Stop al fumo in spiaggia: inquinamento tra le conseguenze

Le sigarette tradizionali provocano danni non solo al proprio organismo, ma anche agli altri e all’ambiente: alcune informazioni utili

Stop al fumo in spiaggia. Ormai è noto quanto le sigarette tradizionali facciano male alla salute, ma molte persone ancora non riescono a liberarsi da questo vizio a causa della sua forte dipendenza. Purtroppo molti non pensano ai danni che il fumo provoca non solo al proprio organismo, ma anche agli altri e all’ambiente. La combustione delle numerose sostanze chimiche contenute nel tabacco e nelle cartine, infatti, finisce per inquinare l’aria e per avere un impatto anche a livello ambientale. I mozziconi infatti, se non vengono smaltiti raccolti e smaltiti correttamente, rappresentano un grave problema per l’ecosistema, perché impiegano diversi anni prima di biodegradare e perchè spesso vengono ingeriti da animali che li scambiano per cibo. Il ritorno alle spiagge, dunque, solleva ancora una volta l’annoso problema del fumo in riva al mare.

Stop al fumo in spiaggia: le sigarette tradizionali

Fumo in spiaggia e conseguenze: alcune informazioni utili. Fumare in spiaggia è un’abitudine dannosa, in particolare per la natura. Come anticipato poco sopra, i mozziconi infatti impiegano dai 2 ai 5 anni prima di degradarsi in natura, diventando quindi una fonte di inquinamento davvero notevole. Non sorprende, dunque, affrontare ogni estate la questione dei divieti di fumo in spiaggia, che vengono decisi di volta in volta dalle varie regioni e dai comuni. Tra l’altro oggi esistono delle alternative tecnologiche alla tradizionale sigaretta, che permettono di non disperdere nell’ambiente elementi inquinanti come i mozziconi. Si parla delle sigarette elettroniche senza nicotina, tra cui quelle proposte da Blu ad esempio, che permettono anche di ridurre le sostanze dannose assunte. Con questi device si possono raggiungere due obiettivi virtuosi, aiutando sia la propria salute che l’ambiente e in particolar modo le spiagge, che purtroppo ogni estate si riempiono di cicche.

Le proposte: estendere il divieto di fumo anche in altre aree. Ogni anno si fanno nuovi passi in avanti, per quanto concerne i divieti di fumo in spiaggia, al punto che presto potrebbe diventare uno standard a livello nazionale. Nel mentre, però, il Comitato Nazionale di Bioetica va oltre e propone di estendere il divieto di fumo non solo alle spiagge, ma anche ad altre zone sensibili come i parchi e gli stadi. Il motivo è chiaro: si tratta di aree che possono essere frequentate da soggetti molto sensibili al fumo passivo, come i bambini o le persone con patologie respiratorie, oltre alle donne in dolce attesa. C’è chi preannuncia addirittura una campagna per vietare il fumo tradizionale all’aperto: una cosa che già accade in alcuni paesi, come ad esempio l’Australia, Quebec (Canada) e la California. Ci sono poi tante città che applicano dei divieti molto stringenti, come Parigi e New York. In conclusione, l’Italia – dopo essere stata una delle prime nazioni a proibire il fumo nei locali al chiuso – adesso sta cercando di adeguarsi ai trend europei, allargando i divieti.

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