Foto dei bambini sui social, tante le insidie. L’esperto: ecco quali

L'ANALISI E I CONSIGLI. Il Presidente regionale dell’Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza della Campania: «È inopportuno pubblicare foto di minorenni sul web. Occorre prudenza»

Foto dei bambini sui social, vengono postate in buona fede da tutti, da ciascuno di noi. Ma nell’intervento che segue un esperto di criminologia, Salvatore Pignataro, spiega quali insidie si nascondano nei meandri della rete internet. Nella sua riflessione sottolinea i possibili pericoli in merito alla diffusione selvaggia di foto relative ai minori sul web o sui social il Presidente regionale dell’Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza della Campania. Ecco l’intervento.


Ecco perché è sbagliato pubblicare le foto dei bambini sui social

di Salvatore Pignataro | Presidente regionale dell’Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza della Campania; componente del settore Scienze Investigative dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi e socio dell’Associazione Italiana di Intelligence e Security

Salvatore Pignataro, Presidente regionale dell’Associazione Italiana Criminologi per l’investigazione e la Sicurezza

Occorre molta cautela nel pubblicare foto singole di bambini sulle principali piattaforme sociali come Facebook, Twitter e Instagram ecc. È inopportuno pubblicare foto di minorenni sul web per diverse ragioni, così come è ancor di più pericoloso avventurarsi sul web senza conoscere i veri risvolti che la rete occulta. In primis, il minorenne non è in grado di poter dare un consenso reale a fronte della cosiddetta “presunzione concernente l’incapacità”, l’uomo acquisisce la capacità di intendere e di volere in maniera graduale, capacità che è presupposto di un consenso legittimo e dato con coscienza e volontà, pertanto il minore non sarà in grado di comprendere pienamente il significato delle azioni poste in essere giacché non ha raggiunto la maturità intellettuale e pertanto il consenso dato non può essere legittimato, poiché il soggetto è ancora “in costruzione”. Postare, dunque, una foto che ritrae un minore sul proprio profilo Facebook (e altro) significa integrare gli estremi della lesione al diritto all’immagine. Ossia, il minore non è in grado di scegliere: anche laddove il minore alla domanda “Mamma e papà la postano su Facebook, va bene?” e il minore risponde di “si”, quel “si” ai sensi della legge non è considerato un consenso valido.

Scuola

Foto dei bambini sui social. Quando postate una foto di vostro figlio/a, nipote, cugino/a, fratello/sorella, quindi state ledendo i loro diritti. Nonostante Facebook consente l’impiego di numerosi filtri che limitano le visualizzazioni dei post ai soli “amici”, il pericolo dato dalla pubblicazione di foto che ritraggono i minori, resta elevato. Esporli realisticamente a un numero potenzialmente elevato di amici non limita, ad esempio, il rischio reale legato alla pedofilia. La conoscenza dei contatti non è poi così mirata, fra gli amici Facebook possono nascondersi tutta una serie di contatti che passano inosservati e potrebbero avere pensieri o compiere azioni poco ortodosse nei confronti dei bambini. Non solo, non è irrealistico pensare che persone che presentano quadri psicopatologici legati al disturbo parafilico di pedofilia (attenzione il disturbo è diverso dal reato, non esiste il “reato di pedofilia”, esiste “il reato di abuso su minore”, sottile differenza ma molto importante), possano realmente avvicinarsi ai vostri figli avendoli osservati attentamente sui vostri profili. Non pensante che i vostri “amici Facebook” siano tutte persone fidate, il disturbo parafilico di pedofilia può essere anche latente, sconosciuto quindi allo stesso pedofilo che può essere a conoscenza o meno di provare impulsi sessuali alla vista di bambini. Le immagini postate su Facebook, inoltre, possono essere prelevate e commercializzate nel “deep wep” alla vostra insaputa. Se postate le foto dei vostri bambini su Facebook, sappiate che state seriamente andando incontro a un pericolo reale e mettete a rischio la sicurezza dei bambini. La rete non è un mondo protetto e sicuro, l’abbattimento delle barriere conduce, inesorabilmente verso una minor protezione; lo smartphone non è un giocattolo e a maggior ragione è pericolosissimo darlo in mano a un bambino. Posso comprendere, però, che se sono già gli adulti a essere spregiudicati nell’uso del web, non c’è da meravigliarsi che possano consegnare nelle mani dei propri figli una vera e propria “arma” (smartphone, tablet, pc ecc). La protezione dei bambini spetta a noi adulti, perchè loro non sono in grado di decidere. C’è da dire infine che dobbiamo essere noi adulti ad acquisire per primi il buon utilizzo dei social e insegnarlo alle giovani generazioni.


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