Unci AgroAlimentare, formare gli operatori per la pesca sostenibile

L'associazione nazionale delle cooperative e dei consorzi della pesca, dell’acquacoltura e dell’agricoltura, presieduta da Gennaro Scognamiglio, promuove la pesca sostenibile nei mari italiani. Progetto approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e dall’Unione europea

L’Unci AgroAlimentare promuove la pesca sostenibile nei mari italiani, attraverso un progetto di formazione degli operatori. L’associazione nazionale di rappresentanza assistenza e tutela delle cooperative e dei consorzi della pesca, dell’acquacoltura e dell’agricoltura, presieduta da Gennaro Scognamiglio, promuove la pesca sostenibile nei mari italiani, attraverso un progetto di formazione degli operatori del settore,  approvato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e dall’Unione europea.

Unci AgroAlimentare, formare gli operatori per la pesca sostenibile

Obiettivo dell’iniziativa, che rientra nelle misure finanziate dal Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) 2014-2020, è innovare ed efficientare il sistema produttivo dello specifico comparto, tenendo conto dei criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. «Si è ritenuto, quindi, necessario intervenire sulle diverse fasi del ciclo di utilizzo delle risorse: dal sistema di approvvigionamento della risorsa ittica, alla fase di commercializzazione, sino ad arrivare al consumatore finale», si legge in una nota.

EDUCARE AL RISPETTO DELLA BIODIVERSITÀ. Per avere un risultato immediato, duraturo e d’impatto, spiegano i promotori, «occorre formare coloro che ogni giorno lavorano con le risorse del mare, focalizzando l’attenzione su tematiche quali la protezione della biodiversità, lo sfruttamento e la gestione sostenibile delle risorse ittiche, nonché le tecniche di pesca sostenibile che evitano catture indesiderate e prevengono le catture accidentali di specie protette». Tali azioni, quindi, «dovranno essere completate da una specifica attività di formazione sull’utilizzo di appositi attrezzi a minor impatto ambientale e sui principi di sostenibilità della risorsa ittica lungo tutti i passaggi commerciali della filiera ittica». Si tratta di un progetto, in definitiva, mirato non solo «a intervenire nei processi produttivi, tramite una riqualificazione formativa degli addetti ai lavori, rendendo così più competitive le attività del settore, ma che ha una significativa e positiva ricaduta sul consumatore finale e consente una razionalizzazione dell’uso delle risorse naturali, tutelando l’equilibrio dell’ecosistema».


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