Un consorzio castanicolo altirpino per la filiera dei servizi ecosistemici

IL PROFILO DELL'AZIENDA FORESTALE DELL'ALTA IRPINIA DI CREA E MOINTAGNE ITALIA. La cabina di regia guidata da Raoul Romano e Marco Bussone promuove un workshop per i 25 amministratori dell'area pilota della Snai. Ultima chiamata per candidare proposte e investimenti alla misura del Psr da 10milioni di euro

Un consorzio castanicolo altirpino per la filiera dei servizi ecosistemici. I servizi ecosistemici forestali possono rappresentare una importante opportunità di sviluppo per l’Alta Irpinia. Su questo principio si intende costruire l’Azienda Forestale, nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne e candidata al fondo da 10milioni di euro appostato ad hoc dal Psr della Campania. Un progetto ambizioso che dovrà caratterizzarsi come intervento innovativo e partecipativo per supportare l’incremento occupazionale e della valorizzazione turistica del comprensorio altirpino. Prima di arrivare alla costruzione del partenariato pubblico- privato e implementare il ventaglio di possibilità offerte dai servizi ecosistemici, la cabina di regia del Crea-Ente Italiano di Ricerca dedicato alle filiere agroalimentari e alla gestione sostenibile delle foreste guidato dal ricercatore esperto in materia e Rup del progetto Raul Romano, e la Fondazione Montagne Italia presieduta da Marco Bussone, lavorano alle fasi preliminari.

Esattamente un anno fa, i 25 sindaci sono stati convocati a Nusco per stabilire la tabella di marcia e candidare la progettazione esecutiva alla misura regionale. Ma l’arrivo della pandemia ha congelato i lavori, che invece sono stati portati avanti dall’organismo tecnico, fino alla organizzazione del workshop del 10 dicembre scorso su piattaforma digitale, che ha sancito le nuove direttive per i 25 sindaci dell’area pilota. Entro il 31 maggio i comuni della Città dell’Alta Irpinia dovranno candidare un programma di piano, che dovrà trovare concreta candidatura alla misura 16.7.1 del Piano di Sviluppo Rurale e accedere ai bandi riservati dalla misura 16.7 da 10milioni di euro. A causa della Pandemia infatti, è stato concesso lo slittamento sulla rendicontazione dei progetti candidati sull’agenda europea in scadenza il 31 dicembre prossimo.

L’Azienda Forestale dell’Alta Irpinia sfida economica e sociale del Progetto Pilota

Ma prima di arrivare a quella data, ogni comune dovrà presentare una proposta scritta sulla progettualità da candidare. Si rinnova dunque, esattamente come un anno fa la scadenza del 31 gennaio per la elaborazione delle idee progettuali. Quindi sarà compito della cabina di regia di recepire le proposte, valutarle e metterle in rete. Spetterà poi alla Regione Campania validare il piano e aprire i termini della fase B, che prevede l’individuazione di progetti corrispondenti alla misura. Accolta la nuova tabella di marcia da parte degli amministratori, una ventina in tutto su 25 Comuni, l’interesse maturato guarda alla nuova agenda programmatica 2021-2027. In particolare si attendono le misure del prossimo settennato declinate sul Piano di Sviluppo Rurale, per valutare la possibilità di accedere a nuovi finanziamenti, quindi di portare a compimento i progetti. I 10 milioni di euro stanziati per la progettazione esecutiva dell’Azienda Forestale dell’Alta Irpinia potrebbero rivelarsi insufficienti se tutti e 25 i comuni avanzassero progetti ambiziosi.

Intanto nel corso del workshop il Rup e ricercatore esperto in economia e politica forestale Raoul Romano ha illustrato i quattro asset elencati dal Millennium Ecosystem Assessment: servizi di supporto alla vita (ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e nutrizione primaria); servizi di approvvigionamento (produzione cibo, materiali, acqua potabile, legno e fibre, energia o combustibile); servizi di regolazione (mitigazione climatica, maree, depurazione dell’acqua, controllo dell’erosione, impollinazione); e valori culturali (estetici, spirituali, educativi e ricreativi). Di qui l’obiettivo posto dal Crea ai sindaci: come valorizzare e riconoscere i servizi ecosistemici generati dai boschi dell’Alta Irpinia e da una loro gestione sostenibile, con lo scopo di costruire una filiera locale che porti occupazione e investimenti. Prima di procedere alla nuova tabella di marcia, l’organismo tecnico e il presidente dell’area pilota altirpina Ciriaco de Mita sono stati convocati in Regione Campania per un incontro con i funzionari della Snai. Un incontro che potrebbe rivelarsi determinante per le sorti del progetto stesso.

Azienda Forestale dell’Alta Irpinia, presentata a Nusco la start up

Il resoconto sintetico elaborato dall’organismo tecnico, sottolinea che l’Alta Irpinia ha una forte vocazione multifunzionale, dove le foreste sono protagoniste di tutte le macro-categorie di servizi ecosistemici. Di qui l’ipotesi più accreditata di far convergere la progettazione su un consorzio castanicolo altirpino per la filiera dei servizi ecosistemici. Dall’Acquedotto del Sele alle funzioni ambientali dei boschi sui versanti Picentini, e dei lembi forestali dislocati ad oriente, con le potenzialità produttive dei castagneti e le opportunità socio-culturali e turistiche del Laceno. I castagneti sono una tematica molto vicina al settore forestale. Già un anno fa lo studio prodotto sul territorio aveva acclarato l’ipotesi di una gestione consortile della risorsa, per la valorizzazione della castanicoltura del territorio, ma soprattutto per implementare i servizi ecosistemici ad essa collegati, offrendo valore aggiunto. I privati sono chiamati a svolgere un ruolo determinante, sia singolarmente che nel consorzio. L’opportunità turistica infine, resta una seconda leva da considerare.


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