Acqua pubblica e nucleare, Cgil Avellino: referendum inattuati

A dieci anni dal voto popolare il sindacato rinnova il proprio impegno contro la privatizzazione del servizio idrico. La nota

La Cgil di Avellino ricorda i dieci anni dal referendum su acqua pubblica e nucleare, ribadendo il proprio impegno contro la privatizzazione del servizio idrico e la riproposizione dell’energia da centrali atomiche. Di seguito la nota.


Inattuati i referendum su Acqua pubblica e nucleare

Documento della Cgil Avellino

La sede della Camera del Lavoro di Avellino

Nel decennale dei Referendum sull’Acqua Pubblica e contro il nucleare siamo ancora a dover sollecitare la definizione volontà della maggioranza assoluta dei cittadini italiani, che hanno esercitato la sovranità popolare nelle forme e nei limiti della Costituzione! La Cgil Avellino, continuerà a promuovere incontri, dibattiti ed iniziative pubbliche per rappresentare al territorio, ai cittadini e alle istituzioni per chiedere di mantenere l’esplicito impegno al rispetto della volontà popolare espressa al referendum del 12-13 di giugno 2011, dove oltre 27 milioni di elettori, cittadini italiani, hanno detto SI per l’acqua bene comune! Allora insieme alla Rete dei beni Comuni, come Cgil facemmo la scelta, netta, di sostegno e promozione del referendum per l’acqua pubblica quale diritto universale inalienabile. L’acqua è un bene comune fondamentale la cui gestione deve essere sottratta alle logiche di mercato. Ma da allora i provvedimenti seppur annunciati no sono mai stati “decisivi” anzi alcuni provvedimenti hanno minano l’esito referendario, cercando di ribaltare ed accelerare processi di privatizzazione del servizio idrico integrato, che fortunatamente, in alcuni casi sono stati per ora stoppati e tra questi c’è Alto Calore.

Il servizio idrico pubblico

Il decreto attuativo, sui servizi pubblici locali, previsto dalla legge n. 124/2015 “Legge Madia” di riforma della PA, rischia sempre di compromettere il rispetto della volontà popolare e per questo servono altri provvedimenti utili a ribadire la volontà degli elettori. Nella consapevolezza che con il PNRR, specificatamente nei capitoli di riforma della PA, ci sia anche la ripresa del riordino della disciplina dei servizi pubblici locali, “per renderli sempre più competitivi e di livello economico”, mentre noi riteniamo che si debba dare maggior “valore” nell’assicurare e garantire i bisogni di Tutti i cittadini e delle comunità locali. Per cui di dovrebbe rilanciare il servizio idrico integrato pubblico, rafforzando le condizioni secondo cui le comunità locali, dello stesso bacino idrografico, di poter disporre anche di una gestione in economia del bene comune quale è l’acqua. La Cgil ritiene che per accogliere appieno, non solo il risultato giuridico ma anche e soprattutto, il valore politico-culturale dell’esito referendario, di dieci anni fa sia necessaria una legge di recepimento di quell’espressione popolare e non ci dobbiamo stancare di sostenerne l’approvazione verso qualsiasi Governo. La Cgil sostiene con forza il rafforzamento delle strutture tecniche pubbliche che possano autonomamente predisporre progetti utili per la manutenzione e la costruzione di reti e impianti fondamentali per la gestione corretta ed efficiente della risorsa Acqua, perché l’acqua potabile è un bene “ finito” cioè che non è infinito e lo dobbiamo saper gestire e tutelare come tutto l’Ambiente. L’uso delle risorse del PNRR deve spronare a far di più e meglio nel solco dei servizi pubblici locali, a tutela dei beni comuni come l’Acqua, ancor di più per rispettare i risultati del referendum. Tutto in memoria e rispettando un promotore e coordinatore della Campagna referendaria del 2011 il compagno Marino Magno che ci ha improvvisamente lasciati il 26 maggio scorso.


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