“Il sogno della crisalide” di Vanessa Montfort

Ilde Rampino recensisce per Nuova Irpinia il testo di narrativa 2020 che sta spopolando in Europa. Un incontro casuale durante un volo intercontinentale. Due donne ribelli a un punto cruciale della loro vita. Un’emozionante storia di amicizia femminile. Un inno alla capacità di sognare e di cambiare

“Il sogno della crisalide” di Vanessa Montfort. E’ la narrazione di un processo che conduce a una rinascita che si accompagna a una nuova capacità: quella di volare “mi trasformerò in ciò che voglio essere e mai più tornerò a strisciare”, come dice la protagonista Greta, una donna che ha vissuto un percorso personale molto intenso e difficile. Un incontro casuale in aereo la metterà a confronto con Patricia, una giornalista in crisi di identità: quel luogo, in alto nel cielo la metterà a contatto con la parte più profonda di se stessa e comincerà ad aprirsi con te e si sentirà più leggera, dopo tanti anni trascorsi a reprimere il dolore e le angustie del vivere una situazione che in realtà non aveva mai accettato.

Patricia e Greta, due donne diverse, ma in fondo simili, che contengono in sé il germe di una ribellione profonda che tuttavia non riescono ad esprimere, perché vivono un’oppressione interna, una stanchezza interiore e si rendono conto che “ogni crisi è un’opportunità per cambiare” e arriva sempre qualcosa che ci costringe a fermarci. Patricia sente profondo il desiderio di essere libera, vive un difficile rapporto con suo padre e la sua morte rappresenta una frattura e al contempo un nuovo inizio: ella ricorda che sulla lapide della tomba del padre c’è la stessa data che c’è sul premio che ha ottenuto come giornalista. Greta, “con le mani giunte e una croce al collo”, si rivela in un certo senso una fuggitiva, una suora espulsa dal suo ordine, perché comprende di “aver divorziato da Dio”, non per le sue convinzioni, ma perché si è sentita sempre perseguitata dalle suore che avrebbero dovuto accoglierla. Si sente vulnerabile di fronte agli altri e a se stessa: quando sua madre le toglie il suo abito da suora, le sembra di ricevere “un battesimo al contrario”. Il suo vero incubo è ricordare ed è consapevole di “aver visto troppo e di aver amato troppo”: era nata in un venerdì pieno di luce quando suo padre se ne andò e in quel momento inizia un rapporto profondo ed esclusivo con suo fratello …..che le farà da padre e le aveva portato la sua candelina della prima comunione, l’aveva sempre protetta, come quando aveva quasi distrutto la moto con cui lei inavvertitamente si era ustionata. Greta si era sentita sempre un felino, infatti la chiamavano “Gatto”, aveva un linguaggio tutto suo e dava molto valore alle parole, avvertiva una profonda solitudine verso gli altri e il mondo ed era circondata da odio: avrebbe preferito  la violenza che non si copriva di maschere e nutriva in sé sentimenti di odio inespresso. Suo fratello scompare e lei non riesce ad elaborare il suo lutto, cerca invano di far pace con l’assenza del fratello, ma deve lottare contro il cinismo delle suore e l’ubbidienza che deve dar loro. Struggente è il suo rapporto di profondo affetto nei confronti di un anziano sacerdote che la aiuta, Greta viene accusata ingiustamente di seduzione nei confronti di una suora più grande, ma lei non reagisce e comincia ad esercitare una sorta di sdoppiamento della sua personalità, che diventava necessario per sopravvivere. Patricia si appassiona alla storia di Greta e vuole pubblicarla, ma si rende conto che non si può addomesticare un’anima, perché Greta le fa capire che spesso la cosa peggiore è quando si comincia ad aver paura della vita e bisogna imparare a gestire la rabbia; a volte diveniamo dipendenti dalla reazione altrui e cambiamo il nostro comportamento in funzione di essa. Straziante è essere infelice “quando è la tua stessa vita a rubarti la felicità”, ma è importante, anche se difficile, credere in se stessi. Si ha paura di un vero scambio emotivo, perché abbiamo paura di soffrire, ma allo stesso tempo la solitudine interiore spesso spinge a prendersi cura degli altri, ad accettare tutto, mentre in realtà “saper dire di no riempie la vita di vita”. Patricia  aveva bisogno di imprimere la sua visione del mondo in tutto ciò che scriveva, mentre Greta passando attraverso varie comunità, si sente incompresa e maltrattata: l’unica persona a cui era legata era Imelda, la profetessa, si sentiva privilegiata per stare accanto a lei, aveva la possibilità di parlare a cuore aperto, anche se suscitava invidia tra le consorelle. Il percorso interiore di Patricia e Greta è avvertito profondamente e il loro mutamento nasce dalla consapevolezza che ”la crisalide, per trasformarsi in farfalla, deve prima sognare le sue ali”.

A cura di Ilde Rampino

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