Tesseramento Pd in Irpinia, Mele (Areadem): «Avellino non decide, tocca di nuovo a Roma»

Bufera su via Tagliamento per il rinvio alla commissione regionale di garanzia di alcune centinaia di tessere da verificare. L'ex assessore al Comune di Avellino: «Si ritarda il congresso su semplici adempimenti che toccavano alla struttura locale alla vigilia della prioritaria sfida elettorale a sostegno del Governatore De Luca contro la Destra sovranista»

Tesseramento Pd concluso ad Avellino. Congresso in vista

«Ancora una volta negli ultimi anni Avellino non sa decidere e dovra attendere Roma per chiudere il tesseramento Pd in Irpinia». Così Teresa Mele interviene a nome di Areadem, componente vicina al Ministro Dario Franceschini nel Partito Democratico. Mele commenta l’esito del tesseramento chiuso a fine dicembre, ma certificato solo nei giorni scorsi dall’Ufficio Adesioni. «La decisione sulla esclusione di qualche dubbia tessera online doveva essere presa ad Avellino dal commissario provinciale del partito supportato dal consultivo Ufficio Adesioni, non ci aspettavamo certo il rinvio della questione alla commissione di garanzia regionale», premette. «Si è atteso un mese e mezzo prima di ufficializzare il numero degli iscritti, per poi rinviare altrove la responsabilità di applicare le regole, esattamente come è accaduto in passato». Secondo Mele «il tesseramento non è un terreno di interpretazione: le adesioni pervenute oltre i termini e senza il pagamento della quota, a prescindere da chi le abbia sottoscritte, non possono essere accettate e Avellino avrebbe dovuto sancirlo direttamente».

Teresa Mele

Si tratta di episodi che «numericamente non inficiano il tesseramento» – chiarisce e puntualizza l’ex assessore al Comune di Avellino – «ma mettono in discussione un principio: le regole ci sono e valgono per tutti, per noi che al congresso nazionale abbiamo sostenuto da soli contro tutti la mozione che ha portato alla elezione del segretario nazionale Nicola Zingaretti, come per chi stava con Maurizio Martina o per chi oggi sta con qualcun altro». Per Mele «le poche tessere considerate dubbie andavano escluse a termini di regolamento e doveva farlo il partito ad Avellino, anziché lavarsene le mani, investendo Napoli e Roma». L’esponente provinciale di Areadem rileva come «gli eventi di queste ore contraddicano la posizione originaria assunta dal commissario all’atto del suo insediamento, quando rinunciò a nominare subcommissari e commissioni di garanzia, assumendo egli stesso il ruolo di garante per tutti», argomenta. «Non avendo svolto questo ruolo il commissario, ancora una volta dovranno essere prima Napoli e poi Roma, dove si concluderà il tesseramento Pd in Irpinia, a decidere per Avellino nell’interesse e a garanzia non delle componenti, ma degli iscritti, dobbiamo constatare con amarezza».

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca a Grottaminarda in occasione della inaugurazione dei cantieri stradali nel 2015

Anche sul piano politico Teresa Mele esprime il rammarico per l’epilogo della fase commissariale. «Se c’era l’esigenza e l’urgenza di convocare un congresso gli ultimi avvenimenti confermano che dopo anni di sospensione non è più rinviabile restituire agli iscritti il loro partito», conclude, annunciando la mobilitazione della sua componente in vista delle regionali. «Come Areadem riteniamo un fatto grave il ritardo nella convocazione dei congressi di circolo, di Avellino e della federazione irpina, alla luce dell’impegno che ciascuno di noi dovrà assicurare al successo elettorale del Governatore in carica, Vincenzo De Luca, per noi riferimento quest’anno come lo fu cinque anni fa, concreta speranza per garantire un futuro di sviluppo ad una Campania oggi contesa dalle forze sovraniste e populiste di una Destra guidata da forze da sempre ostili al Mezzogiorno».


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