Tornano le messe per i fedeli dal 18 maggio col protocollo

Dal 18 maggio sarà possibile frequentare le funzioni religiose, che dovranno essere organizzate nel rispetto del distanziamento sociale e delle norme ritenute necessarie a contenere il coronavirus

Tornano le messe per i fedeli con il protocollo siglato questa mattina a Palazzo Chigi tra Cei e Governo italiano che «permetterà la ripresa delle celebrazioni con il popolo, in condizioni di massima sicurezza per la comunità ecclesiale», si legge in una nota. Erano presenti il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. «Le misure di sicurezza previste nel testo indicano le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche avvenga nella maniera più sicura per la salute pubblica e per la tutela protezione dei fedeli», ha dichiarato il Premier al termine dell’incontro. «Ringrazio la CEI per il sostegno morale e materiale che sta offrendo alla collettività nazionale in questo momento così difficile per il Paese». Il Protocollo entrerà in vigore da lunedì 18 maggio.

A Palazzo Chigi la firma del Protocollo tra Cei e Governo italiano per la ripresa delle celebrazioni con il popolo. Presenti il Presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

ACCESSO AI LUOGHI DI CULTO IN OCCASIONE DI CELEBRAZIONI LITURGICHE. Tornano le messe per i fedeli ma nell’ambito di una serie di regole ritenute necessarie per contenere il coronavirus. Il Protocollo, pubblicato in calce all’articolo nella versione scaricabile, stabilisce le norme indispensabili per uno svolgimento sicuro delle funzioni. «L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato», si legge nel Protocollo. «Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell’ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale». In questo modo, «l’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/ o collaboratori che indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento – favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite». A tutela della salute, «laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche». Dovrà essere rispettata la distanza di sicurezza pari almeno 1,5 metro e l’afflusso da più ingressi, «eventualmente distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita». Naturalmente non è consentito l’accesso a chi ha una temperatura corporea oltre i 37,5 gradi oppure sia sottoposto a isolamento domiciliare, men che mai se positivo al Covid-19. Di seguito il link per scaricare il documento.


IL PROTOCOLLO | Celebrazioni liturgiche, intesa tra  Governo e Cei | Scarica il documento diffuso da Palazzo Chigi

L’altare della Cattedrale di Avellino

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