“Adrienne Mesurat” di Julien Green

Ilde Rampino recensisce per Nuova Irpinia il romanzo pubblicato nel 1927 e ambientato nella Parigi della prima decade del '900

“Adrienne Mesurat” di Julien Green. Un percorso di vita che ha la solitudine come compagna, che prende per mano Adrienne e la avviluppa in una rete di menzogne, sentimenti repressi, ma soprattutto ella è attanagliata dalla paura, si sente oppressa e prigioniera in una casa che non sente sua, la avverte come una gabbia, le cui sbarre si stringono sempre più intorno a lei tanto da toglierle il respiro.

Il silenzio che circondava Adrienne non le dava conforto, ma suscitava in lei tensione: quelle parole non dette si trasformavano nella sua mente in pensieri ossessivi, rappresentavano la mancanza di un rapporto con quella che era sua famiglia e che avrebbe dovuto sostenerla e invece la faceva sentire ancora più sola. Suo padre, che respingeva l’idea di lasciar andar la figlia, suscitando in lei disprezzo e Germaine, la sua unica sorella sempre malata, erano i due poli , le due barriere che limitavano la sua esistenza. Le notti inquiete che Adrienne trascorreva nella sua camera erano dense di tensione, ma al contempo di noia e di rassegnazione alla propria condizione.  Adrienne trascinava la sua esistenza come se vivesse la vita di un’altra, non lasciava  trapelare nessuna emozione: in lei tuttavia si era creata una frattura nel suo mondo, che aveva incrinato lo specchio di una esistenza vissuta secondo i desideri degli altri. Lo sguardo del dottor Maurencourt che dalla vettura si posa su di lei diventerà il faro che illuminerà la sua esistenza, il cono di luce attraverso cui saranno convogliati tutti i desideri e le ansie della ragazza. Il desiderio di Adrienne di avere la camera della sorella per potersi affacciare e osservare la casa di fronte in cui abita il dottore, abbandonandosi al corso dei suoi sogni, è un modo per riprendere le fila della sua vita e spezzare quel ”cerchio incantato che Germaine e il padre le avevano tracciato intorno”. Il malessere e i pensieri impetuosi che le si agitavano dentro sono repressi, ma a volte esplodono, come quando si rivolge improvvisamente a Germaine, che, nonostante la sua malattia, era dotata di una forza interiore, alimentata dalla rabbia e dal rimpianto, dicendole: ”Tu non sei mia madre”, sentendosi spiata, controllata, mai libera di uscire.

Nei suoi pensieri, pronuncia mille volte il nome di Maurencourt e, trovando la finestra chiusa, si ferisce per avere l’occasione di vederlo. Quando Germaine decide di partire e le chiede aiuto, Adrienne scrive delle lettere  per organizzare la fuga e prende persino la chiave del padre; in un certo senso invidia la sorella, perché, al contrario di lei, riesce a ribellarsi al proprio destino. Inizia in lei una dolorosa lotta interiore, aveva paura che il padre scoprisse la fuga e quando egli esce, lei si sente per la prima volta sola in casa ma incapace di reagire, anche quando egli ironizza sul fatto che abbia prestato denaro a Germaine e non si renda conto che non lo vedrà più. E’ un attimo: si sente lanciata nel buio da una forza irresistibile e lo spinge giù per le scale. Adrienne comincia a provare un profondo senso di smarrimento, era come se fosse “trattenuta da una forza invisibile”, intorno a lei aleggiavano i sospetti della signora Legras, la sua vicina, con cui le sembrava di aver instaurato una sorta di rapporto, ma che le estorcerà dei soldi, minacciando persino di denunciarla e della sorella del dottore, che intercetta le sue lettere. Adrienne trascorreva le ore, in preda a pensieri ossessivi e a turbamenti, “come si subisce qualcosa che non si ha la forza di combattere”. Il sentimento che provava per Maurencourt la metteva in uno stato di ansia, ma anche di illusione di felicità, perché sentiva che egli avrebbe potuto renderla felice con una sola parola, era “trasportata da una forza di cui non era più padrona”; quando le viene consegnata una lettera in cui egli le esprime le sue condoglianze per la morte del padre, lei dà a ogni parola un significato più profondo, cercando un barlume di affetto in quelle parole formali. In un incontro con lui, egli le dice di essere malato e rifiuta il suo amore, dicendole: ”lei ha dei pensieri che agiscono come un veleno” . Il destino di Adrienne ormai è segnato: diventa preda delle sue ossessioni e giunge persino a confessargli il suo delitto, vivendo la sua esistenza in modo infelice mentre la sua mente sarà ottenebrata dalla pazzia.

A cura di Ilde Rampino

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