La Zeza di Bellizzi protagonista al Conservatorio di Avellino

Sabato 22 febbraio, alle ore 20,30 nell’Auditorium “Vitale” di piazza Castello in scena la «Zeza, dalla strada al tempio della musica» con la cerimonia di consegna del premio «Terra di Zeza» riconosciuto a protagonisti del panorama culturale

Zeza di Bellizzi (Associazione Zeza Bellizzi)

La Zeza di Bellizzi protagonista al Conservatorio di Avellino. Sabato 22 febbraio, alle ore 20,30 con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, nell’Auditorium “Vitale” di piazza Castello, andrà in scena la «Zeza, dalla strada al tempio della musica». Sarà anche l’occasione per la consegna del premio «Terra di Zeza», riconosciuto a protagonisti del panorama culturale. Il Conservatorio di Avellino annuncia l’evento culturale e folkloristico con particolare soddisfazione, citando Roberto De Simone, che ha definito una delle più antiche tradizioni folkloristiche dell’Irpinia. «La Zeza è espressione dell’agire teatrale, che non è da intendersi come segno o cultura del divertimento ma come espressione di una collettività che rappresenta se stessa nello spazio e nel tempo». E quest’anno «i ‘custodi’ di questa tradizione popolare hanno scelto il palcoscenico del Conservatorio di Avellino, presieduto da Luca Cipriano e diretto da Carmelo Columbro, per far rivivere una delle rappresentazioni più caratteristiche del Carnevale Irpino», si legge nel comunicato diffuso dal Cimarosa.

DA 46 ANNI LA ZEZA DI BELLIZZI È PATRIMONIO IMMATERIALE DELLA CAMPANIA. La Zeza di Bellizzi Irpino dal 1974 è annoverata nel Patrimonio dei beni immateriali della Campania. È un pezzo di teatro popolare campano, riuscito ed apprezzato. Una sorta di “Promessi sposi” volgare, una rappresentazione che preesiste nella cultura contadina ed urbana della regione. Alcune sue strofe si ritrovano già nelle “villanelle” del 1500 e l’andamento e i caratteri melodici sono certamente dell’epoca: la melodia parte in modo maggiore per cadenzare quasi subito al sesto grado minore. Bellizzi, l’antica frazione periferia di Avellino, è il cuore della tradizione della “Zeza”. I colori del carnevale di Bellizzi conservano gli stessi costumi, lo stesso canovaccio e l’atmosfera di un tempo. La stessa che sabato prossimo sarà portata in scena al Conservatorio “Cimarosa”.

CIPRIANO E COLUMBRO: UN PASTRIMONIO DELL’IDENTITÀ  ULTURALE POPOLARE DA DIFENDERE E VALORIZZARE.  La Zeza di Bellizzi protagonista al Conservatorio, accompagnata da: Vittorio Fusco (primo violino), Samantha Esposito (secondo violino), Ornella Davidde (viola), Ivana Bruno (violoncello), Carmela Saccone (flauto), Pasquale Saccone (sax soprano), Nino Lombardini (chitarra), Pellegrino Argenio (mandolino) e Stefano Picariello (tammorra). «È un piacere, oltre che un onore, ospitare al Conservatorio una delle più antiche tradizioni popolari folkloristiche della nostra provincia – dichiarano il presidente Luca Cipriano e il direttore Carmelo Columbro -. La Zeza di Bellizzi è un patrimonio da difendere e valorizzare, oltre che per il suo carattere teatrale, anche per le musiche, in passato oggetto di studio e promozione anche da parte del Maestro Roberto De Simone, tra i più grandi compositori e musicologi italiani». «Portare la Zeza al Conservatorio di Avellino è per noi importante  – ha dichiarato Ernesto Spartano, presidente dell’Associazione Zeza di Bellizzi -, perché il “Cimarosa” è un palcoscenico di levatura culturale regionale e nazionale e il nostro impegno è far conoscere al grande pubblico non solo quella che è la tradizione popolare del Carnevale, ma la storia della nostra comunità».


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