Assegno unico per i figli, Mastrocinque (Caf Cia): una svolta

INTERVISTA AL PRESIDENTE NAZIONALE CIA PER I CENTRI DI ASSISTENZA FISCALE. L'approvazione definitiva del Family Act supera la frammentazione delle misure in vigore e impone ai Caf di moltiplicare gli sforzi nelle prossime settimane. "Ci aspettano mesi di grande impegno per gestire la mole di aiuti e nuovi investimenti"

Arriva l’assegno unico per i figli, con la legge promulgata in queste ore dal Presidente della Repubblica. Con il via libera del Senato alla legge quadro che prevede il sostegno alle famiglie mediante l’assegno unico di 250 euro mensili per i figli dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, il Governo predispone il superamento di tutte le misure attualmente in campo per supportare le famiglie. Un maxi provvedimento che mira ad azzerare il bonus bebè, il premio alla nascita o all’adozione, le detrazioni Irpef, il fondo di sostegno alla natalità e gli assegni per il nucleo familiare.

Assegno unico per i figli, Mastrocinque (Caf Cia): pronti a compilare l’Isee a migliaia di cittadini

Il Family Act varato dal Ministero per la Famiglia e le Pari Opportunità che dovrà partire dal 1° luglio 2021 ha già mobilitato l’attività dei Caf, interfaccia fra le strutture statali e i cittadini, soprattutto per la produzione dei modelli Isee. Il primo a pronunciarsi sull’approvazione del Family Act e sull’approvazione della manovra da 20 miliardi per l’assegno unico ai figli è stato il presidente nazionale di Caf Cia Alessandro Mastrocinque, che spalanca le porte degli uffici confederali per accogliere migliaia di cittadini nelle prossime settimane.

Presidente Mastrocinque che significato assume questa misura in un momento così drammatico come quello che stiamo vivendo?

“Si tratta si una misura trasversale che consente a tutte le famiglie una boccata d’ossigeno. L’adozione dell’assegno unico per i figli infatti abbraccia e supera tutte le tipologie di contributi che finora sono stati erogati per le famiglie. Dal sostegno alla natalità – di cui abbiamo davvero bisogno a causa del forte crollo demografico che è stato registrato nell’ultimo anno – fino al sostegno alla genitorialità. Rappresenta anche un incentivo all’occupazione femminile, in quanto non si rivolge più specificatamente ai lavoratori dipendenti, ma anche agli autonomi”.

Qual è il lavoro che attende i Caf Cia nelle prossime settimane?

“Fin dall’approvazione in Senato siamo stati i primi ad aprire le porte dei nostri uffici. Da oltre un anno a questa parte i Centri di Assistenza Fiscale continuano a prestare opera di intermediazione- soprattutto nel periodo del lockdown quando tutti gli uffici pubblici erano chiusi- garantendo assistenza, nonostante le difficoltà organizzative. Per consentire a tutti di beneficiare dei rimborsi di cui avevano diritto”.

Continui.

“Il nostro ruolo che è complementare alla pubblica amministrazione nell’assistenza fiscale, sarà consolidato nei prossimi mesi, quando dovremo fronteggiare non solo le richieste delle migliaia di famiglie per la compilazione del modello Isee da cui dipende la commisurazione degli aiuti previsti, ma per tutte le altre misure aperte dal Governo centrale”.

I Caf sono preparati a moltiplicare gli sforzi?

“Durante la pandemia e il primo lockdown abbiamo dato prova di competenza e capacità. Siamo riusciti a garantire un buon servizio a tutti i cittadini. Sono stati accresciuti gli sforzi e ritengo che i nostri centri si siano adoperati in prima linea per dare una mano al Paese e collaborare per rendere operative le misure licenziate dal Governo. Gli operatori però non rientrano nelle categorie prioritarie della campagna di immunizzazione, e questo ci penalizza. L’informatizzazione dei servizi non è totale e i nostri uffici restano aperti al pubblico. Attendiamo con fiducia di essere vaccinati”.

Lei si è occupato anche di cartelle esattoriali, per chiedere una riforma del fisco “non più rinviabile”.

“La riforma del fisco è attesa da diverso tempo, ma le condizioni straordinarie dettate dalla pandemia ne hanno accelerato il processo. Il dibattito dentro e fuori il Parlamento ha offerto importanti spunti di riflessione. Come Caf Cia abbiamo chiesto un’opera di riordino, sistematizzazione e semplificazione, per consentire agli intermediari e agli operatori di poter trovare risposte adeguate. Abbiamo chiesto una riforma non solo giusta ma che deve anche essere percepita come tale dai cittadini”.

Lei aveva chiesto l’adozione di nuovi parametri prima di sbloccare l’arrivo delle notifiche dell’Agenzia dell’Entrate.

“L’arrivo di 60milioni di cartelle esattoriali relative ai debiti fiscali maturati fra il 2000 e il 2015 avrebbe messo in ginocchio in Paese. In questo momento storico non è pensabile riversare sui cittadini ulteriori aggravi, ma è pur vero che bisogna consentire allo Stato di rientrare dal credito. La soluzione indicata e che riteniamo a tutt’oggi perseguibile è una valutazione delle capacità reddituali dei cittadini. Infatti lo stralcio dell’intera platea che è stato adottato dal decreto Sostegni non è condivisibile. Confermiamo la nostra linea: definire una percentuale di sanatoria commisurata al valore dell’Isee e non al reddito”.

Cosa ne pensa delle misure messe in campo dal Governo e quali sono le sue previsioni per i prossimi mesi?

“Da un anno a questa parte, prima dal Governo Conte e poi dal Governo Draghi, sono state messe in campo misure importanti per evitare il collasso economico di un intero Paese. Dopo una prima fase in cui sono state predisposte misure per tamponare le chiusure e il congelamento delle attività, siamo passati ad una fase di opportunità, per trasformare la crisi in occasione di rilancio. Oltre ai ‘ristori’ e ai ‘sostegni’ abbiamo il dovere di traguardare al futuro cogliendo l’occasione di un nuovo Piano Marshall di matrice europea a cui si aggiungono le risorse ordinarie stanziate dall’Unione. Questo è il momento di una nuova ‘grande trasformazione’ per dirla con Polany che dovrà essere governata con la consapevolezza di non potere più tornare indietro”.


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