Governo, Draghi ai ministri: mettere in sicurezza il Paese. No interessi di parte

Il Presidente del Consiglio e i i ministri hanno giurato nelle mani del Capo dello Stato. Voto di fiducia alle Camere mercoledì e giovedì prossimi

Il Prof Mario al Quirinale (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Con il giuramento al Quirinale ieri alle ore 12 il governo presieduto dal professor Mario Draghi è nato formalmente. A Palazzo Chigi la tradizionale cerimonia del passaggio di consegne tra il Presidente uscente Giuseppe Conte e il nuovo Premier Mario Draghi, ha preceduto la prima riunione del Consiglio dei Ministri. Dopo la nomina del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, che ha giurato ed ha assunto le funzioni, il premier ha illustrato ai ministri l’orizzonte del suo governo, ringraziando il Capo dello Stato, come si legge in una nota. Mettere in sicurezza l’Italia è l’obiettivo di fondo. Vaccinazioni, ambiente, scuola e lavoro sono le priorità. Ai ministri un ammonimento e una esortazione. Massima coesione all’interno della squadra, che non dovrà mai tutelare interessi di parte. Sobrietà e riservatezza nella comunicazione esterna. Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando incontrerà da remoto le parti sociali già oggi, domenica,.poi martedì. Entro dieci giorni il Ministero per la Transizione Ecologica sarà realizzato. È stato avviato l’iter.


L'arrivo di Draghi a Palazzo Chigi

VENERDÌ SERA DRAGHI HA SCIOLTO LA RISERVA E CONSEGNATO LA LISTA DEI MINISTRI. Venerdì sera il presidente incaricato ha sciolto la riserva e ha consegnato al Capo dello Stato le proposte per la nomina dei ministri. Il suo esecutivo è rappresentativo di tutte le forze parlamentari che lo sostengono. Sono 15 i ministri espressione dei gruppi e 8 i tecnici. C’è una forte prevalenza di ministri del Nord d’Italia, 3 su 4. Sono 7 i confermati, ma solo 4 hanno mantenuto il medesimo dicastero. Di seguito l’elenco fornito dallo stesso Mario Draghi, dopo il suo colloquio con Serhio Mattarella: Federico D’Incà ai Rapporti con il Parlamento; Vittorio Colao all’Innovazione tecnologica; Renato Brunetta Pubblica amministrazione; Maria Stella Gelmini agli Affari regionali; Mara Carfagna al Sud; Elena Bonetti alle Pari opportunità; Erika Stefani alle Disabilità; Fabiana Dadone alle Politiche giovanili; Massimo Graravaglia al Turismo; Luigi Di Maio agli Esteri; Luciana Lamorgese all’Interno; Marta Cartabia alla Giustizia; Daniele Franco all’Economia; Lorenzo Guerini alla Difesa; Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico; Stefano Patuanelli all’Agricoltura; Roberto Cingolani alla Transizione ecologica; Enrico Giovannini alle Infrastrutture; Andrea Orlando al Lavoro; Patrizio Bianchi all’Istruzione; Cristina Messa all’Università; Dario Franceschini alla Cultura; Roberto Speranza alla Salute. Nella prima riunione del Consiglio dei Ministri sarà nominato Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. Il governo Draghi sarà in Parlamento per le dichiarazioni programmatiche mercoledì e giovedì, prima al Senato e poi alla Camera. Da venerdì sarà pienamente operativo.

Le comunicazioni del Premier

 

VERSO UN GOVERNO DI LEGISLATURA: TANTE RIFORME STRUTTURALI IN UN’AGENDA ‘COSTITUENTE’. Nel secondo giro di incontri con le rappresentanze parlamentari, Mario Draghi ha avuto modo di delineare il profilo del nuovo governo. Rispondendo in pieno alla indicazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente incaricato ha delineato nei colloqui un esecutivo europeista e riformista, costruito per realizzare un programma di legislatura. Fisco, giustizia civile e pubblica amministrazione dovranno cambiare per sostenere la sfida del rilancio economico e sociale dell’Italia nei prossimi anni. In questo scenario di riforme, il Governo Draghi si concentrerà su quattro pilastri programmatici: sanità, ambiente, scuola e lavoro. Per il Parlamento si tratta ora di impegnarsi nel sostegno di questo ambizioso programma di portata storica, perchè di ricostruzione nazionale. L’emergenza economica e sanitaria che il Paese attraversa impongono, evidentemente, decisioni destinate a risolvere problemi in agenda anche prima del coronavirus.

IL GOVERNO ALLA PROVA DEI NUMERI. Il governo presieduto da Mario Draghi gode di un’ampia maggioranza sia alla Camera che al Senato. Tutti confermati i tanti sì già raccolti la scorsa settimana. Azione, +Europa, Radicali, Maie-Psi e Centro Democratico, le Minoranze Linguistiche alla Camera, ‘Cambiamo’ di Giovanni Toti, ‘Noi con l’Italia’, Italia Viva, Pd e Forza Italia, Movimento Cinque Stelle e Lega. Si dovranno individuare i margini per una maggioranza oltre gli schieramenti, liberale e riformista nel solco europeo. L’abbondanza dei numeri non facilita il compito del professor Draghi, che dovrà tentare di compendiare proposte e posizioni, nell’alveo però di un programma coerente con il mandato del Quirinale: fronteggiare con efficacia le conseguenze sanitarie e socio economiche della pandemia, gettando le basi per una rinascita nazionale paragonabile a quanto fatto dall’Italia nel secondo dopoguerra.

