furono traslate nel XI secolo in Puglia da Mira, in Asia Minore, dove visse nel IV secolo, sulla parete destra un maestoso San Gennaro con un piede poggiato sulla testa di una fiera ammansita, alle spalle bagliori relativi all’episodio della fornace, da cui uscì illeso. Nei riquadri superiori Angeli reggi ampolle e Angeli reggi mitra dello stesso Luca Giordano, classico attributo iconografico del patrono di Napoli. Non c’è dubbio che il precedente del San Gennaro dei Girolamini vada ricercato nel San Gennaro nell’anfiteatro che Artemisia Gentileschi dipinse per la Cattedrale di Pozzuoli; a differenza di quest’ultima, il Giordano relega sullo sfondo le, appena percepibili, architetture dell’anfiteatro e raffigura il volto del santo con un intento di maggiore idealizzazione in chiave mistica, diversamente dall’aspetto ancora intensamente naturalistico del quadro di Pozzuoli. Citato da tutte le antiche guide della citta di Napoli, a partire dal Sarnelli nel 1688, dal Celano nel 1692, che indica anche l’esatta disposizione dei quadri tuttora in essere, al Parrino nel 1751 e al Sigismondo nel 1788, il dipinto è sempre stato considerato opera del Giordano. Segnalato con la stessa attribuzione, al n° 171, dallo Pfister, il padre oratoriano che nel 1932 provvide alla redazione di un inventario, in cattivo stato di conservazione (“la tela è deteriorata in basso a destra – colori anneriti – trascurata”) venne restaurato nel 1947 in occasione della “IV mostra di restauri” tenutasi al Museo di San Martino in Napoli; successivamente, il dipinto venne sottoposto ad un ulteriore parziale intervento conservativo nel 1997, ad opera del Laboratorio di restauro dell’allora Soprintendenza ai beni artistici e storici di Napoli, con una fondamentale operazione di foderatura e pulitura.
  • IL SAN GENNARO DI LUCA GIORDANO. Citato da tutte le antiche guide della città di Napoli e raffigurazione tra le più note del santo patrono partenopeo, il dipinto venne restaurato nel 1947 in occasione della “IV mostra di restauri” al Museo di San Martino. Successivamente il dipinto venne sottoposto a un ulteriore parziale intervento conservativo nel 1997, ad opera del laboratorio di restauro della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Napoli, con una fondamentale operazione di foderatura e pulitura.
  • L’INTERVENTO. L’intervento ha comportato la movimentazione dell’opera, la documentazione fotografica in luce visibile trasmessa, radente e transilluminazione, la rimozione su recto e verso dei depositi coerenti e incoerenti con pennelli a setole morbide, un’eventuale disinfestazione antitarlo a siringa sul telaio ligneo, l’esecuzione del test di pulitura con solventi a polarità controllata per l’identificazione del solvente idoneo alla rimozione degli strati di vernice ossidata soprammessa negli anni, la pulitura delle vernici ossidate con solvente lavorato a tampone, la stuccatura delle lacune con gesso di Bologna e colla di coniglio, la reintegrazione pittorica a tratteggio delle lacune con colori a vernice per il restauro e pigmenti, la stesura finale di un film protettivo trasparente per ristabilire il corretto indice di rifrazione dei pigmenti antichi.
  • INFORMAZIONI SULLO STATO DELLA CONSERVAZIONE PRIMA DEL RESTAURO. Da una prima analisi visiva dal basso si evidenziavano prima del restauro ridipinture, ritocchi, strati protettivi alterati e ossidati che determinano un’alterazione cromatica e una scarsa leggibilità dell’opera in alcuni punti. Tutta la superficie era coperta da depositi superficiali coerenti ed incoerenti. La vernice appariva fortemente ossidata ed era presente un deposito di sporco omogeneo su tutto il film pittorico. La vernice finale è stata pigmentata con sostanze grasse che, in diversi punti altera la leggibilità dell’opera. Il dipinto presenta anche molte zone lacunose, stuccate e ritoccate nel precedente restauro, la cui cromia si presenta compromessa.

La sala Vico della Biblioteca dei Girolamini

http://www.bibliotecadeigirolamini.beniculturali.it


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