“L’amante” di Marguerite Duras

La vicenda ambientata nell’Indocina degli anni Trenta ha come tema la storia d’amore di una ragazza francese quindicenne con un giovane miliardario cinese, ma il sentimento d’amore della protagonista, di cui non viene mai rivelato il nome, diventa una rete di sensazioni contrastanti che la rendono apparentemente serena, ma in realtà la dilaniano nel profondo dell’anima

“L’amante” di Marguerite Duras. La vicenda ambientata nell’Indocina degli anni Trenta ha come tema la storia d’amore di una ragazza francese quindicenne con un giovane miliardario cinese, ma il sentimento d’amore della protagonista, di cui non viene mai rivelato il nome, diventa una rete di sensazioni contrastanti che la rendono apparentemente serena, ma in realtà la dilaniano nel profondo dell’anima. Doveva fare i conti con i suoi dubbi e le ferite del suo cuore, si sentiva invecchiata a diciotto anni, sembrava che il suo viso fosse lacerato da rughe nette e profonde. La protagonista vive un rapporto conflittuale con la madre, maestra, che voleva che sua figlia frequentasse il liceo, l’università e il concorso per l’insegnamento di matematica: una vita già scandita e determinata dalle sue scelte.

Lei non si sentiva considerata da lei; l’unico oggetto del suo amore era il figlio maggiore, nonostante le sue colpe e le sue scelte pericolose, e lei avrebbe voluto sottrarglielo in un certo senso, perché la vitalità del fratello maggiore soffocava quella dell’altro fratello e creava dissidi tra loro. Sua madre mostrava eccessiva trasandatezza nel vestire e aveva difficoltà ad occuparsi dei figli, la sua vita era segnata da disperazione e apatia. ”Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è” era l’idea in cui si dibatteva nella storia di rovina , odio e amore che caratterizzava la sua famiglia. La morte del fratello minore in pochi giorni e la notizia della scomparsa del padre preceduta da un segno, il richiamo di un uccello terrorizzato che si era smarrito nel suo studio rendevano densa di malinconia la vita della ragazza.

La protagonista parla spesso dei suoi fratelli come un’unica entità, come faceva sua madre e quando muore il fratello maggiore, sua madre chiede che quando lei non ci sarà più, venga sepolto con lei e così avviene: ”è un’immagine splendida e intollerabile” la definisce la protagonista. Suggestivo e fondamentale è il particolare dell’attraversamento del fiume sul traghetto dove incontra quell’uomo cinese che diventerà poi il suo amante, una sorta di passaggio a un’altra vita, diversa, che rappresenta una nuova immagine di sé: la ragazza porta un cappello da uomo a tesa piatta e questa ambiguità lo attrae. Lei era consapevole della propria avvenenza, camminava per strada ed aveva in sé qualcosa di particolare che attirava lo sguardo degli uomini, come quello che l’aveva fatta salire sulla sua limousine.

La sua bellezza che la distingueva dagli altri, anche per la sua carnagione bianca tra i cinesi, suscitava desiderio in chi la guardava e quando entra nella sua automobile, si rende conto di averlo in suo potere e che ingannerà sempre gli uomini che incontrerà. Comincia ad allontanarsi dalla propria famiglia e sente di essere finalmente precipitata nel baratro che sua madre le annunciava da sempre, avendo un amante cinese facoltoso. La madre e i suoi fratelli non gli rivolgeranno mai la parola, ma approfittano della sua ricchezza e lei si sente un tramite, solo e disperato tra di loro. Attraverso le pagine di questo libro, l’autrice delinea un percorso difficile e problematico, ma soprattutto la necessità della scrittura e di operare scelte definitive incurante dei giudizi del mondo. E si ritrovava sola, in compagnia del destino che aveva tracciato la sua vita e la percorreva, senza mai voltarsi indietro, perché sapeva che era così, che doveva aprire le mani al mondo per accogliere il dolore e l’amore che faceva parte di esso, come un petalo sbocciato tra i rami, come una mano stritolata, come un sole coperto continuamente di nuvole nere. E non si aspettava niente e continuava a vivere aspettando senza luce il suo domani.

A cura di Ilde Rampino

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