“Vie del Vino in Irpinia”, Acone: il Comune di Avellino ha perso 2 anni

Teobaldo Acone annuncia l'apertura di un laboratorio di formazione deputato all'accoglienza, in attesa di una convocazione del tavolo dell'area vasta di Avellino. "Fra i 40 comuni sono rappresentati il Greco e il Fiano, ma non il Taurasi: si rimedi a questo paradosso"

“Il Comune di Avellino ha perso già 2 anni, lasciando nel cassetto le Vie del Vino in Irpinia”. L’ambasciatore del Vino irpino, Teobaldo Acone, segnala l’occasione mancata del “protocollo nazionale siglato nel dicembre 2017 con l’Associazione Città del Vino, per valorizzare il patrimonio vitivinicolo e l’enogastronomia anche in chiave turistica”. Siglato dall’associazione Città del Vino con il Comune di Avellino e la Regione Campania, quel documento per Acone potrebbe canalizzare risorse importanti per realizzare finalmente politiche di valorizzazione territoriale. L’ambasciatore della Città del Vino denuncia l’immobilismo dell’Area Vasta di Avellino e il mancato trasferimento dei fondi regionali che “frenano la capacità di programmazione sull’enoturismo e la costruzione di un piano di marketing e formazione legato al comparto”. Acone ricorda che “la Città del Vino ha siglato un protocollo d’intesa innovativo con l’ex sindaco Paolo Foti”, aggiungendo che “più volte ho sollecitato l’amministrazione comunale di Gianluca Festa a convocare un tavolo: la mancanza di fondi regionali non ci impedisce di avviare un ragionamento sul da farsi” continua Acone.

Teobaldo Acone, presidente della Città del Vino

IL LABORATORIO DI MONTEFALCIONE. Indice puntato anche sulle cantine vitivinicole della provincia, che “continuano a vendere il loro prodotto ma non il territorio. In questo modo si contravviene all’obiettivo comune, che deve essere quello di costruire un brand che lega vino e territorio. Per fare questo è necessario avviare la formazione di figure importanti che possano costruire un’accoglienza legata al comparto del vino. E’ necessario formare gli operatori nelle cantine, avviare una giusta comunicazione e promozione”. In attesa di una convocazione al tavolo dell’area vasta, Acone ha avviato un’attività laboratoriale a Montefalcione insieme all’amministrazione comunale. Quattro cantine del posto e l’Università del Molise hanno aderito al progetto presentato dalla Associazione Città del Vino, per un programma sull’accoglienza. “Il problema è sempre politico: non si può continuare a ragionare di aree interne e costruire due fronti nella stessa provincia. Il mercato del vino è globale e bisogna concertare le iniziative”.

Taurasi docG, tra i vini di riferimento nel panorama italiano

“OCCORRE UNA INTESA SULLE VIE DEL VINO IRPINIA CON TAURASI”. Il paradosso sollevato dall’ambasciatore dell’associazione, è l’adesione all’Area Vasta dei Comuni del Greco e del Fiano mentre si registra l’assenza del Comune di Taurasi, che rappresenta la terza Docg della provincia. “Non ci possiamo lamentare dello spopolamento senza mettere in campo azioni che servono a invertire questa tendenza. E’ necessario un tavolo di lavoro regionale, una maggiore compattezza delle aziende, che oggi restano separate in due consorzi, e far partire la formazione per implementare il turismo e intercettare il flusso diretto a Salerno in costiera. Nei principali Comuni delle tre Docg la ricezione e la ristorazione è assente: Tufo, Lapio e Taurasi si attivino” conclude.

Nella foto, da sinistra: Paolo Benvenuti, direttore dell’Associazione Città del Vino; Floriano Zambon, presidente nazionale di Città del Vino; Paolo Foti Sindaco di Avellino; Teobaldo Acone, Ambasciatore delle Città del Vino

IL PROTOCOLLO CITTÀ DEL VINO AD AVELLINO. Il protocollo d’intesa firmato tra l’Associazione Nazionale Città del Vino e l’Area Vasta di Avellino il 27 dicembre 2017 propone un piano strategico per “le Vie del Vino in Irpinia e per valorizzare il patrimonio vitivinicolo e l’enogastronomia anche in chiave turistica”, si legge nel documento firmato dall’allora Sindaco di Avellino, Paolo Foti, e dal presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, Floriano Zambon. Per il presidente Zambon il Protocollo deteneva potenzialità notevoli dal punto di vista turistico ed economico. “Oggi il vino è uno strumento di promozione dei territori e di rafforzamento dei brand territoriali”, dichiarò, in un Paese come l’Italia che ha 11 milioni di enoturisti. Inserito come uno degli assi portanti dell’Accordo di Programma Quadro nella Area Vasta, con le “Vie del Vino” l’obiettivo strategico è lo sviluppo di un turismo legato al territorio e alla produzione vitivinicola per l’affermazione di un brand Irpino riconoscibile, sul modello del Salento o delle Langhe. Il protocollo di intesa consiste in un partenariato tra Area Vasta e Città del Vino per partecipare ai bandi europei, per far arrivare sul territorio irpino nuove risorse in grado di sviluppare politiche di incoming verso i vigneti, la ristorazione e il prodotto.


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