La “fase 2” non viaggia in pullman. Rebus distanziamento sociale

L'azienda dei trasporti irpina sta valutando un intervento nel programma di esercizio. Dialogo con la Regione Campania sulle regole per il contenimento del coronavirus

La “fase 2” non viaggia in pullman. Per l’Air il rebus distanziamento sociale. La mobilità e il trasporto pubblico locale irpino farà una gran fatica ad adeguarsi alle prescrizioni sul distanziamento sociale imposte dal Governo e aprire la “fase 2” dopo l’isolamento da Coronavirus. La questione occupa in queste ore il lavoro dell’intero consiglio d’amministrazione dell’Air Servizi rappresentato da Alberto De Sio, che conferma di avere già avuto un primo confronto con la Regione Campania, per discutere di una soluzione adattabile alle capacità dell’azienda e per garantire il rispetto delle prescrizioni di tutela della salute pubblica per i cittadini-utenti. L’Air intanto, che ha ridotto del 50 per cento il Trasporto Pubblico Locale, è chiamata ad entrare nella “fase 2” incrementando di un ulteriore 15 per cento le cose sul territorio, ma con gli adeguamenti previsti dalla fine del lockdown.

Alberto De Sio, amministratore dell’Air Mobilità

“Aspettiamo indicazioni più precise dal Governo su come concertare la mobilità e il trasporto pubblico locale, ma siamo in grande difficoltà perchè dovremmo impegnarci a costruire nuovi modelli organizzativi con impegni gravosi per le aziende” ha spiegato l’Amministratore Unico della società irpina. “Ci aspettano settimane di grande sacrificio, in cui dovranno essere soprattutto gli utenti a rispettare alcune regole di base. Noi non possiamo investire sui controllori di queste prescrizioni, che vanno dalla dotazione della mascherina al distanziamento sociale” continua. Proprio la questione del distanziamento sociale rappresenta il nodo più arduo per gli addetti ai lavori, che hanno già evidenziato al tavolo regionale, l’impossibilità di prevedere nelle carrozze dei pullman il distanziamento di un metro fra i passeggeri. Una ipotesi irrealizzabile solo se provassimo a immaginare la calca e il sovraffollamento di alcune corse da e per Napoli. “Basta guardare l’esperienza cinese: se prima del Coronavirus il mezzo pubblico veniva utilizzato dall’80% della popolazione, oggi quella stessa percentuale prende i mezzi privati. la stessa domanda dovremmo porcela anche noi: quanta gente sarà disposta a prendere i mezzi pubblici?” chiede. “I suggerimenti che arrivano parlano di potenziamento delle linee e delle corse, ma per fare questo sono necessari ingenti investimenti, e non basta riorganizzare il servizio. Il presupposto della ripartenza del trasporto pubblico locale deve essere la disciplina da parte dell’utenza, altrimenti la cosa è irrisolvibile. Intanto la mascherina dovrà essere obbligatoria per tutti, e tutti gli autobus saranno tappezzati da avvisi ai viaggiatori, ma non potremo rispondere alla sanificazione costante e continua, per mancanza di addetti e anche per questione per spesa” aggiunge De Sio.

La “fase 2” non viaggia in pullman. Per l’Air il rebus distanziamento sociale

Il distanziamento resta il vero rebus. “Un elemento che può cercare di limitare la concentrazione di persone può essere sostenuta da una distribuzione delle fasce orarie, per andare incontro alle richieste di una mobilità piatta, come viene definita dagli addetti ai lavori. Proporremo di distribuire le cose della mattina e dell’ora di pranzo per consentire una maggiore circolazione di autobus nella giornata e ridurre le cose dell’ora di punta” annuncia. Gli interventi nei programmi di esercizio non potranno prescindere dagli accordi con gli uffici pubblici, a cui potrebbe giungere la proposta di spalmare gli ingressi in diverse fasce orarie per i dipendenti.

Mascherine protettive dal coronavirus

“Da lunedì intanto comunicheremo ai nostri dipendenti e ai conducenti dei pullman la prescrizione sulla dotazione delle mascherine a bordo, oltre a quello di impedire il sovraffollamento dei passeggeri. La postazione degli autisti dovrà essere blindata da vetro plexiglass per impedire ogni forma di contagio, e i passeggeri saliranno a bordo dei pullman dalle porte posteriori. Immaginiamo di applicare interventi migliorativi man mano che andremo avanti, in quanto è previsto un recupero del 100 per cento del servizio soltanto per il prossimo autunno, in concomitanza con al riapertura delle scuole. Da parte nostra c’è l’impegno a concentrare i servizi dove c’è maggiore mobilità, e pianificare servizi circolari per rispondere a esigenze di delocalizzazione che non meritano di essere penalizzate. Ma resta il quesito sulle limitazioni delle presenze a bordo: come sarà possibile abbassare il sovraffollamento dei mezzi?” conclude.


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