Roma – il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Prof. Mario Draghi, oggi 3 febbraio 2021.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

IL GOVERNO DEL PRESIDENTE DOPO LA FINE DEL CONTE BIS. La crisi di governo ha vissuto la sua svolta martedì 2 febbraio. Dopo aver ricevuto al Quirinale il Presidente della Camera, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha conferito allora l’incarico di formare il governo a Mario Draghi, rivolgendo a tutte le forze parlamentari la richiesta di sostegno e fiducia. Il professor Draghi si è riservato di accettare dopo le consultazioni con i gruppi parlamentari. L’ex Presidente della Bce si è detto subito fiducioso dell’esito del dialogo con le forze politiche, avendo precisato l’orizzonte del suo impegno e rimarcandone la straordinarietà.

Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine delle consultazioni, oggi 29 gennaio 2021.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

TRAMONTATO IL TENTATIVO DI FICO PER UN ‘CONTE TER’. La nuova situazione politica nasce dal mancato accordo nella maggioranza uscente per dare vita ad un nuovo governo presieduto da Giuseppe Conte. Dopo il suo colloquio con Roberto Fico, che martedì sera ha relazionato al Capo dello Stato l’esito del suo mandato esplorativo, Mattarella ha annunciato l’intenzione di proporre al Parlamento un Governo di alto profilo, sollecitando con il suo appello tutte le forze parlamentari a sostenerlo per fare fronte alle emergenze del Paese, da quella pandemica a quelle sociale ed economica. Di fronte alla crisi politica conclamata della maggioranza uscente, ha spiegato che lo sbocco naturale delle elezioni anticipate non è percorribile in questa fase. I tempi per la convocazione dei comizi elettorali, lo svolgimento della campagna elettorale, del voto, le procedure di insediamento delle Camere e la formazione di un nuovo esecutivo comprometterebbero il doppio vitale percorso di uscita dalla stretta dell’emergenza sanitaria e di accordo in Europa per l’utilizzo degli ingenti investimenti ricompresi nel Recovery Fund. A questo punto, l’iniziativa del Quirinale introduce per tutti una stagione della responsabilità, che Mattarella ha espressamente invocato.

Il Presidente della Camera Roberto Fico

MANDATO ESPLORATIVO RICEVUTO AL QUIRINALE VENERDÌ PRIMO FEBBRAIO. Il Presidente Fico aveva ricevuto venerdì della scorsa settimana dal Capo dello Stato un mandato esplorativo per verificare le condizioni di una soluzione costruttiva alla attuale crisi di governo. Doveva accertare «la prospettiva di una maggioranza politica, composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente», come aveva detto il Capo dello Stato al termine delle consultazioni. Al termine di una giornata concitata, dominata da un confronto programmatico a Montecitorio inframezzato da vibranti ma sterili contatti tra le segreterie dei partiti, si è registrata una frattura tra Italia Viva da un lato, il Movimento Cinque Stelle dall’altro, nonostante i tentativi reiterati di mediazione che il Partito democratico ha messo in campo in queste ore su diversi temi, segnatamente sulla prescrizione e la riforma della Giustizia, ma non solo. Questa rottura sul filo di lana, seppur nell’aria in effetti dalla notte precedente, esclude definitivamente la permanenza a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte. In serata il Presidente della Camera Roberto Fico, incontrando i giornalisti in sala stampa, ha spiegato che la maggioranza uscente non ha raggiunto un accordo unanime sul governo. Una formula per esprimere la fine dell’esperienza Conte.


