I bar dell’Alta Irpinia illuminati dalla protesta

A partire dalle 21.00 gli esercenti hanno acceso "simbolicamente per l'ultima volta" le luci dei locali, per testimoniare il grave malcontento in merito al termine di riapertura previsto per il 1° giugno

I bar dell’Alta Irpinia illuminati dalla protesta. Non sono pochi bar della provincia di Avellino che hanno aderito alla protesta nazionale contro lo slittamento al 1° giugno della riapertura degli esercizi. Baristi e ristoratori contestano le misure adottate dal Governo in merito alle riaperture graduali della Fase 2 e sono pronti a consegnare le chiavi delle attività ai sindaci. Da Montella a Sant’Angelo dei Lombardi luci accese e braccia conserte a partire dalle 21.00: così gli esercenti si sono fatti immortalare per far arrivare un messaggio chiaro tanto al Governatore campano Vincenzo De Luca quanto all’Unità di Crisi nazionale.

Bar Montella

A Montella la protesta è compatta: bar, ristoranti e tabacchi avevano preannunciato già ieri l’adesione alla protesta nazionale al sindaco Rino Buonopane, manifestando tutto il malcontento che vivono gli esercenti, dalla penalizzazione della consegna a domicilio fino ai costi elevatissimi della sanificazione quotidiana. Per non parlare del costo dei dipendenti e delle utenze, che non consentirebbe di essere coperto dal volume di affari. A Sant’Angelo dei Lombardi invece hanno aderito il bar caffetteria “La piazzetta” e il bar “Tattira” entrambi ubicati al centro del paese. Con la mascherina e le braccia conserte in segno di protesta, Marco Gargano il titolare del bar “La piazzetta” a Sant’Angelo, che ha aderito insieme a Patrik De Vito, titolare del Tattira.

Bar Montella

Qui tutti gli esercenti, ovvero i titolari di bar e ristoranti, hanno rinunciato a riaprire le saracinesche per dedicarsi alla consegna a domicilio, reputata assai poco conveniente per i locali in esercizio nei piccoli paesi. Se Napoli ha registrato una tiepida ripartenza con consegna di caffè e cornetti a domicilio, i piccoli comuni dell’entroterra non reggono il passo. Una sola pizzeria del lungomare ha effettuato l’asporto di 150 pizze in una sera. Spente da ormai due mesi a causa dell’emergenza coronavirus, le luci dei bar sono state riaccese per dare un segnale del malcontento, e un incitamento a valutare il cronoprogramma imposto dal Governo che prevede la riapertura slittata al 1° giugno.

Bar Sant’Angelo dei Lombardi

L’evento di portata nazionale prevede due step. Questa sera i commercianti che aderiscono sono invitati ad accendere le insegne dei propri locali, provocatoriamente, per l’ultima volta. Mentre domani gli esercenti dovrebbero consegnare simbolicamente le chiavi dei locali ai sindaci, che a loro volta faranno istanza al presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio De Caro per presentare una serie di richieste al Governo. Cassa integrazione, prestiti, sconti sugli affitti ed altro sono i punti dell’elenco che sarà consegnato all’ANCI.


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