«Il vertice dell’Arpac sarà scelto per concorso dopo 20 anni», Vasaturo: si completa il rilancio

L'ex Commissario della «Agenzia regionale protezione ambientale Campania» oggi Direttore ad Avellino conferma lo sblocco delle procedure dopo il lockdown e ricorda il percorso di risanamento che salvò l'ente concludendosi nel 2014

Tra pochi giorni e «dopo 20 anni il vertice dell’Arpac sarà scelto per concorso». L’ex commissario Pietro Vasaturo, oggi direttore dell’agenzia ad Avellino, interviene alla vigilia di un passaggio cruciale per la vita dell’ente, che in questi anni ha visto accrescere il suo ruolo  nel contrasto all’inquinamento ambientale sul territorio regionale. La svolta annunciata offre lo spunto per un breve bilancio di questi vent’anni, peraltro non facili per l’agenzia nata nel 1998, in attuazione della legge 64 del 1994. «Oggi l’Arpa Campania è una realtà grazie al percorso di risanamento portato in porto fino al 2014 senza interventi straordinari a carico delle casse regionali», spiega Vasaturo: «Durante gli anni dell’emergenza rifiuti l’agenzia aveva accumulato debiti per circa 60 milioni di euro, di cui si è fatta carico, estinguendoli». L’ex commissario rievoca quei giorni. «Il fardello delle esposizioni metteva a rischio il futuro delle 800 persone impegnate nell’Arpa Campania, con conseguenze prevedibili per le relative famiglie», spiega. «In quel momento per salvare l’agenzia c’era un solo modo: riassorbire i 60 milioni di debiti accumulati negli anni dell’emergenza rifiuti, risanando con la consapevolezza che l’obiettivo doveva essere raggiunto senza chiedere soldi alla Regione Campania». Vasaturo rimarca con orgoglio che «quello sforzo fu compiuto con il contributo di tutti all’interno dell’ente» attraverso «un percorso lungo e difficile, soprattutto nella fase conclusiva, quando tra il 2013 e il 2014 pareggiammo il conto con gli ultimi 22 milioni». E puntualizza: «Non si trattò di una operazione ragionieristica, ma si programmò e attuò una azione improntata a garantire un vero rilancio».

La sede centrale dell’Arpa nel Centro Direzionale di Napoli

«L’AGENZIA DELLA CAMPANIA È L’ULTIMA PER I COSTI IN ITALIA». Nel merito, «il risanamento fu portato avanti mirando all’obiettivo di preservare e rendere efficiente un’agenzia fondamentale per la Regione Campania e i cittadini: si dovevano far quadrare i conti, mettendo a profitto nel contempo il valore aggiunto costituito dalle professionalità sul campo dell’ente, preziose risorse indispensabili per adempiere alla missione di contrastare concretamente l’inquinamento ambientale a partire dal monitoraggio delle criticità sul territorio regionale». Per questo, «è stato necessario mettere in sicurezza tutti i 550 dipendenti pubblici già in forza, senza perderne uno, assicurando in maniera stabile all’agenzia anche l’apporto decisivo dei 250 precari in quel momento al lavoro, tutti assunti grazie alle norme disponibili». In questo delicato quadro «raggiungemmo il punto di equilibrio, che ha richiesto e impone ancora oggi il massimo rigore, che fa dell’Arpac l’agenzia meno onerosa sul piano nazionale».

Pietro Vasaturo, Direttore Amministrativo dell’Arpa Campania e responsabile della Arpac di Avellino

«CONTI IN ORDINE, VERIFICATI NEGLI ANNI DALLE AUTORITÀ COMPETENTI». Nel ricordare i sacrifici compiuti all’interno dell’agenzia, l’ex commissario Pietro Vasaturo spiega che «nell’Agenzia regionale protezione ambientale Campania si pagano gli stipendi più bassi nel contesto nazionale di settore a tutti i livelli: personalmente ho ricoperto le funzioni commissariali senza ricevere alcuna indennità di funzione, continuando a percepire lo stipendio che percepivo nel settore amministrativo». E a questo proposito Vasaturo pone l’attenzione sugli accertamenti effettuati. «Negli anni passati l’intera gestione è stata sottoposta a verifiche contabili dalle autorità competenti e di controllo tra il 2010 e il 2013, tutte concluse con archiviazioni».

«L’AGENZIA È UN ENTE TERZO: NESSUNA INGERENZA POLITICA». Con la scelta per concorso per la selezione del nuovo vertice dell’Arpac, afferma Vasaturo «si completa nella massima trasparenza un iter che possiamo dire di rilancio avvenuto». Per questo il direttore dell’Arpac di Avellino esprime apprezzamento per quello che definisce «l’atto di coraggio del governatore Vincenzo De Luca, che tra pochi giorni procederà alla scelta del nuovo presidente attraverso una procedura concorsuale, benché la legge riconosca al presidente la facoltà di scegliere direttamente il nuovo vertice dell’Agenzia». Vasaturo condivide la scelta fatta da Vincenzo De Luca per varie ragioni. «Si consolida in questo modo l’indipendenza dell’Agenzia, che è un ente terzo, ma anche la stessa tradizione che l’ha accompagnata negli anni, durante i quali non si sono mai registrate ingerenze politiche, né dagli attuali governatore Vincenzo De Luca e assessore Fulvio Bonavitacola, né dai precedessori, gli allora presidente e assessore Stefano Caldoro e Giovanni Romano».

SBLOCCATO IL CONCORSO DOPO IL LOCKDOWN: SELEZIONE PER TITOLI. La nomina al vertice dell’Arpac giunge con poche settimane di ritardo a causa dell’emergenza coronavirus. «Il concorso era giunto allo snodo finale poco prima del lockdown, quando le norme nazionali hanno imposto il blocco di tutte le procedure della pubblica amministrazione ad ogni livello. Con la ripresa autorizzata dal governo nei giorni scorsi, anche questo procedimento volge ormai alla conclusione», annuncia Vasaturo. Le procedure prevedono una selezione per titoli degli aspiranti. Tra gli idonei il governatore nominerà il nuovo vertice dell’Arpac.

«DA VENTIDUE ANNI IN CAMPO PER SUPERARE LE CRITICITÀ AMBIENTALI IN CAMPANIA».  Istituita con legge regionale 10 del 1998, l’Arpac «sviluppa attività di monitoraggio, prevenzione e controllo orientate a tutelare la qualità del territorio e favorire il superamento delle molteplici criticità ambientali della Campania», ricorda Vasaturo, che oggi prende atto della popolarità e dell’importanza riconosciuta alla agenzia anche dall’opinione pubblica. «In questi anni non sono mancati i riconoscimenti per il lavoro svolto al fianco degli enti locali, delle forze di polizia, in particolare dei Carabinieri del Nucleo Forestale, come dimostrano le attestazioni ricevute dalle varie amministrazioni regionali, ma anche dall’attuale Ministro dell’Ambiente Sergio Costa». Tuttavia, «non è stato facile per nessuno all’interno dell’agenzia», ci tiene a sottolineare.


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