Confiscati ad Ariano Irpino beni e valori a ditta di commercio

SINERGIA TRA AGENZIA DELLE ENTRATE, PROCURA DI BENEVENTO E GUARDIA DI FINANZA CONTRO L'EVASIONE FISCALE. I Finanzieri hanno eseguito un'ordinanza cautelare del Gip di Benevento per il sequestro di conti correnti, quote societarie, beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 270mila euro

Al termine di una articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, questa mattina sono stati confiscati ad Ariano Irpino beni e valori a una nota ditta di commercio. In particolare, i Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Ariano Irpino hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca di beni e valori per un importo pari ad € 271.771,34, emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica.

Guardia di Finanza

LE INDAGINI PER EVASIONE DELLE IMPOSTE. Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle irpine, hanno avuto avvio a seguito della segnalazione dell’Agenzia delle Entrate di Avellino ed hanno riguardato una nota azienda dell’Arianese operante nel settore del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento. Secondo l’ipotesi accusatoria allo stato accolta dal GIP, all’indagato è responsabile dei reati previsti dagli artt. 5 (omessa dichiarazione) ed 8 (emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) del Decreto Legislativo 10 marzo 2000 n. 74.

CONFISCATI AD ARIANO IRPINO BENI, CONTI CORRENTI E QUOTE SOCIETARIE. L’esecuzione della misura cautelare si è conclusa con il sequestro di conti correnti, quote societarie, beni mobili e immobili per un valore complessivo corrispondente all’imposta evasa.

SINERGIA TRA AGENZIA DELLE ENTRATE, PROCURA DI BENEVENTO E GUARDIA DI FINANZA. «L’attività, svolta dalla Guardia di Finanza in sinergia con la Procura della Repubblica e l’Agenzia delle Entrate, testimonia l’attenzione delle Istituzioni verso fenomeni evasivi rilevanti, a tutela dell’Erario, e quindi, della collettività», si legge in una nota della Procura.

 

 

 

 

 

 

 

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