LA SVOLTA ISTITUZIONALE

LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE MATTARELLA AL TERMINE DELL’INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA CAMERA FICO. Al termine dell’incontro con il Presidente della Camera Fico, il Presidente della Repubblica ha reso la seguente dichiarazione: «Ringrazio il Presidente della Camera dei Deputati per l’espletamento – impegnato, serio e imparziale – del mandato esplorativo che gli avevo affidato. Dalle consultazioni al Quirinale era emersa, come unica possibilità di governo a base politica, quella della maggioranza che sosteneva il Governo precedente. La verifica della sua concreta realizzazione ha dato esito negativo. Vi sono adesso due strade, fra loro alternative. Dare, immediatamente, vita a un nuovo Governo, adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti: sanitaria, sociale, economica, finanziaria. Ovvero quella di immediate elezioni anticipate. Questa seconda strada va attentamente considerata, perché le elezioni rappresentano un esercizio di democrazia. Di fronte a questa ipotesi, ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze che, oggi, devono far riflettere sulla opportunità di questa soluzione. Ho il dovere di sottolineare, come il lungo periodo di campagna elettorale – e la conseguente riduzione dell’attività di governo – coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia. Sotto il profilo sanitario, i prossimi mesi saranno quelli in cui si può sconfiggere il virus oppure rischiare di esserne travolti. Questo richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni per adottare i provvedimenti via via necessari e non un governo con attività ridotta al minimo, come è inevitabile in campagna elettorale. Lo stesso vale per lo sviluppo decisivo della campagna di vaccinazione, da condurre in stretto coordinamento tra lo Stato e le Regioni. Sul versante sociale – tra l’altro – a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti di tutela sociale adeguati e tempestivi, molto difficili da assumere da parte di un Governo senza pienezza di funzioni, in piena campagna elettorale. Entro il mese di aprile va presentato alla Commissione Europea il piano per l’utilizzo dei grandi fondi europei; ed è fortemente auspicabile che questo avvenga prima di quella data di scadenza, perché quegli indispensabili finanziamenti vengano impegnati presto. E prima si presenta il piano, più tempo si ha per il confronto con la Commissione. Questa ha due mesi di tempo per discutere il piano con il nostro Governo; con un mese ulteriore per il Consiglio Europeo per approvarlo. Occorrerà, quindi, successivamente, provvedere tempestivamente al loro utilizzo per non rischiare di perderli. Un governo ad attività ridotta non sarebbe in grado di farlo. Per qualche aspetto neppure potrebbe. E non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro. Va ricordato che dal giorno in cui si sciolgono le Camere a quello delle elezioni sono necessari almeno sessanta giorni. Successivamente ne occorrono poco meno di venti per proclamare gli eletti e riunire le nuove Camere. Queste devono, nei giorni successivi, nominare i propri organi di presidenza. Occorre quindi formare il Governo e questo, per operare a pieno ritmo, deve ottenere la fiducia di entrambe le Camere. Deve inoltre organizzare i propri uffici di collaborazione nei vari Ministeri. Dallo scioglimento delle Camere del 2013 sono trascorsi quattro mesi. Nel 2018 sono trascorsi cinque mesi. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza di funzioni per mesi cruciali, decisivi, per la lotta alla pandemia, per utilizzare i finanziamenti europei e per far fronte ai gravi problemi sociali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte concrete e rapide ai loro problemi quotidiani. Credo che sia giusto aggiungere un’ulteriore considerazione: ci troviamo nel pieno della pandemia. Il contagio del virus è diffuso e allarmante; e se ne temono nuove ondate nelle sue varianti. Va ricordato che le elezioni non consistono soltanto nel giorno in cui ci si reca a votare ma includono molte e complesse attività precedenti per formare e presentare le candidature. Inoltre la successiva campagna elettorale richiede – inevitabilmente – tanti incontri affollati, assemblee, comizi: nel ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti. In altri Paesi in cui si è votato – obbligatoriamente, perché erano scadute le legislature dei Parlamenti o i mandati dei Presidenti – si è verificato un grave aumento dei contagi. Questo fa riflettere, pensando alle tante vittime che purtroppo continuiamo ogni giorno – anche oggi – a registrare. Avverto, pertanto, il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un Governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica Conto, quindi, di conferire al più presto un incarico per formare un Governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho ricordato. Grazie e buon lavoro».


DIARIO DELLA CRISI


Le consultazioni

LE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE MATTARELLA AL TERMINE DEL GIRO DI CONSULTAZIONI. Al termine del giro di consultazioni, il Presidente della Repubblica ha reso le seguenti dichiarazioni: «L’Italia, come tutti i Paesi di ogni parte del mondo, sta affrontando nuove, pericolose, offensive della pandemia, da sconfiggere con una diffusa, decisiva campagna di vaccinazione. A questa emergenza, si aggiungono una pesante crisi sociale, con tanti nostri concittadini in grave difficoltà, e pesanti conseguenze per la nostra economia. Queste ulteriori emergenze possono essere fronteggiate soltanto attraverso l’utilizzo, rapido ed efficace, delle grandi risorse, predisposte dall’Unione Europea. Come è evidente, le tre emergenze – sanitaria, sociale, economica – richiedono immediati provvedimenti di governo. È doveroso, quindi, dar vita – presto – a un governo, con adeguato sostegno parlamentare, per non lasciare il nostro Paese esposto agli eventi in questo momento così decisivo per la sua sorte. Dai colloqui, svolti qui al Quirinale – in queste trentadue ore – con le forze politiche e parlamentari, è emersa la prospettiva di una maggioranza politica, composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente. Questa disponibilità – a me manifestata nel corso delle consultazioni – va peraltro, doverosamente, verificata nella sua concreta praticabilità. A questo scopo adotterò – con immediatezza – un’iniziativa.

LE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA ROBERTO FICO, AL TERMINE DEL COLLOQUO CON IL CAPO DELLO STATO. Al termine del coloquio con il Capo dello Stato, il Presidente della Camera Roberto Fico ha dichiarato di aver assunto l’impegno per un mandato esplorativo volto ad accertare le condizioni indispensabile a dare uno sbocco costruttivo alla crisi di governo.


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